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E se a Natale non fossimo tutti più buoni? Ecco come superare i litigi “festivi” in famiglia

CHRISTMAS
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Semprenews - pubblicato il 18/12/19
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Le feste in famiglia potrebbero non essere poi così “buone”: una serie di fattori, anche fisici, stravolgono la nostra quotidianità e portano malumori e litigate più frequenti. Come intervenire? Organizzazione, ironia e accettazione!

Caro Marco, quando si avvicina il Natale comincia a salirmi l’angoscia. Ho una bella famiglia, due bellissimi bambini. Eppure quando si avvicina la fine di dicembre mi pare che anziché regnare la pace il clima in famiglia diventi più buio. Non c’è un giorno in cui non si litighi, che mio marito non abbia qualcosa per cui brontolare (anche io poi non scherzo quando sclero…), o che non trattiamo in modo seccato i bambini. Insomma proprio il contrario di quello che dovrebbe essere. Gli altri anni queste feste ci hanno messo di malumore, ci siamo ripresi a febbraio. Che facciamo, ci separiamo per le feste natalizie? No dai, scusami; ma non so più a cosa pensare. Perché proprio a Natale non riusciamo ad andare d’accordo? Perché quando si accendono le lucine mi sento buia e vuota?

Natalina

Risposta di Marco Scarmagnani

Cara “Natalina” quello che ti succede – se ti può essere di parziale consolazione – è piuttosto comune. Con l’avvicinarsi del Natale, e ancora più dopo le feste, aumentano le richieste di consulenza nel mio studio.
Mi chiedi che cosa puoi fare e perché succede questo. In questi anni ho cercato di capirlo e ho individuato quelle che per me sono le tre ragioni principali. Per ognuna provo a suggerirti qualche semplice strategia.


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Che bello! Passiamo più tempo insieme!

Il primo motivo per cui aumentano i disaccordi è che si passa più tempo insieme. È matematico: più tempo insieme non sempre vuol dire più tempo piacevole insieme. Proprio perché non siamo abituati, potrebbe essere che quella maggiore disponibilità di tempo faccia emergere delle differenze sostanziali nel modo di gestirlo. E può essere che il maggior tempo passato a discutere porti – più o meno consapevolmente – ad approfittarne per tirare fuori anche qualche problemuccio che era stato nascosto sotto il tappeto.
Per non parlare del tema dell’intimità, della sessualità: abbiamo più tempo per noi…perché non approfittarne per qualche coccola in più? «Che cosa intendi?», «Chiedi chiaramente», «Ci sono i bambini a casa tutto il giorno», «Non lo facciamo mai!».
Primo consiglio: organizzate i vostri tempi tenendo conto di questa semplice suddivisione. Ci sono i tempi di famiglia, quelli in cui siamo tutti insieme, in cui con i figli possiamo fare attività all’aperto, partecipare ad iniziative natalizie, fare qualche gioco di società in casa. Ci sono poi i tempi di coppia, che vanno preventivamente concordati, già da oggi che altrimenti vi dimenticate: sono quelli assolutamente senza bambini (baby-sitter, nonni, parenti, amici vanno benissimo per tenerveli qualche ora) e nei quali cercherete di fare qualcosa che vi fa divertire insieme (una passeggiata, un film al cinema, una cenetta romantica, a seconda dei vostri gusti). Infine ci sono i tempi personali perché sì – non ci si scandalizzi – durante le feste si ha anche bisogno di stare un po’ da soli, per disintossicarsi dall’attività feriale, per ritrovare se stessi, per trovare gli amici.

Holiday Blues

Il secondo motivo è quello che gli americani chiamano “Holiday Blues” ed è la malinconia tipica dei periodi festivi, in particolare quello natalizio. Il calendario ci regala i giorni più corti e meno soleggiati dell’anno. Serotonina e il cortisolo, che giocano un grande ruolo nel nostro buon umore, risentono molto del sole. Questo fatto ha delle ricadute nel nostro modo di relazionarci, che può risultare meno allegro e meno flessibile.
Il secondo consiglio quindi è più pratico e ha a che fare con l’impegno a mantenere un’alimentazione equilibrata ed esporsi al sole nelle ore di luce. Poi, rispetto all’umore, attenzione agli effetti collusivi: cercate di non buttarvi giù reciprocamente ma impegnatevi ad essere l’uno per l’altro fonte di serenità. Come? Iniziate cercando di distribuire ampiamente sorrisi (è gratis, relativamente facile, e hanno un’efficacia garantita) e stoppate sul nascere i momenti no. Se volete qualche consiglio su come gestire i litigi perché non diventino distruttivi, leggetevi “Tre regole per litigare”, che è uscito da poco. Siate anche servizievoli e gentili, qualche volte in più di quello che vi viene spontaneo. Piccoli “sforzi” a fare il bene vi aiuteranno a farvi sentire meglio.


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Aspettative e realtà

 

Dovrei avere la casa in ordine ma i figli la devastano. Dovrei essere felice ma mi sento triste. Vorrei essere buona ma mi sento una iena. Vorrei l’aiuto di mio marito ma non c’è mai. Vorremmo fare l’amore ma non c’è mai tempo o voglia. Vorremmo amare tutti ma ai pranzi coi parenti ci rendiamo conto di quanti ci infastidiscono.
Lo scarto tra quello che si “vorrebbe” o si “dovrebbe” e la realtà è l’ostacolo più difficile da affrontare perché richiede uno sforzo mentale notevole.
Il terzo consiglio si chiama “accettare“. Accettare che la mia famiglia reale è proprio questa. Accettare il mio stato d’animo. Accettare che questi sono i miei parenti. Accettare non significa chinarsi arrendevoli sotto il peso di un fardello da sopportare ma di guardare tutte le cose da una prospettiva realistica. Significa capire ciò che posso cambiare (di me) con un piccolo fioretto, che male non fa, e che cosa invece mi conviene accogliere (di me e degli altri) così com’è, perché lo sforzo per cambiarlo o per lamentarmene è di gran lunga più logorante. Accettare, accogliere la realtà per ciò che è, apre lo spazio alla contemplazione e alla gratitudine. Spesso siamo bravi a dire agli altri di essere felici di quello che anno, ma facciamo fatica a dirlo a noi stessi.
In fondo, per chi crede, il Natale è accogliere Dio che è venuto ad abitare la nostra “umanità”. Non è venuto per obbligarci a cenoni e luci intermittenti (che pure sono una bella cosa), ma per darci la Buona Notizia e farci una proposta di amore.
Questo è il tempo dell’attesa (ad-tendere, protendersi verso qualcosa), non della pretesa (prae-tendere, frapporre qualche cosa). Tendiamo quindi al bene, senza pretenderlo.

Provate con l'ironia

Per finire, prendendo spunto dal “Natalina” con cui ti sei firmata, uno dei modi migliori e più sani per affrontare le fatiche di ciò che non funziona è usare l’ironia. L’ironia è la capacità di prendere le distanze e fare un sorriso per ciò che ci fa essere scontenti. L’ironia – proposta in casa – può alleggerire il clima e reincorniciare un fraintendimento o una incomprensione. Si differenzia dal sarcasmo perché questo fa ridere solo alcuni, mentre l’ironia fa sorridere tutti.
E noi vogliamo che siano per tutti buone feste!

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG SEMPRENEWS

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