Ventitreesima puntata di una produzione di Cube Radio dello IUSVE, che uscirà tutti i giorni fino a NataleIn quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
(Lc 1,57-66)
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Nel film natalizio Edward mani di forbice il protagonista parla?
Sì il protagonista parla ma dice Nel film Edward pronuncia in tutto appena 169 parole in tutto il film. Si narra che Jonny Depp abbia dichiarato di aver pianto abbondantemente dopo la prima lettura della sceneggiatura. Le case rappresentate nel film sono vere ma con facciate poste di fronte alle originali e finestre più piccole del reale per restituire allo spettatore anche iconicamente, un elemento inconsueto che suggerisca un senso di occlusione.
Gli si sciolse la lingua
Zaccaria, padre di Giovanni il battezzatore, uno dei protagonisti che tornano più volte nelle scritture che preparano i cristiani a Natale, torna a parlare per benedire. Lo fa quando prende coscienza di non essere solo lui il padrone assoluto della sua vita, quando si rende conto che non può governare tutto. E benedice, ovvero dice bene. Se iniziamo a considerare quanto oggi sia facile dare origine ad un linguaggio di odio che transiti anteverso i nostri scambi digitali, quante volte preferiamo attaccare la persona piuttosto che discutere sulle sue idee, vien da chieresi se anche il nostro parlare dovrebbe concentrarsi un po’ di più sul dire bene. Anche nell’ambiente digitale.
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