Nella nostra analisi dei 7 peccati capitali è il turno del più letale“IO! PRIMA IO! SONO SEMPRE IL PRIMO!”
Così ha detto l’uomo impugnando una pistola dopo essere appena uscito dalla macchina che aveva fermato a un incrocio a seguito di un diverbio che aveva rischiato di finire in tragedia. Non è un’immagine vivida del peccato letale dell’orgoglio?
L’orgoglio è ritenuto il padre di tutti i peccati mortali.
L’orgoglio è il peccato peggiore perché implica un’inversione totale della realtà. Se è sano ordinare la propria vita in base alla realtà, la persona sana dice: “Dio è Dio e io non sono Dio, e devo agire di conseguenza”. Un uomo dalla natura caduta ma anche saggio dirà: “Dio è santo, io no, e quindi non sono gradito a Dio; devo riconciliarmi con Dio – compito che richiede la mia cooperazione ma è al di là delle mie potenzialità”. Una persona sia sana che saggia sarà ben disposta ad ascoltare il Vangelo di Cristo.
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L’orgoglio è deludente, perfido, amaro. Alla base dice: “Non voglio che Dio sia Dio! Voglio essere io Dio! Preferirei che chiunque o qualunque cosa fosse Dio tranne Dio stesso!” L’orgoglio è arrogante, ovvero attribuisce a una persona lo status, i diritti e i meriti di un’altra. Cerca di attribuire la divinità alla creatura, il che sarebbe ridicolo, se non fosse letale.
La mistica, stigmatica, martire e carmelitana Santa Mariam Baouardy (Suor Maria di Gesù Crocifisso) descrive l’orgoglio così:
“La persona orgogliosa è come un chicco di grano gettato in acqua: cresce, diventa più grande. Mettete quel chicco sul fuoco: si asciuga, brucia. L’anima umile è come un chicco di grano gettato a terra: scende, si nasconde, scompare, muore – ma per rivivere in cielo.
Non sorprende vedere che dobbiamo parlare dell’umiltà come rimedio per l’orgoglio, ma prima dobbiamo vedere quanto sia terribilmente dannoso l’orgoglio – come sia il rifiuto del nostro status di creature con una natura e delle limitazioni, e un rifiuto di Dio che è assoluto e sovrano. Prendiamo alcune considerazioni espresse dal cardinale Robert Sarah in un’intervista recente.
Il cardinale vede “tutta la civiltà occidentale crollare”. Se i barbari del IV secolo che conquistarono Roma venivano da fuori, ora i barbari sono all’interno: “Sono coloro che rifiutano la propria natura umana, che si vergognano di essere creature limitate, che vogliono pensare a sé come a demiurghi senza padre e senza eredità”.
Il porporato spiega che rifiutando la rete umana di dipendenza, eredità e filiazione, quei ribelli sono condannati a entrare nella “nuda giungla della competizione” in “un’economia autosufficiente”.
Il rifiuto di “dipendenza, eredità e filiazione” è il segno sicuro dell’orgoglio. Essere creature significa essere dipendenti. Una creatura deve ammettere di non essersi creata e di non potersi mantenere in vita. Per la sua esistenza dipende dall’Essere Supremo che lo ha creato. Di conseguenza, l’Essere Supremo merita gratitudine e adorazione, come questione di giustizia. Quando si rende conto di questo, l’orgoglio dice “No!”
Essere una creatura che vive nel tempo significa avere un’eredità. Dobbiamo essere bravi amministratori di tutta la saggezza, gli esempi del bene e del male che ci sono stati lasciati in eredità dai nostri antenati. È innegabile che nel corso del tempo i nostri avi abbiano provato ripetutamente che gli uomini sono uomini e le donne sono donne; che la famiglia è la base della società umana; che tradire Dio porta al tradimento del prossimo e al tradimento di sé. Posso imparare dai miei antenati che se desidero ciò che è negativo devo riorientare il mio desiderio verso ciò che è positivo. Rendendosi conto di questo, l’orgoglio dice “No!”
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Essere creature è essere figli e affiliati. Siamo stati creati a immagine e somiglianza del Dio che è una persona – siamo generati da una persona divina che è razionale, libera e buona. La nostra dignità ha origini divine. Noi cristiani siamo figli e figlie adottivi di Dio. Essendo figli, siamo anche affiliati – siamo figli e figlie che hanno fratelli e sorelle. Abbiamo un dovere di giustizia e carità nei confronti dei nostri pari – inclusi i bambini ancora non nati, gli anziani, i malati e i deboli. Quando si rende conto di questo, l’orgoglio dice “No!”
I santi e i saggi hanno sempre detto che per sradicare l’orgoglio si deve iniziare con l’umiltà – dire semplicemente la verità su Dio e su se stessi. Non sottovalutate il potere dell’umiltà. San Giovanni Climaco ci ricorda che “l’umiltà è l’unica cosa che nessun demonio può imitare”.