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Sanremo, Festival delle donne: arrabbiarsi, ma per le cose sbagliate

SANREMO 2020

1 °Conferenza stampa Sanremo 2020

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Giovanna Binci - pubblicato il 20/01/20
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Dal “passo indietro” alla Novello, alla richiesta di esclusione del rapper Junior Cally, fino a Elettra Lamborghini e il twerking: le polemiche sul Festival di San Remo 2020 mettono al centro la donna … Sì, ma quale?Poi gli uomini ci dicono che siamo complicate. Dolcemente però, che altrimenti chi ci sente?

Ma certe volte, mentre cerchiamo di essere madri premurose con la torta di mele per la vendita della scuola e donne in carriera con la giacca taglio rigorosamente maschile a divorare privilegi soppressi; certe volte, mentre guardiamo in metro l’ultimo tutorial di Clio Make Up perché un bel visino (…e due cosce toniche, due gambe filiformi, e potrei continuare l’elenco dei sogni-son-desideri all’infinito) non dispiace a nessuna, ammettiamolo! “Però, se devi dirmi “bella” che sia per il mio cervello, altrimenti mi offendo che non sono una soubrette, io”.


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Dico, solo certe volte: come si fa a non dare loro ragione?
E lo ammetto pure da fiero membro del team cromosoma XX, eh.

https://youtu.be/QdS8b9QhhY8

Festival di Sanremo: polemiche accesissime fin dalla prima conferenza stampa

Quel povero Amadeus (è ovvio che non l’hanno indottrinato, dai, siate clementi) ci ha provato, a fare una cosa carina verso il gentil sesso, col suo “festival delle donne”, come ha definito il Festival di San Remo 2020 fin dall’inizio, partendo dalla scelta di dieci “vallette” (vade retro etichetta misogina) o co-presentatrici (eccomi in versione politically correct), un po’ per tutti i gusti: belle, intelligenti, alle prime armi o già note al piccolo schermo, modelle e giornaliste. Ma niente, pare che non ne stia azzeccando una: durante la conferenza stampa di qualche giorno fa ha presentato la fidanzata di Valentino Rossi  come “una donna bellissima” e che “ha saputo stare un passo indietro”. Certo,  poteva di sicuro affrontarla con parole diverse, tipo quelle che ha usato dopo per scusarsi e chiarire gli intenti (dai Ama, la prossima volta, solo un po’ prima). Eppure neanche la diretta interessata, Francesca Novello, pare averne fatto la tragedia che invece è sembrata agli occhi delle altre donne sui social (meme e tweet alla mano):

Purtroppo non credo che sia il passo avanti o indietro ad assicurare e a garantire il ruolo della donna. Mi fa ridere tutto questo tam tam, però fa parte del gioco. (Huffingtonpost.it)

Non poteva dirlo meglio: il problema forse è che in tutta questa ricerca di identità, ci siamo un po’ perse, care donne. Io stessa mi sento confusa spesso, sempre in fase pre ciclo per intenderci, strappata tra quello che sono, quello che vorrei, quello che dovrei e quello che ancora non so di volere ma se lo sapessi, lo sarei (sui congiuntivi/condizionali siamo più brave del team XY, però. E’ assodato).
Comunque nonostante la rettifica di Amadeus, noi ce la siamo legata al dito: tipico dramma femminile. Poi vaglielo a spiegare che siamo cambiate.


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Stessa reazione per quel “donne di San Remo ovviamente tutte molto belle” sempre uscito dalla bocca del conduttore poco avvezzo a quanto pare all’A,B,C del mondo femminista che al primo comandamento recita “non farai complimenti che coinvolgano l’estetica”. Che anche quelli sono superati: Amadeus aggiornati, però, sennò così ce le servi su un piatto d’argento. Io però devo ancora capire perché il cervello va bene lodarlo, ma l’aspetto no. E quest’uomo, con la scelta delle sue compagne di avventura sanremese ha dimostrato di apprezzare tutte le sfaccettature delle donne, mi pare, senza tralasciarne nessuna. Che poi dall’estetista ci andiamo due volte a settimana e in palestra ci lasciamo tre stipendi, ma no, non ci interessa la bellezza. Non più.

Anche pensare che chi viene da Tempation Island (per riprendere il commento su Instagram dell’economista del #bycottsanremo, Imen Boulahrajane) o Uomini e donne sia meno intelligente di una Gruber o meno degna di avere un’opinione, non è che rispecchi proprio quell’ideale di sorellanza e sostegno reciproco di cui tanto oggi ci piace riempirci la bocca. A quanto pare ci sono donne destinate a essere solo un davanzale e donne destinate a essere un bel cervello: lo dicono le donne, eh.

No alla violenza sulle donne, salvo diversa indicazione

Concordo invece sull’indignazione generale per l’ammissione all’edizione del Festival del rapper Junior Cally, pure se mi chiedo: perché nessuna di noi si è scomposta già prima, se questo tipetto pare abbia casa fissa sugli smartphone dei nostri figli? Magari è successo in quelle otto ore in cui per amore dell’uguaglianza vestiamo i panni delle manager invece che quelli delle madri attente: può capitare se di ore ne hai solo dodici in totale che ti sfugga qualcosa. Va bene chiedere che sia escluso dalla competizione uno che, nonostante a San Remo presenti una canzone accettabile e orecchiabile, è diventato famoso per testi dove lega le donne alle sedie, si augura di stuprare sua nonna, inneggia pure alla pedofilia oltre che al femminicidio. E’ disgustoso pensare che la musica, pure se per motivi di genere che sia rap o trap o di qualunque categoria, possa permettersi per una sorta di lascia-passare dato all’arte e alla sua libertà di esprimersi. Non l’ho trovato giusto con Marlyn Manson e le sue messe nere formato CD e non lo trovo giusto neanche per Cally, che si tratti di violenza sulle donne o sugli uomini.


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Neanche l’arte è al di sopra del giusto e dello sbagliato, del rispetto e della morale. E se l’intento, come ha affermato il rapper tramite il suo ufficio stampa, era quello di denunciare a modo suo una realtà scomoda, direi che qualcuno deve spiegare a questo ragazzo che il fine non giustifica i mezzi (e se fossi la madre, per una canzone come quella, gli darei pure una bella sculacciata, col benestare della Montessori in persona). Comunque, donne, posto che sono totalmente con voi, lasciatemi pure dire, però, che non possiamo solo arrabbiarci per il Cally della situazione, perché a me se non sta bene vedere la femmina come oggetto o trofeo, non sta bene che a diffondere il verbo sia un uomo, ma manco una donna.

Twerkare in difesa della donna vale?

Se ci arrabbiamo per Junior Cally, indigniamoci allora pure per una Elettra Lamborghini che mostra orgogliosa al mondo (e alle nostre figlie) quanto è bello farsi foto in intimo sui social con completini di due taglie di meno per lasciare poco all’immaginazione. Anche questo è da condannare. Anche questa non è un’immagine sana, pure se siamo noi donne a (s)vendere il nostro corpo per prime dietro anche a parole nobili come l’arte del twerking. Non è una questione di sesso dell’interessato, come non è una questione di violenza di genere, la violenza è violenza: è questione di quello che consideriamo giusto o sbagliato. Altrimenti noi e le nostre figlie non avremo più diritti su noi stesse di un Junior Cally qualunque se non ci rispettiamo per prime. Non li avremo mai, purtroppo.
Ricordiamoci chi siamo: finché nasconderemo la verità dietro a frasi come “mio il corpo, mia la scelta”, noi e tutte le femmine del mondo, saremo sempre in pericolo. E non solo nel mondo dei maschi. Attente a non alimentare la stessa mentalità che vende le canzoni di Junior Cally.

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