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I misteri del Natale

CHRISTMAS
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Reginaldo Manzotti - pubblicato il 24/12/19
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Ancora una volta Gesù nasce. Dio si abbassa per portare luce. Rifiuteremo la luce di Dio?Il Natale è imminente, e ci chiama ad affrontare un mistero che trascende di gran lunga la nostra capacità di comprensione. Un grande mistero che possiamo sentire in modo diverso ogni anno, forse perché siamo ogni anno diversi. Dio ha suscitato nel mio cuore la necessità di ricordare a tutti che il vero senso del Natale è oggi più urgente, ed è quello di tornare ad essere persone umane.

Molti non capiscono che Dio si rende presente in quella che chiamano la magia del Natale. Perché in questo periodo l’essere umano è più fragile? Perché siamo più nostalgici? Perché iniziamo a ricordare chi è già morto e sembra che diventiamo più deboli? È vero, siamo più sensibili! Pensate che sia a causa delle decorazioni, delle luci e delle stelle? No! È perché Dio prende l’iniziativa. Dio scende dal cielo sulla Terra, e per il fatto che scende davvero a Natale riesce a fare qualcosa che a noi non riesce: ammorbidire il nostro cuore. Per questo, se c’è una magia è la magia di Dio, perché nel tempo di Natale Dio ci rende più umani. Per questo il Natale è l’opportunità di rivedere ciò che è davvero importante per noi. Facciamo un esercizio, pensiamo alle persone a noi vicine, quelle che sono con noi in ogni momento.

Chiediamoci come stiamo trattando quelle poche persone che ci cureranno e ci accompagneranno fino alla fine. Abbiamo espresso amore, tenerezza, compassione? O sono forse le persone su cui scarichiamo maggiormente la rabbia, sono quelle che soffrono di più con noi? Natale è avere il coraggio di guardare la nostra storia e dire “Non voglio andare avanti così”.

A Natale siamo chiamati a ricordare che Dio è diventato un bambino ed è nato in povertà: “Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (cfr. Lc 2, 4-7). Dio ha assunto la forma umana e non possiamo dimenticare un aspetto fondamentale: è entrato nell’umanità per dire “Quello che ho fatto è stato fatto bene, e come essere umano ho già sperimentato tutti i limiti, quindi anche voi potete essere santi”. Questo mistero dell’umanità di Dio è così profondo! Il fatto che diventi uno di noi è una decisione della volontà di Dio così grande che Egli si spoglia di qualsiasi maestà per dire “Vi amo incondizionatamente”. È venuto a portare la luce a chi vagava nel mondo, ma sembra che San Giovanni si sia reso conto del fatto che non tutti hanno visto la luce, e se l’hanno vista l’hanno rifiutata (cfr. Gv 1, 9-12).

In questo 2019, ancora una volta Gesù nasce. Si spoglia davanti a me e a te per portare la luce. Rifiuteremo la luce di Dio? Continueremo a vagare in questo mondo, costruendo muri e armi di distruzione, rinfocolando conflitti e discordie? Natale è quella luce che viene a brillare nell’orizzonte della famiglia e a dire di trovare nel perdono la luce di Cristo. Perdonate, tornate indietro, correggete! Guardate la persona che vi sta accanto e pensate “Sta cercando Dio come me! Le darò allora il braccio e andremo insieme verso la luce”.

In genere i regali che offriamo a Natale hanno una scadenza molto breve. Possiamo comprare il regalo più bello del mondo a un bambino, è la novità del giorno di Natale, ma magari dopo una settimana o un mese è già dimenticato. Il regalo che ci dona Dio è per sempre. Offriamo anche noi un dono che dura tutta la vita: il nostro amore, il nostro sorriso, il nostro affetto, il nostro perdono, un abbraccio a chi non abbracciamo da tanto tempo. Dite alla persona che vi sta accanto quando è importante per voi. Sono parole che sembrano puramente romantiche, ma fanno bene alle orecchie e al cuore.

Vorrei esortare voi che state leggendo questo testo a seguire l’esempio di Dio, a spogliarvi della vostra armatura, a togliere la maschera e ad abbandonare l’ipocrisia, a non avere paura di rinascere, di tornare all’essenza della propria umanità, perché a volte la gente diventa qualcosa che non riconosciamo. Certe situazioni ci fanno prendere decisioni che vanno contro la nostra natura, e diventiamo persone amareggiate, tristi. Approfittate del Natale e cercate di recuperare ciò che avete di meglio. Quel grande sorriso, quel cuore che era buono, quella persona che era in grado di piangere per l’emozione. Riscattate in voi quella persona che era capace di credere, che era buona, semplice, vera.

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