La parola usata per la Messa e il sacramento cattolici ha un significato speciale, non solo per una festa È stato sottolineato molte volte in passato, ma non fa male dirlo ancora una volta il giorno in cui in molti luoghi si celebra la festa del Ringraziamento: il termine greco per indicare il ringraziamento è “eucaristia”, la stessa parola che indica sia la Messa cattolica che il sacramento della Santa Comunione.
Non sorprende, quindi, che molti cattolici vogliano iniziare la loro festa del Ringraziamento con una visita in chiesa, anche se è una festa civile e non un giorno di precetto.
“Tutta la vita liturgica della Chiesa gravita attorno al sacrificio eucaristico e ai sacramenti”, afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (1113). Si definisce Eucaristia “perché è rendimento di grazie a Dio”. I termini greci “ricordano le benedizioni ebraiche che – soprattutto durante il pasto – proclamano le opere di Dio: la creazione, la redenzione e la santificazione”.
“Il termine ‘Eucaristia’, o ringraziamento, dev’essere spiegato o con il fatto che nella sua istituzione Cristo ‘ha reso grazie’ o col fatto che è l’atto supremo della gratitudine cristiana nei confronti di Dio”, scrive il gesuita padre John A. Hardon nel suo Catholic Catechism. “I primi esempi di questo titolo si ritrovano nell’insegnamento dei dodici apostoli, nelle lettere di Sant’Ignazio di Antiochia e nelle Apologie di San Giustino”.
Christ Our Pascha, il Catechismo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, lo spiega così: “Il mistero dell’Eucaristia trae il nome da questa preghiera di ringraziamento in cui esprimiamo gratitudine per tutto ciò che abbiamo ricevuto da Dio. Ringraziamo Dio ‘per tutte le cose che conosciamo e che non conosciamo, per i benefici effusi su di noi, manifesti e nascosti’. Questo ringraziamento, questa gratitudine, precede tutte le richieste per le nostre necessità. Questo è perché ci rendiamo conto che, avendoci donato suo Figlio e lo Spirito Santo, ci ha dato tutto ciò che serve per la nostra salvezza. Pregando Dio, l”ineffabile, inconcepibile, invisibile, incomprensibile’, confessiamo che egli è infinitamente più grande di tutto ciò che sappiamo o possiamo dire su di lui o sulle sue azioni. Ringraziamo Dio per il creato – ‘Ci ha portati in essere dal nulla’ – e per la salvezza: ‘Dopo che siamo caduti, ci ha risollevati e non ha smesso di fare di tutto per portarci in Paradiso e garantirci il suo regno futuro’”.
San Giovanni Maria Vianney aveva una devozione speciale per l’Eucaristia, e in una delle sue meditazioni ha scritto dello spirito di riconoscenza dopo aver ricevuto la Comunione: “Quando lasciamo l’altare siamo felici come i Magi con il Bambino Gesù”.
Un altro santo, San Pietro Giuliano Eymard, è noto come il Santo dell’Eucaristia. Ha infatti fondato un ordine religioso, la Congregazione del Santissimo Sacramento, la cui missione è condividere le ricchezze dell’amore di Dio manifestato nell’Eucaristia. San Pietro Giuliano arriva al cuore della questione quando scrive che la forma più alta di ringraziamento che il devoto cristiano può
effettuare in risposta all’Eucaristia è un completo dono di sé:
“Appartenete interamente a Dio attraverso l’amore, interamente al prossimo con una carità amorevole, interamente alla divina Eucaristia mediante l’offerta e il sacrificio di tutto il vostro essere”, ha scritto. “Abbiate in voi la pazienza di nostro Signore”.
E che questo possa essere fatto sempre, non solo nel giorno del Ringraziamento.