Quattordicesima puntata di una produzione di Cube Radio dello IUSVE, che uscirà tutti i giorni fino a NataleMentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono
che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
(Mt 17,10-13)
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È vero che i sistemi di riconoscimento facciale possono individuare le emozioni?
Sì, è possibile che gli algoritmi che governano l’intelligenza artificiale riescano ad identificare le emozioni soltanto inquadrando il volto di una persona. Quelle più difficili da individuare, allo stato attuale, sono il disgusto e la rabbia.
Non l’hanno riconosciuto
Il poeta David Maria Turoldo ha scritto un’opera di straordinario valore spirituale dal titolo “Il fuoco di Elia profeta”. Elia, ricordato dalle scritture che preparano il Natale Cristiano è un uomo fragile, che desidera persino morire in un momento di profonda fatica nella sua vita. Forse anche per questa sua debolezza non viene riconosciuto subito come uno che pala in nome di Dio. Un angelo lo invita ad alzarsi, a mangiare a recuperare la forza nella vita. Ritrova la voglia di vivere e lascia questo mondo, dice la Scrittura, su un carro di fuoco. Chiedo: non potrebbe essere proprio la fragilità ad avvicinarci di più al cielo?
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