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Elena, una piccola santa per l’eternità

Pablo e Marie subito dopo la nascita di Elena.

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Mathilde De Robien - pubblicato il 28/10/19
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Elena González Depreter non sarebbe vissuta che due ore e pochi minuti, a causa di una rara e grave malformazione del sistema nervoso chiamata anencefalia, riconosciuta alla 20esima settimana di gravidanza. Al momento della sua nascita, a termine, i suoi genitori hanno nondimeno avvertito un immenso senso di pienezza. Un momento così breve agli occhi degli uomini, ma tanto denso che s’è tutto riempito d’amore. I due hanno raccontato ad Aleteia la loro toccante testimonianza.

Cristo, quando camminò sulla nostra terra, ebbe una netta preferenza per i piú deboli. Egli disse che per entrare nel suo Regno bisognava essere come bambini piccoli. E non risulta che da allora abbia mutato parere. Viva Elena!

Questo è il messaggio scritto da un padre, amico di famiglia, sull’album dedicato alla breve vita di Elena. Parole che ricordano ai suoi genitori, Marie e Pablo González Depreter, che la loro bambina è “una piccola santa” davanti a Dio. La storia di Elena comincia qualche mese dopo il matrimonio dei suoi genitori, nell’aprile del 2018. Sua madre, Marie, 24 anni, è belga e professoressa a scuola. Suo padre, Pablo, 25 anni, è spagnolo e lavora per un sito di vendite online. Abitano a Madrid ed Elena è la loro prima figlia, la cui nascita era prevista per giugno 2019.

L’annuncio

Tutto traballa il giorno dell’ecografia, alla 20esima settimana di gravidanza. Il medico si sofferma in particolare su una zona, è visibilmente a disagio, si porta la mano alla bocca come se non sapesse come comunicare la cattiva notizia. Sceglie il metodo brutale e, voltandosi verso Marie, accenna di colpo: «La sua piccola ha una malformazione molto grave. Vuole abortire?». Fortemente scossa, Marie confida che in quel momento si sentiva come da un’altra parte, incapace di ascoltare di piú. Il medico si rivolse allora a Pablo, consigliandogli di porre fine alla vita di quella bambina che soffre di anencefalia e che non ha alcuna speranza di sopravvivere dopo il parto. Per Pablo e per Marie, però, la questione non si pone: amano già la loro piccola e porteranno a termine la gravidanza.



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Segnati da un vivo senso d’impotenza, si rivolgono a Dio. Sono al contempo scandalizzati e pieni di speranza. In rivolta per l’ingiustizia, con la domanda “perché noi?” che torna incessantemente, e tuttavia in supplica per un miracolo. Con questo scopo, si recano a messa sempre piú spesso e fanno un ritiro in una località mariana, a Madrid. Marie chiama sua figlia “la protetta di Dio”: se Dio glie l’affida, è perché sanno che essi l’ameranno fino all’ultimo istante della sua breve vita.


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La ginecologa della clinica universitaria di Navarra, a Madrid, adeguandosi alle loro convinzioni, li accompagna e trasforma il loro sguardo e il loro cuore:

Ci ha insegnato a vedere quel che non potevamo vedere, a comprendere che il poco tempo che avremmo passato con nostra figlia poteva essere il momento più felice della nostra vita. Ci ha spiegato, molto semplicemente, che Elena poteva avere una vita lunga.

Spiega Pablo:

Il tempo – ci disse – nessuno lo vede, ma sappiamo tutti che esiste. Se invece di misurarlo cronologicamente lo misuriamo in amore, che vita lunga avrà vostra figlia Elena.

La nascita

Arriva il giorno della nascita, programmata il 20 giugno 2019 nella clinica madrilena. Le due famiglie, una provenente dal Belgio e l’altra dalla Spagna, sono presenti accanto a Marie e Pablo. Il medico fa uno strappo alla regola e lascia entrare Pablo in sala operatoria, perché egli stesso possa battezzare Elena, ai loro occhi un gesto forte. Alle 20:40 Elena vede la luce, con taglio cesareo.

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@Gonzalez Depreter
Elena

Marie confida di aver sentito per qualche secondo un forte sentimento di paura. Paura di vedere la malformazione, paura di affrontare la morte della sua piccolina. È stato Pablo a prenderla fra le braccia. La contempla senza parole per due minuti, sopraffatto dalla gioia. Davanti a questa scena, Marie racconta di aver «dimenticato tutto».

Abbiamo dimenticato che sarebbe morta a breve, abbiamo dimenticato la malformazione… era cosí bella!

Elena è sostenuta dal pediatra, mentre Pablo la battezza con dell’acqua di Lourdes e con dell’acqua del Giordano. Due volte (sic!) «casomai Dio non avesse sentito bene», sottolinea non senza una qualche ironia.

Le ore a seguire – prosegue Pablo – sono probabilmente le piú belle di tutta la nostra vita. Tutta quella terribile attesa, tutta quella sofferenza sopportata trovavano lí compimento, nell’intensità di quel momento. Vedere Elena, toccarla, darle il nostro amore, baciarla ancora e ancora, presentarla a tutta la nostra famiglia… C’è un mistero in ogni vita, e questo mistero non si scopre in alcun momento in modo cosí singolare e cosí intenso come in quello della nascita.

Dopo due ore e undici minuti, Elena si è spenta nelle braccia di sua madre, avendo ricevuto tutto l’amore che potevamo prodigarle durante questo breve momento di eternità. Siamo stati e siamo i genitori piú felici che si possa essere. Ogni vita merita di essere vissuta. Rivivremmo tutto daccapo, passo dopo passo – la sofferenza, le attese, le disillusioni, la speranza e la disperazione – per vedere Elena ancora una volta. Le abbiamo dato tutto quello che potevamo darle. Le abbiamo offerto di poter vivere e morire tra le braccia di sua madre. Non c’è maggior motivo di fierezza che avere una figlia santa.

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@Gonzalez Depreter
Marie e sua figlia Elena

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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