L’intercessione di padre Giuseppe Ambrosoli ha portato alla guarigione miracolosa di una ventenne con setticemia, e verrà presto beatificatoLa ragazza di appena vent’anni stava morendo di setticemia (avvelenamento del sangue). Era il 25 ottobre 2008. Quel giorno il suo bambino era già morto e lei, Lucia Lomokol, sembrava destinata a condividere la sua stessa fine. Tutti i mezzi che i medici avevano posto in atto per salvarla erano falliti, e non si nutrivano più speranze per lei.
Il dottor Eric Dominic tirò fuori dalla tasca un’immagine del Servo di Dio padre Giuseppe Ambrosoli, la pose sul cuscino di Lucia e chiese ai parenti della ragazza e a tutti i presenti di pregare padre Giuseppe per la ripresa di Lucia. Tutti fecero come richiesto, e la mattina dopo Lucia Lomokol era viva e in buona salute. L’infezione era sparita. Nessuno avrebbe mai pensato che fosse possibile.
Giuseppe Ambrosoli era nato il 25 giugno 1923 a Ronago, in provincia di Como, a pochi chilometri dal confine svizzero, settimo figlio di Giovanni Ambrosoli e Palmira Valli. Nel 1942, dopo aver concluso la scuola superiore a Como, andò all’università a Milano, ma la II Guerra Mondiale lo costrinse a interrompere gli studi.
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Aderì alla Resistenza, e nel 1943 si impegnò a salvare più ebrei che poteva. Insieme ad altri lavorava clandestinamente per nasconderli e aiutarli a valicare il confine svizzero. L’alternativa per loro era ovviamente il campo di concentramento. Se Giuseppe o i suoi collaboratori fossero stati scoperti sarebbero stati giustiziati immediatamente.
Giuseppe sopravvisse alla guerra. Era stato chiamato al sacerdozio, ma nel 1946 tornò all’università a Milano. Il 28 luglio 1949 conseguì la laurea in Medicina. Andò poi al seminario di Vengono, e il 17 dicembre 1955 venne ordinato sacerdote. L’arcivescovo di Milano che presiedette la sua ordinazione era Giovanni Battista Montini, che poi sarebbe diventato Papa San Paolo VI.
Sacerdote e medico, conseguì un diploma in Medicina Tropicale per aiutare i poveri in Africa. Annunciò poi alla madre e al resto della famiglia che la sua chiamata era ad essere missionario dicendo: “Dio è amore, loro sono fratelli sofferenti, e io sono il loro servo”.
Entrò nella congregazione dei Missionari Comboniani, e nel 1956 partì per l’Africa. Venne inviato in un piccolo villaggio chiamato Kalongo, nel nord dell’Uganda, e incaricato del dispensario locale. Sarebbe rimasto in quel luogo per i 32 anni successivi.
Il dispensario venne poi trasformato nell’ospedale di Kalongo. La lebbra (il morbo di Hansen) era piuttosto diffuso all’epoca, e i lebbrosi venivano tenuti isolati nei lebbrosari. L’assistenza era scarsa in quei luoghi, e quindi padre Giuseppe avviò la Scuola di St. Mary, formando gli Ugandesi perché si prendessero cura dei lebbrosi.
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Padre Giuseppe trasformò i metodi di cura dei lebbrosi. La prima cosa che fece fu riconoscere che quanti avevano la lebbra erano innanzitutto persone, anche se malate, e meritavano lo stesso trattamento di tutti gli altri. Poi inserì il lebbrosario nell’ospedale, e i lebbrosi divennero pazienti come tutti gli altri, con il sacerdote che si assicurava che venissero trattati come tali.
Nel febbraio 1987 scoppiò un’insurrezione in Uganda, e padre Giuseppe e il suo ospedale dovettero essere evacuati. L’ospedale venne dato alle fiamme e ridotto in cenere dagli insorti. L’umile sacerdote, che voleva solo “essere Suo servo per i sofferenti”, morì il 27 marzo 1987 nella missione comboniana di Lira per problemi renali, e probabilmente anche un po’ di crepacuore.
Oggi l’ospedale di Kalongo è chiamato Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, ha 350 letti e cura ogni anno più di 60.000 persone. Padre Ambrosoli è ricordato in Uganda come il “Dottore della Carità”.
Giuseppe Ambrosoli è stato dichiarato venerabile il 17 dicembre 2015 da Papa Francesco. Il 28 novembre 2019 il Santo Padre ha attribuito la ripresa di Lucia Lomokol all’intervento di Giuseppe Ambrosoli. Verrà beatificato nel 2020.
Venerabile Giuseppe Ambrosoli, prega per noi!