“Cara nonna, ora sono io che prego Dio perché ti faccia tornare presto da me, perché ho capito che sei parte di me e in questi giorni io mi sento sola…”
I nonni? Uomini e donne che tramandano valori, fede, un passato a cui ispirarsi. Nessuna “funzione” passiva, né un ruolo secondario nella vita dei nipoti.
E’ questa visione innovativa che racconta il libro “Nonni 2.0 Storie di nonne, nonni e nipoti” (Autori vari, Ares Edizioni). E a spiegarla sono i bambini e i ragazzi che nell’era dei social network lanciano dei messaggi importanti sul ruolo che hanno i nonni nei loro confronti. Abbiamo selezionato dal libro tre brevi lettere dedicate a loro.
“Un passato fatto di valori e fede in Dio”
Con i nonni, i nipoti sono coscienti di appartenere ad una storia che viene da lontano: insieme alla comprensione di non essersi fatti da sé, imparano di essere stati costruiti da un passato fatto di oggetti, di usanze, di valori, di fede in Dio, di cambiamenti, di permanenze.
Può essere il passato personale e familiare, ma anche quello collettivo. E quando esso si riferisce al dramma e alla tragedia c’è la capacità dei nonni di addomesticarla, di comunicare la fiducia nella vita. Nei nonni, i nipoti incontrano una tradizione.
In loro ritrovo le mie antiche origini, nei tratti del loro volto e nel modo di essere riscopro chi sono e chi vorrei essere… Insegnamenti d’altri tempi che sono ancora saggi esempi: modi gentili ed educati e tradizioni degli anni passati.
Giorgia Maria, terza media, Scuola Secondaria di Primo Grado Mandelli, Milano
“Ho capito che sei parte di me”
Cara nonna Ottavia, da Natale sei all’ospedale e mi manchi tanto. Mi manca anche quando facciamo le preghiere insieme e mi parli di Gesù. Ora sono io che prego Dio perché ti faccia tornare presto da me, perché ho capito che sei parte di me e in questi giorni io mi sento sola… Insomma nonna, sbrigati a tornare più allegra che mai, perché solo tu sai tirarmi su!
Gloria, seconda elementare, I.C. Via Aretusa, Roma
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“Ciò che è veramente essenziale”
Chi sono per me i nonni? Per rispondere a questa domanda potrei fare una similitudine con gli alberi. Se paragono me stessa ad un giovane albero che si affaccia alla vita, i miei nonni potrebbero rappresentare le radici.
I miei nonni sono molto diversi tra loro per età, per esperienze di vita, per carattere e per interessi: questa loro diversità la considero una grande ricchezza perché mi permette di conoscere più punti di vista e avere maggiori riferimenti per affrontare la vita. Per questo motivo, tornando al paragone con le radici di un albero, considero i miei nonni come un apparato radicale molto robusto e ben sviluppato che può nutrire al meglio la pianta e tenerla ben salda al terreno.
I miei nonni paterni erano dei coltivatori di agrumi in Sicilia ha sempre rappresentato per me un grande vuoto perché, non avendo mai potuto ascoltare i suoi racconti o confrontarmi con lui, sento che manca qualcosa alla mia stessa storia. Tuttavia, attraverso i racconti di mia nonna paterna, posso trovare in loro l’esempio di una vita spesa per il lavoro, senza spazio per agi, lussi o frivolezze. Da essi ho imparato che nella vita occorre concentrarsi su ciò che è veramente essenziale e duraturo senza sprecare il tempo e le proprie energie in cose superflue ed effimere. Spero che il loro esempio di umiltà, determinazione e dignità possa servirmi ad affrontare le difficoltà che potrò incontrare sul mio percorso. Da loro, inoltre, credo di aver ereditato l’amore per la vita all’aria aperta a contatto con la Natura.
Mariastella Giunta Scuola Secondaria di Primo Grado C.A. Dalla Chiesa, San Mauro Torinese (TO), classe 3 B.
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