Jessye Norman, soprano americano, è morta 74enne a New York lo scorso 30 settembre, in seguito a una setticemia. Cantante fuoriclasse, lascia dietro di sé indimenticabili interpretazioni, in particolare le sue “Ave Maria”, che culleranno l’umanità per molto tempo ancora.
Voce “potente”, “sontuosa”, “luccicante”: non si fa economia di aggettivi, in questi giorni, per evocare uno dei soprani più noti del pianeta. Deceduta lunedì 30 settembre in seguito a complicazioni causate da una lesione alla colonna vertebrale, Jessye Norman lascia nel lutto numerosi ammiratori.
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Dotata di una voce eccezionale e potente, la cantante è riuscita a conquistare prestissimo le più grandi ribalte. Tra le sue belle interpretazioni, risultano indimenticabili a molti le “Ave Maria”, la più bella tra le preghiere rivolte alla Vergine. La cantante incantò più volte numerose platee internazionali facendo risuonare le dolci melodie di Franz Schubert e di Charles Gounod. Quest’ultimo, fervente cristiano (lo chiamavano “padre Gounod”, tanto la sua fede era pervasiva nella di lui opera), sarebbe stato certamente molto colpito dalla sensibilità di Jessye Norman. Nel 1992 interpretò la sua Ave Maria a Notre-Dame de Paris accompagnata dall’orchestra dell’Opera di Lione.
Anche se è maggiormente nota per i suoi ruoli operistici – pensiamo all’incredibile interpretazione della parte di Didone nel Didone ed Enea di Purcell, che ha strappato lacrime a profusione dagli occhi dei melomani – ella ha pure saputo ritagliarsi un posto tra i grandi di questo mondo prestando la propria voce durante cerimonie religiose ufficiali.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]