Il simbolismo cristiano è pieno di dolci metafore“Per via della sua operosità”, si legge nel classico di George Ferguson Signs and Symbols in Christian Art, “l’ape è diventata simbolo di attività, diligenza, lavoro e buon ordine”. Alcune leggende antiche sostengono anche che le api non dormano mai, e quindi la loro immagine viene spesso usata “per rappresentare la vigilanza cristiana e lo zelo nell’acquisire la virtù”, indica l’autore.
Non tutte le api che ritroviamo nell’arte cristiana rappresentano necessariamente queste virtù. Un esempio è il caso della famiglia nobile Barberini, che spiccò nel XVII secolo e a cui apparteneva Papa Urbano VIII. Il suo stemma papale includeva quello della sua famiglia, con tre api sormontate dalla tiara papale e dalle chiavi incrociate di San Pietro. Alcuni dei grandi monumenti di Roma, come il baldacchino della basilica di San Pietro, riportano questo simbolo.
Leggi anche:
La narratività come centro dell’arte cristiana
Ma le api sono una cosa, gli alveari un’altra. Perché troviamo degli alveari nell’arte cristiana?
Sembra che la questione sia da attribuire a Sant’Ambrogio.
Una leggenda afferma che quando era piccolo uno sciame di api si posò sul volto di Ambrogio mentre stava riposando nella sua culla, lasciando una goccia di miele. Suo padre, prosegue la leggenda, comprese che era un segno della sua futura eloquenza e della sua lingua “di miele”. Ambrogio, infatti, divenne uno scrittore prolifico e un eloquente predicatore.
Ma c’è di più, perché fu proprio Ambrogio a paragonare la Chiesa a un alveare: “l’alveare”, si legge nel libro di Ferguson, “è il simbolo di una comunità pia e unificata”.
Il cristiano, allora, è paragonato a un’ape, che lavora per il bene comune dell’alveare a cui dedica il suo lavoro e la sua vita.