Il mistero lo svela Don Giuseppe Tomaselli, noto esorcistaNonostante il grande interesse di Padre Pio per il luogo di culto micaelitico alla grotta di Monte Sant’Angelo nelle Puglie, dai documenti che sono arrivati a noi, risulta che Padre Pio si recò solo una volta in pellegrinaggio alla grotta di Monte Sant’Angelo, quel 2 luglio del 1917. Viene da chiedersi: come mai da allora non vi fece più ritorno?
Eppure non esiste alcun motivo ostativo, che avrebbe impedito il suo ritorno a Monte Sant’Angelo. Anzi, San Michele era uno dei santi più pregati da Pio. E allora perchè questa “diserzione” che si protrasse fino alla sua morte?
In realtà Padre Pio scelse un modo diverso per essere presente nella Grotta di San Michele. Anche se non ci sono testimonianze ufficiali che riportano ulteriori visite del frate cappuccino nella grotta dell’Arcangelo, alcuni studiosi della vita di Padre Pio affermano che egli si sia “recato” al santuario in tante altre occasioni, ma attraverso la bilocazione.
Il salesiano Don Giuseppe Tomaselli, famoso sacerdote esorcista ed apostolo di Messina, che ebbe numerosi contatti con Padre Pio, raccontò un fatto interessante a questo proposito: “Un gruppo di persone di Tortoreto Lido, in provincia di Teramo, avendo sentito parlare di Padre Pio decise di recarsi in treno a San Giovanni Rotondo per conoscerlo. In treno incontrarono un prelato che chiese loro dove erano diretti: “Andiamo a San Giovanni Rotondo, rispose uno, pare che lì ci sia un frate che fa miracoli”. “Ma chi è questo frate?”, chiese il prelato. “Andate piuttosto al santuario di Monte Sant’Angelo. Lì c’è veramente uno che fa miracoli, San Michele Arcangelo”.
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Una volta scesi dal treno. questi devoti rimasero disorientati se andare a San Giovanni o a Monte Sant’Angelo. Alla fine in essi prevalse il proposito di recarsi da Padre Pio. Il frate li ricevette e, durante il colloquio, iniziò a comportarsi in maniera strana: apriva e chiudeva un cassetto, senza un motivo valido. Quel cassetto, infatti era vuoto, si vedeva benissimo. Al termine della visita, prima di salutare gli ospiti, Padre Pio estrasse da quel cassetto diverse immagini raffiguranti l’Arcangelo di Monte Sant’Angelo e li consegnò ad ognuno dei fedeli.
La sorpresa fu grande quando Padre Pio, dopo aver distribuito i santini, se ne uscì con questa frase: “Così potrete dire di essere stati al santuario di San Michele”. Tutti si convinsero – conclude don Tomaselli – che nello stesso momento in cui parlava con loro si fosse recato in bilocazione nel santuario. Non a caso Padre Pio ripeteva spesso ai suoi devoti: “Io alla grotta santa di Monte Sant’Angelo ci vado sempre”. Spesso i suoi figli spirituali gli dicevano: “Padre, dateci la santa benedizione, perché andiamo a San Michele”. Ed egli, contento, rispondeva: “Lassù, pregate pure per me”.
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Ad un fedele che era indeciso se andare o meno a San Michele, prima di ripartire per la sua città, così il Padre rispose: “Sì, sì, bisogna andarci! A San Michele bisogna andarci coi propri piedi, altrimenti si andrà con la bara sulle spalle … “. Cioè a dire, che un giorno si avrà a tenere il giudizio dell’Arcangelo, il quale peserà i nostri peccati con la sua bilancia.
Una sua figlia spirituale, trovandosi in una particolarissima e penosissima situazione e dovendo risolvere un delicatissimo problema, si recò in confessione da Padre Pio, il quale, dopo averla ascoltata, le disse: “E tu non l’hai l’avvucato a lu paese tuo?… “.
La penitente rispose: “Quale avvocato, Padre?”. E lui ancora: “T’ho detto, tu non l’hai l’avvucato a lu paese tuo?…”. Quell’anima, sulle prime, non capì la risposta, avuta da Padre Pio, risposta a cui in seguito lei stessa diede la giusta spiegazione, e attese ancora dietro il confessionale per ricevere un’altra parola chiarificatrice da Padre Pio. Ma il frate, paternamente la licenziò.
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Quella donna, con una grande speranza nel cuore e fiduciosa nelle parole del suo confessore, si allontanò da San Giovanni Rotondo, convinta di ritrovare la luce, e che avrebbe risolto quanto le stava a cuore. Giunta al suo paese di origine, si trovò a pregare San Michele, il quale era il patrono del suo stesso paese in cui proprio in quei giorni veniva festeggiato. La preghiera all’Arcangelo che capitò sotto gli occhi della donna così diceva: “O glorioso mio protettore e avvocato San Michele…”. A queste invocazioni, la donna comprese chiaramente che doveva rivolgersi al principe delle milizie celesti, ricordando le parole del frate del Gargano, e che San Michele era il suo avvocato. A lui si raccomandò caldamente e grazie all’Arcangelo ogni cosa riuscì secondo i suoi desideri.
Orbene, conoscendo Padre Pio la potenza e la grandezza di San Michele, desiderava che egli venisse conosciuto e amato dai suoi figli spirituali, a questo proposito nel nuovo santuario della Madonna delle Grazie, come già abbiamo ricordato, fece addirittura costruire un altare tutto particolare in onore del Santo Arcangelo.
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