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I personaggi indispensabili in un presepe

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Mathilde De Robien - pubblicato il 25/11/19
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Che si sia fanatici di un design minimalista o che si stia pensando al proprio primo presepe, alcuni personaggi restano indispensabili se si vuole rispettare almeno un minimo le tradizioni bibliche.

Se dovete fare una scelta, per ragioni finanziarie o estetiche, tra la moltitudine delle figure che vi propone l’immaginario presepiale collettivo, lasciatevi guidare dalle Scritture per discernere. Infatti, quale migliore guida dei Vangeli per rappresentare al meglio la nascita di Gesù Bambino? Ora, se ci affidiamo alle Scritture, solo una decina di personaggi sono presenti nello scenario della Natività. Ecco quali sono, stando alle pagine di san Luca e di san Matteo, i due evangelisti canonici che hanno ricostruito i fatti della nascita di Gesù.

1La sacra famiglia

Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 

Lc 2,16

Immancabili Maria e Giuseppe, il cui totale abbandono alla volontà di Dio ha permesso il primo avvento di Cristo. Sono ovviamente personaggi centrali del presepe e della storia cristiana. Quanto a Gesù, verso cui convergono tutti gli sguardi, egli è già fin d’ora il futuro Re dell’universo. Alle volte si solleva un dibattito: il bambinello deve essere “nascosto” fino alla notte di Natale? Lo si può mettere nella mangiatoia fin dalla prima domenica d’Avvento? Lasciamo a ogni famiglia le sue abitudini, la cosa importante è che Gesù sia presente.



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2L’angelo del Signore

Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo

Lc 2,9-10

L’angelo non sta sopra la mangiatoia perché “è carino”: inviato da Dio, è lui che avverte i pastori della nascita di Cristo nel racconto di san Luca (cap. 2). Ecco perché ha un ruolo nella scena della natività.


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3I pastori

Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

Lc 2,7

I pastori sono i primi ad essere avvertiti della nascita di Gesù e i primi che vengono ad adorarlo. Ecco perché pecore e capre hanno il loro posto nel presepe! Non è tanto per la tradizione “degli agnellini” in sé e per sé. Insomma, almeno un pastore e un paio di ovini in rappresentanza del gregge ci vogliono.



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4I re magi

Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Mt 2,9-12

I magi (che stando ai vangeli non sono tre e non sono re, bensì) saggi persiani, appaiono unicamente nel Vangelo secondo Matteo. I loro nomi (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre) non sembrano essere stati attribuiti prima del VI secolo, ed è solo perché i doni menzionati sono tre che la tradizione popolare ha dedotto il loro numero. Vanno messi un po’ lontani dalla mangiatoia per indicare che sono in cammino, visto che il loro arrivo davanti a Gesù Bambino è fissato per il 6 gennaio, giorno dell’Epifania.



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5L’asino e il bue

Il bue conosce il proprietario
e l’asino la greppia del padrone,
ma Israele non conosce
e il mio popolo non comprende.

Is 1,3

Gli affezionati del presepe napoletano si dispiacciono di non trovare nei Vangeli il puntuale riferimento all’asino e al bue, e qualcuno si limita a rimandare al Vangelo apocrifo dello Pseudo-Matteo, dove si legge:

Due giorni dopo la nascita del Signore, Maria lasciò la grotta, entrò in una stalla e depose il bambino in una mangiatoia – e l’asino e il bue, flettendo le ginocchia, lo adorarono.

Ps. Mt. 14

Vero ma incompleto: il testo apocrifo fa infatti riferimento a un passaggio biblico canonicissimo, quello del primo capitolo di Isaia, che dà per l’appunto significato al riferimento dell’agiografo tardo. Gesù viene nel mondo per salvarlo e il mondo non lo riconosce – questo il dramma del Natale – ma la natura subumana offre qualche segnale: l’universo non è completamente inavvertito della nascita del Redentore.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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