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I nazisti lo uccisero a calci perché amava troppo

Teresio Olivelli
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Larry Peterson - pubblicato il 08/11/19
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Questo beato italiano di appena 29 anni subì una morte orrenda cercando di proteggere un compagno di prigioniaTeresio Olivelli era nato a Como nel 1916. I suoi genitori, Domenico Olivelli e Clelia Invernizzi, erano cattolici devoti che praticavano la loro fede con convinzione. Lo zio di Teresio era il sacerdote Rocco Invernizzi, e il ragazzo, crescendo, ricorreva a lui per ricevere orientamento spirituale.

Nel 1926 la sua famiglia si trasferì a Pavia, a circa 300 chilometri a sud di Como. Teresio aveva 10 anni ed era molto bravo in latino. Ottimo studente, dopo aver terminato la scuola secondaria iniziò gli studi pre-universitari presso il Collegio Ghislieri.

Teresio insisteva per confessarsi ogni settimana e per assistere alla Messa e ricevere Gesù nell’Eucaristia il più spesso possibile. La fede era la pietra angolare della sua vita.

Uscito dal Ghislieri nel 1934, iniziò a studiare Giurisprudenza all’Università di Pavia, laureandosi cum laude nel 1938. Si trasferì poi all’Università di Torino, dove venne contrattato come professore. In quel periodo iniziò un ministero di assistenza ai poveri e agli orfani della zona.

Teresio amava il suo lavoro e scrisse vari articoli sulle condizioni sociali della sua epoca, includendo raccomandazioni di leggi da promulgare per aiutare i più sfavoriti. La sua tesi sulla dignità umana di ogni persona, indipendentemente dalla razza, vinse un concorso di oratoria a Trieste. Fu sempre in questo periodo che Teresio imparò a parlare bene il tedesco.

Sempre consapevole delle difficoltà delle persone sfruttate e abusate, Teresio partì come volontario nella Guerra Civile spagnola. Nel 1939 si trasferì a Berlino. Inizialmente aveva creduto nella filosofia fascista e nazista, ma presto si rese conto di quanto fosse sbagliata.



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Nel 1941 si offrì volontario per combattere sul fronte russo, e rimase gravemente ferito per congelamento. Nel suo difficile viaggio di ritorno in Germania, lottando contro le temperature sotto lo zero e la neve fitta, fece di tutto per aiutare le persone ferite e agonizzanti, anche se si trattava solo di pregare e offrire sollievo spirituale.

Tornato in Germania, era ormai contro il fascismo. Rifiutò di giurare lealtà al Governo italiano, e i nazisti lo deportarono in Austria. In qualche modo riuscì a fuggire a Milano, dove arrivò nell’ottobre 1943.

Fondò subito un giornale clandestino e iniziò a promuovere il cristianesimo e le alternative cristiane al fascismo. Lo ripugnava il trattamento nei confronti degli ebrei, e si unì alla Resistenza italiana per far fronte al male. I nazisti lo arrestarono a Milano il 27 aprile 1944.

Lo accusarono di essere un leader dell’Organizzazione Cattolica Milanese, ostile ai fascisti e ai nazisti, e venne portato al carcere di San Vittore, dove ebbe inizio la sua tortura.

Trovato a condividere le sue esigue razioni di cibo con altri prigionieri, venne trasferito in un altro carcere e torturato di nuovo. Stavolta venne accusato di aiutare altri prigionieri feriti, e le torture furono maggiori.



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Venne quindi trasferito nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Baviera. Ancora una volta riprese la sua abitudine di assistere feriti, malati e moribondi. Divenne un “sostituto sacerdotale” nel campo, passando di prigioniero in prigioniero pregando per loro e offrendo conforto. Molti sopravvissuti testimoniarono che il suo aiuto e le sue preghiere salvarono tante vite mentre Teresio era lì.

Il giorno di Natale del 1944, Teresio si sedette accanto a un uomo agonizzante, tenendolo tra le braccia e pregando per lui. Quell’uomo si chiamava Odoardo Focherini, ed è stato beatificato nel 2013.

Il 17 gennaio 1945, Teresio vide picchiare selvaggiamente un prigioniero ucraino. Si gettò sul corpo di quel pover’uomo per proteggerlo, ma le guardie iniziarono a prenderlo a calci fino a ucciderlo. Aveva appena compiuto 29 anni.

Papa Francesco ha beatificato Teresio il 3 febbraio 2018.

Beato Teresio Olivelli, prega per noi!

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