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Burger King e McDonald’s ci ricordano che scienza e fede non sono in guerra

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Catholic Link - pubblicato il 18/10/19
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di Solange Paredes

Il video che commentiamo di seguito è presentato da David The Agency e si riferisce a un’iniziativa fantastica: “Un giorno senza Whooper” di Burger King. Si tratta di un unico giorno all’anno in cui Burger King non vende il suo acclamato Whooper in nessuno dei suoi locali.

Ma c’è di più: solo per quel giorno, esorta i suoi clienti a comprare l’hamburger star della concorrenza: il BigMac di McDonald’s. Il motivo? McDonald’s dona tutto il denaro proveniente dalle vendite del Big Mac per aiutare i bambini malati di cancro. Per questo, in un gesto di solidarietà, Burger King collabora con la causa della concorrenza a favore di un bene maggiore.

Nel video, si vedono la sorpresa e l’incredulità dei clienti quando viene detto loro di andare a comprare il cibo in un altro ristorante. Anche quando viene spiegato il motivo, risulta difficile da credere. È vero, infatti, che non è comune vedere atteggiamenti di questo tipo al giorno d’oggi, men che meno quando si tratta di grandi imprese e ci sono di mezzo interessi economici.

Come dice il Catechismo, però, “il principio di solidarietà, designato pure con il nome di ‘amicizia’ o di ‘carità sociale’, è una esigenza diretta della fraternità umana e cristiana” (CCC 1939).

Ciò vuol dire che la solidarietà non è opzionale per un cattolico, ma un’esigenza tipica della nostra condizione di seguaci di Cristo e del fatto di essere chiamati figli di Dio, ovvero di Colui che è l’Amore.

Solidarietà e amore per il prossimo

In termini biblici, è inevitabile pensare alla parabola del buon samaritano (Lc 10, 25-37). Come nel video, vediamo che il senso di solidarietà e amore per il prossimo prevale sulla propria comodità. Il samaritano ha aiutato il giudeo, nonostante la notevole inimicizia tra giudei e samaritani. La parabola di Gesù termina dicendo senza giri di parole né condizioni: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

Grazie a Silvana Ramos, brillante autrice di Catholic Link, mi sono reso conto che questo può essere trasposto anche al rapporto tra scienza e fede.

Scienza e fede?

Questa settimana sono tornato da un corso che mi ha permesso di stare poco più di un mese presso il National Institutes of Health (NIH). Questo organismo federale statunitense è la più importante istituzione di studi biomedici degli Stati Uniti, e una delle più rispettate a livello mondiale.

Questa mecca del sapere è guidata dal dottor Francis Collins, importante scienziato che si è occupato del progetto Genoma Umano (1993-2008) ed è l’unico direttore del NIH ad aver esercitato il suo incarico sotto due presidenze diverse (Obama e Trump).

Oltre ad essere un genetista di fama mondiale, per alcuni il padre della genetica moderna, Collins è autore del libro The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief (Il Linguaggio di Dio: Uno Scienziato Presenta Prove per Credere).

Secondo i critici, il testo offre la spiegazione migliore sull’integrazione tra fede e logica partendo dal libro di C.S. Lewis “Il cristianesimo così com’è”. Collins mostra che la scienza non è in conflitto con la Bibbia, ma può addirittura incrementare la fede.

Collins ha anche fondato un’iniziativa chiamata BioLogos, uno spazio online in cui si possono porre domande, discutere temi e imparare dalle migliori menti cristiani in termini di scienza e teologia.

La scienza e il cristianesimo non sono in guerra

Anche se ancora oggi molta gente pensa che scienza e fede (in particolare il cristianesimo) siano in guerra tra loro, esistono numerosi documenti nella Chiesa (encicliche dei nostri Papi, scritti di Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino e San John Henry Newman, tra gli altri) che indicano come non sia necessario scegliere una di loro, perché non sono in conflitto.

Al contrario, «la religione puo aver un impatto positivo sulla scienza come lo sviluppo della medicina etica moderna, mentre la scienza può migliorare la vita spirituale dei credenti, perché i cristiani si rallegrano per le scoperte scientifiche che rivelano la gloria del Dio creatore» (BioLogos).

Scienza e fede, quindi, non solo non sono opposte, ma devono essere alleate per promuovere lo sviluppo dell’umanità e aiutare l’essere umano nella ricerca della Verità. Nella sua enciclica Fides et Ratio, Papa San Giovanni Paolo II diceva che “la fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità”.

In un altro documento, poi, segnalava che “la scienza può purificare la religione dall’errore e dalla superstizione; la religione può purificare la scienza dall’idolatria e dai falsi assoluti. Ciascuna può aiutare l’altra ad entrare in un mondo più ampio, un mondo in cui possono prosperare entrambe”.

Riunire ciò che l’uomo ha separato

Condivido infine con voi un estratto dal discorso del nuovo santo britannico, John Henry Newman, pronunciato nella chiesa dell’Università Cattolica d’Irlanda:

“Immagino che sia dunque questo l’obiettivo della Santa Sede e della Chiesa cattolica nel fondare università: tornare a unire cose che all’inizio erano unite da Dio e che sono state separate dall’uomo.

Alcune personalità diranno che sto pensando a limitare, deformare e atrofizzare lo sviluppo dell’intelletto attraverso la supervisione ecclesiastica. Non ho questa intenzione, né ho alcuna intenzione di transigenza, come se la religione dovesse rinunciare a qualcosa e la scienza anche.

Desidero che l’intelletto si espanda con la massima libertà, e che la religione goda di pari libertà, ma quello che pongo come condizione è che debbano incontrarsi nello stesso luogo, ed esemplificando nelle stesse persone…

Non mi soddisferà quello che soddisfa tanti, avere due sistemi indipendenti, intellettuale e religioso, che camminano uno al fianco dell’altro allo stesso tempo, per una specie di divisione del lavoro, e riuniti solo accidentalmente. Non mi soddisferà se… i giovani conversano con la scienza tutto il giorno e si presentano davanti alla religione la notte…

La devozione non è una specie di finale offerto alle scienze, né la scienza è un ornamento o un tratto insignificante della devozione. Voglio che gli intellettuali secolari siano religiosi, e che gli ecclesiastici devoti siano intellettuali”.

Nostro Signore ci dia la grazia di amarlo per portare il suo amore agli altri, per essere solidali e vivere in modo retto. Preghiamo per riuscire a conciliare la nostra vita professionale con quella spirituale, dando testimonianza della nostra fede nella qualità del nostro agire, qualunque sia il nostro compito o la nostra professione. Così sia.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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