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Il premio per chi è grato: la felicità

HAPPY WOMAN
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Miguel Pastorino - pubblicato il 23/12/19
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La gratitudine è fondamentale per la salute emotiva delle persone, affermano gli scienziatiLa gratitudine crea sempre un atteggiamento positivo nei confronti della vita, e genera un modo di essere che rende chi è grato una persona piacevole con cui tutti vogliono stare.

Le persone grate rendono la vita più felice agli altri e sono a loro volta più felici. Chi è grato non perde il coraggio nei momenti difficili, né è ingenuo di fronte alle ingiustizie o rassegnato, ma stando sempre attento di fronte al male ha lo sguardo posto su ciò che è più importante, verso un orizzonte più grande e pieno di speranza.

Le persone grate hanno un cuore più grande. Chi non fa che lamentarsi non si gode niente, e in generale gli ingrati rendono la propria vita e quella altrui più triste e difficile. Chi invece con un sano realismo vede ciò che non va lotta per cambiarlo, ma non smette di ringraziare, non perde la gioia.

I benefici dell’essere grati

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Prendersi il tempo per riflettere sulla propria vita ringraziando permette di vedere con occhi nuovi tutta la vita. Una memoria grata ci fa vedere meglio, ci aiuta a non affogare nel presente e ad ampliare il nostro orizzonte.

Studi di psicologia scientifica delle università di Chicago e della California concludono che la gratitudine ha effetti molto positivi sulla salute e i rapporti interpersonali. Di fatto, cambia il clima familiare e lavorativo, perché essere grati pubblicamente migliora il benessere di chi ringrazia e di chi riceve la gratitudine.

Gli esperti considerano la gratitudine determinante per la salute emotiva delle persone.

I maestri spirituali del cristianesimo insegnano che aiuta molto stilare una lista di tutto quello per cui si deve essere grati nella vita. Leggendola cambia la prospettiva, e scopriamo quanto viviamo chiusi in quello che fa male anziché guardare oltre.

Riconoscenza: gioia e umiltà

La riconoscenza rende evidente la nostra dipendenza dagli altri con profonda gioia, perché le cose più imporanti della vita non le abbiamo comprate né conquistate per merito nostro. Tutto ciò che abbiamo e che siamo lo abbiamo ricevuto da altri. La lingua che parlo, la casa in cui sono cresciuto, l’amore che ho ricevuto, le cure che mi hanno dato… tutto è venuto da altri e gratuitamente.

È l’orgoglio a non permetterci di vederlo e di ringraziare, quello stesso orgoglio che non ci fa essere felici e festeggiare per tutto quello per cui dobbiamo ringraziare.

Chi è grato accetta di non essere l’origine del proprio essere, e sa bene quanto ha ricevuto dagli altri. La gioia deriva soprattutto dal fatto di sapersi amati, perché se non è merito nostro allora ci hanno amati solo per gratuità. L’amore non umilia – amplia il cuore e lo spinge al ringraziamento e alla gioia profonda di vivere.

Cose per cui ringraziare

Essere grati è un segno di maturità, della capacità di accettare i propri limiti e lasciarsi amare. Ringraziare presuppone il senso dell’alterità, il fatto di mettere in discussione il proprio narcisismo, la capacità di entrare in relazione con altri, perché di fatto per ringraziare dev’esserci sempre un “tu”, un “altro” da ringraziare, e posso essere grato solo se sono uscito dallo stato immaturo e ingenuo in cui credo di “non dovere niente a nessuno”, solo a me stesso.

La maturità comporta un forte senso di realtà che ci porta a riconoscere che non possiamo disporre come vogliamo di tutto ciò che accade intorno a noi.

Coraggio per “lasciarsi regalare”

I bambini si rallegrano per un regalo, senza interrogarsi sulla sua origine e senza sentire il bisogno di dire “Non era necessario”, “Sei impazzito” e cose del genere. Adorano ricevere regali e non si sentono umiliati per un rapporto asimmetrico di donazione degli altri nei loro confronti.

In questo senso, il bambino è più libero di molti adulti che si sentono a disagio di fronte ai regali, come se avessero dimenticato la gioia di ricevere un dono come vera gratuità e non come impegno sociale.

La riconoscenza celebra il legame che unisce il donatore e chi riceve il regalo, ma per questo deve esistere una fiducia fondamentale che permetta che l’altro sia “presente” nel regalo. Da ciò deriva il fatto di definire “presente” un dono, perché il donatore si rende “presente” nel regalo.

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Chi ama si rende presente in quello che dona di sé, si offre, e chi ringrazia accetta questo amore, si lascia amare. Serve coraggio per lasciarsi amare, per “lasciarsi regalare”, perché mette sempre in una situazione di dipendenza nei confronti di altri, perché anche se non chiedono nulla in cambio scopriamo che grazie a loro abbiamo ricevuto qualcosa di positivo per noi.

Un cuore grato ci rende sensibili per riconoscere i minimi dettagli d’amore degli altri nei nostri confronti. La sola presenza di chi ci ama risveglia in noi il senso di gratitudine e una gioia profonda per la sua compagnia, fedeltà e dedizione gratuita. Essere grati è essenziale per un rapporto sano e una vita che voglia riempirsi di gioia. Esprimerlo apertamente è condividere questa gioia e far sapere all’altro quanto ci fanno bene la sua presenza e il dono della sua vita e della sua compagnia.

Come abbiamo già detto, il grande nemico dei legami è l’orgoglio, perché quando ci vince chiudiamo il cuore, alziamo muri di indifferenza e ci isoliamo nella falsa sicurezza di non aver nulla per cui ringraziare. L’orgoglio può farci credere che meritiamo tutto ciò che gli altri fanno per noi e che sia la cosa normale, “quello che ci spetta”, dimenticando che l’amore è gratuito e che potrebbero non amarci o non stare con noi, non sceglierci, non prendersi cura di noi, e tuttavia lo fanno liberamente perché vogliono. L’abitudine di ringraziare per ogni dettaglio con un cuore sincero ci rende più gentili e ci avvicina a chi ci sta accanto.

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