Premiata dal Presidente della Repubblica con l’Ordine al Merito, è missionaria in Africa da un quarto di secolo abbondante e da lì strappa all’abbandono e alla violenza i bambini e i giovani. E così ricostruisce un popolo, un cuore alla volta.Due giorni fa è andata in onda la puntata di Nuovi Eroi dedicata a Suor Elvira Tutolo. La seconda edizione della trasmissione, un docu-reality – iniziata il 13 gennaio scorso e in onda ogni sera dal lunedì al venerdì alle 20.20, viene così presentata dal sito Rai3:
Storie straordinarie, Nuovi Eroi, 2020 Italia.
Raccontiamo i Nuovi Eroi del nostro tempo, ovvero cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Alcune volte le loro storie sono salite alla ribalta della cronaca, altre volte no. Vicende che raccontano uno spaccato reale dell’Italia animata da un profondo senso civico ed esprimono il senso di comunità che definisce una nazione.
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E’ missionaria delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret. Dopo il suo apostolato in Italia dedicato al recupero dei giovani dalle tossicodipendenze, da più di 25 anni vive e opera in Africa. Per questo è stata insignita dal Presidente Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ma Suor Elvira deve essere animata da ben altro che semplice – per quanto spiccato – senso civico. Attinge di sicuro a un ideale più grande, così grande da poter diventare benefico anche per la società, per un popolo intero. Questo di solito contraddistingue i cristiani: quanto più sono in intimità con il Signore, tanto più sanno andare incontro agli uomini reali, nelle loro necessità concrete, anche in contesti raccapriccianti.
Confesso subito la mia scarsa conoscenza di questa figura ma ascoltandola parlare ne arriva immediatamente un riverbero luminoso. Suor Elvira è prima che eroe (così è riduttivamente ma comprensibilmente catalogata nel titolo della striscia serale di Rai3) innanzitutto madre. È un’educatrice di popolo, una ricostruttrice di anime, case, coppie, famiglie.
E dissodatrice di campi, formatrice professionale, genio nerboruto capace di prendere a schiaffi un capo guerriglia, aguzzino di bambini soldato in Centrafrica.
Salva i bimbi africani trovando loro genitori africani, investendo su giovani famiglie locali e non radunandoli in orfanotrofi o promuovendo adozioni che li strapperebbero anche alla loro terra. Un genio educativo, decisamente.
Eppure lei stessa a un certo punto è crollata, lo racconta nel servizio. Ha avuto un lungo e oscuro periodo di svuotamento, di sfinimento, di stress post traumatico tale da renderla quasi irriconoscibile. E sapendo le cose che ha visto, vissuto o anche solo sentito raccontare, sarebbe obbligatorio stupirsi del contrario.
Posso confessare che è l’aspetto che adesso mi dà più sollievo. Non letto da solo, ovvio. (E che siamo, masochisti per interposta persona o addirittura sadici?) Ma letto insieme a tutta la sua immensa, commovente opera di restaurazione dell’umano, di resurrezione distribuita con pazienza certosina nei cesti intrecciati dai suoi ragazzi, iniettata sottocute a tanti fratelli devastati da vite troppo dure; ecco, vista in questo quadro a tinte forti, mi consola tanto. E lo sto raccontando in chat a persone provate, chi non ne ha almeno un paio in rubrica, senza contare se stesso?
Chi non conosce, soprattutto oggi, anche nel nostro Occidente, storie di giovani esausti, così colpiti dalla durezza del mondo, orfani di senso, o gravati da aspettative deluse in partenza, così oppressi da una generazione di attempati ex rivoluzionari che lasciano in eredità una stabile precarietà e l’accusa di non voler crescere? (loro, non crescono?! )
Per questo, l’eroismo vero di Suor Elvira è tanto più commovente perché trapassato dal dolore, sconfitto sebbene temporaneamente dall’impossibilità a reggere tanto male. E per questo Dio strabenedica la medicina, anche quella psichiatrica quando fatta per bene, che non basta certo ma aiuta. Ha rimesso in piedi un caterpillar inarrestabile, che brucia riserve dello Spirito inestinguibile di Dio e va nel mondo a strappare figli alla disperazione. Dio benedica Suor Elvira, i suoi genitori che contavano su di lei ma l’hanno lasciata andare, la sorella che non voleva perderla, la madre superiora che l’ha spedita in Africa.
Che Dio susciti tra noi interi eserciti di Suorelvire! Lei, però, ne sia il Generale in comando.
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