Non fermatevi al titolo, anzi fermatevi ma soltanto un attimo per accusare il colpo. Forse ogni tanto bisogna chiedersi cosa sia la vera spontaneità, cosa la naturalezza in amore, e cosa lo renda davvero bello. L’amore è un elastico: a starlo sempre a tirare, prima o poi, anche se è di quello buono, si rompe. Oggi chiudo un occhio io,domani fai una rinuncia tu, prendi i figli, hai pagato Internet?, vado da mia mamma che devo aggiustarle la stufa, passa a comprare l’insalata per cena quando rientri…e via così: tira oggi tu, tiro oggi io, un po’ dalla mia parte, un po’ dalla tua, alla fine la quotidianità allenta anche i rapporti più solidi. È infima, la quotidianità, quando si infiltra giorno dopo giorno, come acqua nelle fessure che trova e che noi, non ci eravamo neanche accorti ci fossero finché una mattina facciamo la doccia…e allaghiamo il bagno.
Ma la quotidianità, a pensarci è proprio il motivo per cui, quel giorno, ci siamo detti “sì”: per condividere tutto, grandi sentimenti e bagni allagati! Forse, a quei due ragazzi freschi, belli, che si baciano sulla parete del salotto, pensiamo di non assomigliare più così tanto, ma in fondo, ce lo ricordiamo bene com’era, quell’amore sconsiderato e passionale, che una volta ci ha fatto mandare cento rose rosse in ufficio.
Quell’amore che, solo a pensarci, ci fa arrossire. A quei due ragazzi lì possiamo assomigliare ancora: ci basta essere un po’ falsi! E non lo dico io, lo dice uno che di relazioni se ne intende, il consulente per coppie e famiglie, Marco Scarmagnani: il segreto per sopravvivere alla routine è recitare (almeno qualche volta!) e soprattutto, recitarla bene, quella parte che poi era la nostra. La conosciamo, anche se il copione è un po’ strappato e dovremmo ripassare qualche battuta. Lo avessi saputo prima, comunque, un bel corso di teatro oltre al corso prematrimoniale lo avrei fatto, giusto per essere davvero preparata a tutto.
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E quando ci dicono che l’amore non è solo un bel sentimento, ma qualcosa che si costruisce, il punto è proprio questo: a volte la spontaneità non basta o a volte non c’è, perché tutte le energie se le prende il lavoro e la spontaneità, oggi, l’abbiamo esaurita in ufficio litigando col capo (lì sì che le parole escono con pure troppa enfasi, a volte!). Cosa resta per la nostra relazione, a parte le briciole e la stanchezza? Resta la nostra buona volontà, la voglia di mettere quel “sì” prima di tutto il resto, anche quando lo slancio facciamo fatica a trovarlo. Allora siamo falsi, impegniamoci nei gesti d’amore, nelle attenzioni, ricordiamoci di farli, i complimenti e le sorprese. Pensiamoci, a come erano quei due ragazzi nella foto.
Comunque, pure a essere naturali e autentici e a far vedere all’altro il nostro vero io, quello coi difetti, di cui spesso ci vergogniamo, quello che viene fuori solo tra le pareti di casa, ci vuole un certo allenamento. Non è che sia tutta questa spontaneità. Ci vuole tempo, anche tutta la vita: non ditemi che ai primi appuntamenti vi sparavate tre dessert di fila come fate ora quando vi porta a cena fuori. Alle prime uscite, me la ricordo io l’ansia che mi teneva in bagno a prepararmi almeno venti minuti: no, non era una cosa naturale, era una cosa voluta anche quella, era un po’ finzione anche lei, era voglia di piacere, di donare all’altro solo il meglio.
Ecco, è proprio quella volontà che il nostro essere “falsi” deve ritirare prepotentemente fuori.
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