Se siete continuamente distratti quando cercate di parlare con Dio, usate questo semplice rimedioSpesso ci ritroviamo a sperare di trascorrere un po’ di tempo di qualità in preghiera, ma poi la nostra mente vaga tra pensieri che non hanno nulla a che vedere con Dio. Può essere frustrante, perché vogliamo davvero pregare, ma siamo semplicemente troppo distratti.
Uno degli errori più comuni che tutti commettiamo è pensare che la preghiera sia simile a una telefonata, in cui prendiamo il telefono, componiamo un numero e aspettiamo che Dio risponda dall’altra parte. Se la pensiamo così siamo noi a iniziare la preghiera, e Dio è quello che deve rispondere.
Se non sentiamo che Dio prende il telefono dall’altra parte, la nostra mente inizia immediatamente a cercare dei diversivi e si annoia aspettando che Egli risponda alla nostra preghiera.
Questo modo di pensare deve però essere corretto, perché non siamo mai noi a iniziare la preghiera. Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega che “Dio, per primo, chiama l’uomo. Sia che l’uomo dimentichi il suo Creatore oppure si nasconda lontano dal suo volto, sia che corra dietro ai propri idoli o accusi la divinità di averlo abbandonato, il Dio vivo e vero chiama incessantemente ogni persona al misterioso incontro della preghiera. Questo passo d’amore del Dio fedele viene sempre per primo nella preghiera; il passo dell’uomo è sempre una risposta” (CCC, 2567)
Quello che spesso dimentichiamo è che Dio bussa sempre alla nostra porta. Vuole che preghiamo, ed è già lì ad attenderci. Ha rivelato questa verità nel Vangelo di Giovanni quando ha detto “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi” (Giovanni 15, 16).
In realtà, l’analogia con il telefono funziona al contrario. Quando ci disponiamo a pregare, è come prendere un telefono che ha suonato tutto il giorno. Dio ci ha chiamati alla preghiera, ed è già dall’altra parte.
È un aspetto che non consideriamo abbastanza. È troppo facile pensare alla preghiera come a una nostra iniziativa e aspettarci che Dio risponda alle nostre necessità. Non riusciamo a capire che la nostra preghiera è in realtà una risposta all’amore di Dio e che ogni richiesta che abbiamo è qualcosa che Dio ha aspettato di ascoltare.
Il motivo per il quale cambiare il nostro modo di pensare alla preghiera in questo modo può eliminare la maggior parte delle distrazioni è perché ancor prima di entrare in preghiera riconosciamo che Dio ci sta aspettando. Quando ci accostiamo alla preghiera con questa idea, permettiamo a Dio di controllare la situazione e Lo immaginiamo già lì nella stanza con noi, che aspetta pazientemente.
Questo fa iniziare ben il nostro momento di preghiera, riconoscendo la presenza di Dio e il Suo desiderio di comunicare l’amore che prova per noi. Anziché cogliere la presenza di Dio, la riceviamo e sappiamo che vuole dirci qualcosa che giorno dopo giorno cambierà la nostra vita per sempre.