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Un imam si laurea in teologia. “Innamorato di Gesù”: la storia di Hamden Al Zeqri

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/10/19
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Guida spirituale musulmana nel carcere di Sollicciano a Firenze, l’imam per quattro anni Al-Zeqri ha studiato a fianco di seminaristi, sacerdoti e suore. “Ma resto musulmano”

Una storia di dialogo interreligioso Hamdan Al Zeqri, 33 anni, da 16 in Italia, il 15 ottobre discuterà la tesi e diventerà dottore in scienze religiose.

«Resto musulmano, ma amo Gesù, perché Islam e Cristo sono vicinissimi», afferma l’ex profugo yemenita, attuale guida spirituale musulmana nel carcere di Sollicciano. Non a caso il titolo della tesi “Profilo e responsabilità del ministro di culto islamico in carcere”.

Al Zeqri è cittadino italiano dal 2017, lavora in un’azienda aerospaziale del Mugello ed è anche mediatore culturale in tribunale. Nella comunità islamica fiorentina siede nel consiglio direttivo ricoprendo il ruolo di responsabile del dialogo interreligioso, e della formazione spirituale coranica ai giovani.

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Studi pagati dalla Curia

Gli studi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale gli sono stati pagati dalla Curia di Firenze, mentre l’iscrizione a Teologia cristiana è stata fortemente voluta dalla Comunità islamica fiorentina nell’ottica di rafforzare il dialogo interreligioso anche attraverso la conoscenza diretta della religione cristiana.



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Gesù e l’Islam

Per quattro anni Al-Zeqri ha studiato a fianco di seminaristi, sacerdoti e suore. «Molti dei miei migliori amici sono preti – spiega. – E’ stata un’esperienza per andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi, per conoscere gli altri oltre i luoghi comuni. Ho scoperto che Islam e Cristianesimo hanno tantissimo in comune sul piano umano e sociale. Resto un musulmano ma sono innamorato di Gesù. Più capivo chi era Gesù, meglio vivevo il mio essere islamico».

Hamdan Al-zeqri

Facebook – Hamdan Al-zeqri

Nessuna conversione “forzata”

Per Al-Zeqri, «la verità è che studiare la religione degli altri non significa affatto rischiare di convertirsi ma capire loro fino in fondo». «Sia ben chiaro – osserva ancora – la Diocesi di Firenze, a tutti i livelli, non solo non ha tentato di convertirmi. ma mi ha appoggiato in tutti i modi e cercato di farmi sentire a mio agio come islamico» (Il Tirreno, 6 ottobre).



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