In una bella abbazia vicino a Strasburgo, una badessa coinvolse le monache del convento in un’impresa letteraria, intellettuale, spirituale e artistica eccezionalePer anni, le religiose scrissero di diverse discipline e illuminarono con decine di disegni un compendio del sapere che sarebbe passato alla storia come Giardino delle Delizie.
Herrad di Landsberg nacque verso il 1130 in un castello situato nella zona del Basso Reno in una famiglia appartenente alla nobiltà alsaziana. In una data incerta, Herrad entrò nell’abbazia agostiniana di Hohenburg, situata sui monti Vosgi e nota anche come convento di Sant’Ottilia. Quando Herrad prese l’abito, il convento era sotto la tutela di una badessa di nome Relinda, che aveva reso il centro religioso uno dei più prosperi della zona. Protetta dall’imperatore Federico I Barbarossa, Relinda dirigeva Hohenburg come una grande impresa in cui le sue figlie spirituali ricevevano un’ottima educazione.
Il convento in cui Herrad visse quasi tutta la vita non era un’eccezione nel Medioevo. In tutto l’orbe cristiano, i monasteri divennero uno dei principali centri del sapere. Per le donne, a cui era vietato l’accesso alle prime università medievali, si eressero come autentici templi del sapere. Come Ildegarda di Bingen nel suo convento di Eibingen o Roswitha di Gandersheim nel X secolo, senza dimenticare le tante mistiche medievali, Relinda fece di Hohenburg un centro spirituale per le monache, ma anche un centro di ricerca del sapere.
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Alla morte di Relinda, nel 1167, Herrad venne eletta a succederle. All’epoca aveva assunto da tempo la responsabilità di insegnare alle altre religiose, e aveva avviato un progetto che l’avrebbe resa una delle donne più illustri del XII secolo.
Herrad raccolse il sapere in vari campi: storia, filosofia, teologia, temi biblici, poesia e composizioni musicali sono alcuni dei settori inclusi nell’Hortus Deliciarum, o Giardino delle Delizie, scritto in latino e in tedesco. Herrad diresse l’edizione dell’opera, che venne eseguita dalle monache di Hohenburg, che oltre a scrivere più di 600 pagine le abbellirono con oltre 300 illustrazioni. Nell’opera diretta da Herrad appaiono i primi brani musicali polifonici conosciuti le cui autrici furono religiose.
Oltre a dirigere l’opera, Herrad potrebbe aver partecipato anche alla creazione di poemi e inni inclusi in essa. Tra le tante illustrazioni del libro, spicca una curiosa serie di ritratti delle monache che presero parte alla sua creazione e di Herrad stessa.
Herrad spiegava così nella sua introduzione alla grande opera la ragione del suo progetto:
“Herrad, per grazia di Dio badessa, pur se indegna, della chiesa di Hohenburg, alle dolci vergini di Cristo che lavorano fedelmente a Hohenburg […]. Faccio sapere alle vostra santità che, come una piccola ape ispirata da Dio, ho raccolto dai diversi fiori delle Sacre Scritture e dagli scritti filosofici in questo libro, intitolato Hortus Deliciarum, e l’ho riunito per lode e onore di Cristo e per amore per la Chiesa, come se fosse un dolce favo”.
Il Giardino delle Delizie aveva l’obiettivo di diventare una sorta di enciclopedia illustrata utile per le donne della comunità religiosa di Hohenburg. Per anni le monache rispettarono la massima Ora et labora. Le loro lunghe ore di studio e lavoro diedero come frutto un’opera eccezionale e un esempio di quello che le donne potevano creare nel Medioevo. Herrad continuò a dirigere la vita spirituale e terrena di Hohenburg per quasi trent’anni, fino alla morte nel 1195.
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La sua opera è rimasta custodita dalle religiose dietro le mura di Hohenburg per secoli, fino a quando è stata trasferita nella biblioteca municipale di Strasburgo. Nel XIX secolo sono state realizzate varie copie che hanno permesso di salvare l’eredità di Herrad e delle sue religiose quando un fatidico incendio durante la guerra franco-prussiana ha distrutto l’Hortus Deliciarum originale. Grazie a quelle copie sappiamo dell’esistenza non solo di un libro eccezionale, ma anche di una donna brillante che nel Medioevo ha fatto del suo convento un centro esemplare del sapere.