Santa Teresa di Lisieux ci incoraggia a confidare nella misericordia di Dio, soprattutto quando non Gli siamo fedeliUna delle prime cose da fare quando la vita diventa difficile e non riusciamo a rimanere fedeli a Dio è confidare in Lui. Guardiamo la nostra vita e pensiamo: “Dove sei, Dio?”, o “Non ce la faccio”. Tutto questo si accentua quando la nostra forza di volontà è indebolita e soccombiamo a varie tentazioni.
In momenti di questo tipo, Santa Teresa di Lisieux ci esorta a correre come un bambino tra le braccia del nostro Padre celeste:
“[Un bambino che ha peccato] si getta tra le braccia del padre, dicendogli che gli dispiace di averlo ferito, che gli vuole bene, e che glielo proverà essendo buono d’ora in poi… Poi, se quel bambino chiede al padre di punirlo con un bacio, non penso che il padre felice potrà indurire il suo cuore di fronte alla fiducia filiale del figlio, conoscendone la sincerità e l’amore”.
Un’azione del genere richiede una profonda fiducia in Dio, non vedendolo come un padre vendicativo che punisce i propri figli in modo superfluo, ma come un Padre amorevole e misericordioso, pronto ad accoglierci e a guarire le nostre ferite.
Santa Teresa lo diceva per esperienza, visto che ammetteva pienamente alla sorella di non essere perfetta.
“Ho paura di non aver detto il più necessario. Forse penserai che faccia sempre quello che dico. Oh! no, non sono sempre fedele, ma non mi scoraggio mai. M’abbandono nelle braccia di Gesù. La « gocciolina di rugiada » cala più a fondo nel calice del Fiore dei campi e là ritrova tutto quello che ha perduto e molto di più ancora”.
Questa immagine del correre verso Gesù e permettergli di abbracciarci è molto amata da Santa Teresa, che ci ritorna spesso nei suoi scritti e incoraggia altri ad avere una simile fiducia in Dio.
Quando le cose diventano difficili e cadiamo, o iniziamo a dubitare nella bontà di Dio, la cosa migliore da fare è ricorrere a Lui. Richiede un cuore filiale, che non teme l’ira di Dio, ma confida nella sua misericordia.