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«Il diavolo ha pianto davanti a me», parla l'”assistente” di Don Amorth

ANGELA MUSOLESI, DON AMORTH
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Annalisa Teggi - pubblicato il 02/10/19 - aggiornato il 25/01/23
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Sorella Angela Musolesi ha seguito per più di 30 anni gli insegnamenti di Don Gabriele Amorth, in questa intervista ci offre uno sguardo di aiuto concreto per sostenere la famiglia dalle tentazioni del maligno.

Sorella Angela Musolesi ha seguito per più di 30 anni gli insegnamenti di Don Gabriele Amorth, in questa intervista ci offre uno sguardo di aiuto concreto per sostenere la famiglia dalle tentazioni del maligno.

Sorella Angela Musolesi è una suora laica francescana che si è specializzata nel Ministero di Liberazione. È stata collaboratrice per circa 30 anni di Don Gabriele Amorth, insieme a cui ha scritto anche dei libri su come liberarsi dall’azione del demonio. Ha fondato I figli della Luce che hanno questa vocazione: “Siamo nati in modo spontaneo, per volontà del Padre. In maniera molto semplice, preghiamo costituendo cenacoli di preghiera presso le famiglie. Le stesse famiglie, riunite con altri amici, effettuano su coloro che lo richiedono preghiere di intercessione. Vogliamo essere testimoni coraggiosi della misericordia di Dio per offrire al mondo la gioia di Dio, il Suo infinito amore”.

Abbiamo intervistato sorella Angela soprattutto in merito al tema della famiglia, perché le testimonianze raccolte nella sua lunga esperienza evidenziano che il matrimonio è obiettivo privilegiato per l’azione del male. Il desiderio è quello di liberare quest’argomento dal velo della pura superstizione o dall’ombra della paura. Lei è stata di grande chiarezza e disponibilità.


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Cara Angela, grazie della tua disponibilità a scambiare qualche riflessione con Aleteia For Her. Comincio con una domanda diretta: dobbiamo avere paura del diavolo?

Ti racconto un episodio accadutomi due giorni fa. Il demonio ha paura di noi, di noi che abbiamo una fede certa. Ha paura perché sa che siamo di Dio. Due giorni fa stavo pregando con un sacerdote per una persona, mentre facevo le preghiere di liberazione si è presentato Satana; era molto arrabbiato e ha ripetuto: “Ti ammazzo, ti ammazzo”. Gli ho risposto: “Tu non puoi farmi nulla perché sono molto protetta dall’Immacolata”. Gli ho indicato la statua di Maria Santissima ed ho ripetuto la frase tre volte. Alla terza volta che gli ho ricordato la protezione dell’Immacolata, si è messo a piangere. Mi ha colpito. Io medito molto su tutto quello che mi capita, tanto che mi chiamano, ironicamente, cartesiana. Mi ha colpito questo episodio: ha pianto. Significa che Satana sa bene la verità, sa bene che la Madonna lo ha sconfitto. Satana sa bene di essere stato vinto da Maria e che ai protetti da Maria – persone di fede che si affidano a Lei – non può fare niente. Satana ha pianto perché sa di essere uno sconfitto, quindi noi non dovremmo avere paura di lui. In parte bisognerebbe anche screditare quella frase che talvolta si dice ai sacerdoti in seminario: “Se non lo disturbi, non ti viene a disturbare”. Chi dice così va contro la Dottrina della Chiesa che dice che davanti a noi c’è sempre il Signore e dietro abbiamo il diavolo che gli spinge contro in ogni istante; ma se noi abbiamo la fede e la potenza dello Spirito Santo è in noi, il diavolo non può fare niente.

Anche chi non fa un’esperienza di fede s’incrocia con la parola “diavolo”, magari lo pensa come un mostro più immaginario che reale. Mi aiuti a fare un po’ di chiarezza: chi è il diavolo?

Lo spieghiamo con le parole del Vangelo che lo definiscono un’entità pensante. Non è solo un pensiero di negatività e di cattiveria, il diavolo è proprio un essere pensante. Per rendere l’idea di cosa significhi: nell’inferno, che è uno stato dell’anima di estrema negatività e dove peraltro i diavoli litigano tra di loro, ci sono escrementi e c’è il fuoco che brucia: quindi è sì uno stato dell’anima, ma è reale.


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Una cosa che mi colpisce molto nei tuoi libri, in cui la tua esperienza si affianca passo dopo passo a quella di Don Amorth, è la potenza della Madonna. Leggendo le testimonianze di liberazione dall’oppressione del maligno a cui sei stata presente è clamoroso vedere documentata la rabbia che il diavolo manifesta proprio per l’arma più potente che Maria ha, la sua umiltà.

Teniamo innanzitutto presente che gli insegnamenti che io ripeto sono quelli di Don Amorth, che all’interno della Chiesa alcuni contestano. Ad esempio, viene contestato da alcuni il fatto che le suore e i preti possano comandare al demonio; come risulta da interviste e video, Don Amorth ricordava che le preghiere di liberazione sono preghiere private, scritte da preti, che chiunque può fare, anche quelle che comandano al demonio.

Veniamo a Maria. Poco tempo fa mi è capitato di pregare per una persona oppressa dal maligno con un prete che aderisce ai princìpi di Don Amorth e si è unito a noi, ai Figli della Luce che ho fondato. Prima ha comandato lui a ogni legione immonda di andare via dalla persona, poi io l’ho ripetuto. Satana si è presentato e ha detto: “Non prendo ordini da una donna”. “Ah no?” ho risposto e ho preso l’immagine di Maria e gli ho ricordato che è stato sconfitto da una donna, allora è andato su tutte le furie. Tieni presente che i princìpi di Satana sono innanzitutto la convinzione di essere il più grande, e poi che le donne non valgono niente. Per questa sua logica è pazzesco ammettere di essere stato sconfitto da una donna, di qui la disperazione che manifesta quando gli viene ricordato. Qualche volta l’ho sentito dire di Maria: “Madre vostra, non madre mia”.

È uno smacco indicibile per il più orgoglioso inchinarsi di fronte alla più umile…

La superbia! E gli uomini superbi non si accorgono di esprimersi a parole come il diavolo. Spesso lui si riferisce agli uomini chiamandoli “teste di c…”, espressione che sentiamo dire tantissime volte in bocca alla gente. Quell’espressione rende volgarmente l’idea di quale stima il diavolo abbia degli uomini! Ricordiamocelo …  ci chiama così. In ogni circostanza molto dipende dalla fede che ciascuno ha, perché la potenza della preghiera dipende direttamente dalla fede che uno ha.


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Com’è cominciata la storia del tuo percorso di fede e preghiera accanto a Don Amorth?

Semplicemente, molti anni fa – qualcosa più di trenta – mentre pregavo ho detto a Dio: “Per qualunque cosa, manda me”. L’ho detto così, ma il Signore ci prende in parola. Pochissimo tempo dopo sono entrata a far parte di un gruppo di preghiera a cui partecipava anche Don Amorth, tenendo delle catechesi. Si trattava di un gruppo fondato da un marito e una moglie che lo aiutavano durante gli esorcismi, perché c’è sempre bisogno di un gruppo di preghiera che sostenga il sacerdote. Anche perché occorre qualcuno che assista le persone possedute: quando si comanda ai demoni di andar via, loro si arrabbiano molto; danno calci, sputano. C’è bisogno di sostegno. Anche io mi sono messa su questa strada, ho approfondito il valore delle preghiere di liberazione e il Signore, che è un grande pedagogo, ha cominciato a mandarmi casi semplici e poi via via più complicati. Da allora continuato a seguire le catechesi di Don Amorth e i suoi insegnamenti.

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GIULIO NAPOLITANO/AFP

Per chi non è esperto, spieghiamo la differenza tra esorcismo e preghiera di liberazione?

L’esorcismo è stato istituito dalla Chiesa e può essere fatto solo dai sacerdoti nominati dai vescovi. Solo ed esclusivamente loro lo possono fare. Le preghiere di liberazione sono preghiere private e che non sono assolutamente presenti nel rituale dell’esorcismo. Sono preghiere scritte da sacerdoti e possono essere o implorative a Dio (del tipo “Signore, abbi pietà di me, liberalo …”) oppure imperative al demonio, però come dicevo prima, alcuni sostengono che quest’ultime non si possono fare.


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Gli insegnamenti di Don Amorth approvano anche le preghiere imperative al demonio. Ci tengo a precisarlo, ci sono interviste – che si possono vedere anche su Youtube – in cui Don Amorth dice che qualunque prete o suora può fare queste preghiere in cui si comanda a ogni legione immonda di andare via e le possono fare anche gruppi di preghiera che siano ben preparati. Ci sono anche casi di persone che vengono da noi (cioè dai Figli della Luce) dopo essere stati da un esorcista che non ha trovato nulla in loro; poi arrivano da noi e si scatena l’inferno. Non sto dicendo che noi siamo meglio o che ci sono delle fazioni, voglio ricordare che tutto dipende dalla fede che ha chi prega.

Ecco, in merito alla possessione diabolica si tende a pensare che sia un’esperienza rara ed estrema. Si pensa ai film horror. Oppure si ascoltano certe storie e le si archivia facilmente dicendo “a me non capiterà mai”. Invece le testimonianze che racconti svelano la presenza quotidiana del male, le maledizioni sono una triste realtà molto frequente. Cosa puoi dire in merito, per aiutarci sia a non cadere nella trappola della suggestione sia a tenere gli occhi aperti?

A parte la possessione diabolica, ci sono molte fasi intermedie in cui la persona subisce delle vessazioni. Questo stato di oppressione incide tantissimo nella vita quotidiana di una persona: ad esempio può capitare che un’azienda vada male, che il soggetto stia male fisicamente a seguito di maledizioni che gli sono state fatte. Questa situazione intermedia di vessazione può bloccare l’individuo, perché c’è un collegamento con il maligno. A parte questo, anche le possessioni sono più estese di quanto si creda; come diceva Don Amorth negli ultimi tempi, e lo ha detto anche a me personalmente, quando fanno una maledizione sul matrimonio di qualcuno, purtroppo, anche la prole ne risente ed è oppressa anche pesantemente. È inutile dire: “Non bisogna spaventare la gente!”. Io non voglio spaventare la gente, voglio dire la verità che vedo. Un altro elemento che suscita scetticismo è che non sempre la possessione o vessazione si manifesta subito, quindi si tende a liquidare in fretta la cosa se i segni non arrivano immediatamente. A me è capitato, attraverso le preghiere di liberazione, che il demonio si sia fatto vivo dopo 6 mesi. Non bisogna essere superficiali nel valutare la situazione di ogni persona.

E perché il diavolo è così bramoso di attaccare la famiglia?

La famiglia è un’icona della Santa Trinità e la famiglia è ciò che costruisce e porta avanti la società. Per colpire l’immagine di Dio in noi, il diavolo colpisce la famiglia perché è il pilastro della vita e quindi anche del regno di Dio.


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Come aiutiamo le persone a entrare in questi argomenti senza paura e senza il velo distorto della superstizione?

Innanzitutto dico che tutti possono seguirci sul nostro sito dei Figli della Luce, dove è possibile leggere documenti di Don Amorth e testimonianze di persone guarite. Ma prima di tutto bisogna tenere presente che la forza che abbiamo in noi, i carismi che abbiamo ricevuto nel Battesimo, crescono man mano che sono esercitati. Le persone dovrebbero capire che dovrebbero invocare lo Spirito Santo ogni giorno. È la nostra forza; se mi dimentico di invocarlo per due giorni non devo gettare la spugna, si ricomincia. È lo Spirito che ci permette di vedere i prodigi operati dal Signore e di operarli a nostra volta.

Ho trovato anche una tua forte premura alla recita della novena al Preziosissimo Sangue di Gesù. Tu inviti con forza a recitarla, a insistere, e sottolinei che a Dio piace questa nostra insistenza nella preghiera. Perché?


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Grazie al Sangue di Gesù i demoni sono stati vinti. Ogni forma di devozione è ottima, ma di questa il diavolo ha particolarmente paura. Ci sono episodi concreti che testimoniano la potenza di questa novena. In questo momento mi viene in mente ciò che ha raccontato una donna che conosco da 20 anni: suo marito era tossicodipendente da eroina, da 8 anni è guarito ed è stato accompagnato nel percorso di guarigione dall’assidua preghiera di sua moglie al Preziosissimo Sangue di Gesù. Non ricordo esattamente se lei sia stata fedele nella recita addirittura per un anno, ma senz’altro qualcosa di simile.

Un’ultima cosa. La tua esperienza ti porta a contatto con le ferite inferte dalle maledizioni, proprio per contrasto ne emerge il ritratto meraviglioso di qualcosa di dimenticato: le benedizioni.

È vero, le persone non si rendono conto dell’importanza delle benedizioni. Negli ultimi anni di vita Don Gabriele Amorth raccontava il caso di una donna che gli aveva chiesto aiuto perché era stata maledetta dalla vicina di casa. Tutte le volte che passava, la vicina le urlava contro delle maledizioni. Lui le suggerì: “Quando la vedi, benedicila a distanza senza far capire cosa stai facendo”. La donna tornò da lui più tardi confermando che la vicina aveva smesso di odiarla. Bisogna benedire i propri figli, i preti non si devono dimenticare di benedire il territorio. Don Amorth ci ricordava che la gente si deve svegliare, non deve aspettare di essere benedetta solo dal Signore e dai sacerdoti: ciascuno può cominciare a benedire la propria casa nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ogni sera si dovrebbero benedire con un segno di croce i propri figli, anche senza i sacramentali (acqua o olio benedetto). Al diavolo questo dà molto fastidio.



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