di Brenton Cordeiro
Bella domanda, vero? Perché la Chiesa cattolica usa tante candele?
La risposta si ritrova nella tradizione e nella storia della Chiesa. L’utilizzo delle candele è una parte della ricca eredità della fede cattolica. È vero che le candele avevano probabilmente uno scopo pratico nelle liturgie e nei riti prima che l’elettricità diventasse comune, ma l’uso delle candele ha un significato scritturale e teologico ben più profondo.
Cristo, nostra Luce!
Nell’Antico Testamento, l’uso di luci e lampade viene considerato una parte importante dell’adorazione da parte degli ebrei nel Tempio di Gerusalemme. La menorah a sette bracci, infatti, usata all’inizio nel santuario mobile costruito da Mosè mentre gli israeliti erravano nel deserto e in seguito diventata parte integrante dell’adorazione nel Tempio, è oggi uno dei simboli più riconoscibili dell’ebraismo.
Nel suo libro Signs of Life, il dottor Scott Hahn scrive di come gli apostoli vedessero la celebrazione dell’Eucaristia come qualcosa che avveniva in continuità – e in realizzazione – con l’adorazione nel Tempio. Gli apostoli hanno portato nella liturgia cristiana molti aspetti di quello che era in precedenza associato all’adorazione al Tempio, e una delle cose che si sono affermate nelle liturgie cristiane è stata l’uso di luci e lampade. Come sottolinea il dottor Hahn, uno dei primi resoconti di una liturgia cristiana descrive la predicazione di San Paolo in una stanza affollata in cui “c’erano molte lampade” (Atti 20, 8). Sarebbe stato eccessivo avere tante luci nel piccolo ambiente descritto in questo passo, a indicare che le lampade erano parte del rituale e non avevano solo uno scopo pratico.
Alla base dell’utilizzo delle lampade (e delle candele al giorno d’oggi) da parte della Chiesa ci sono le parole di Cristo stesso: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8, 12).
È per questo che nella Veglia pasquale guardiamo il cero pasquale e proclamiamo “Cristo, nostra luce!”
Messe e sacramenti
La stessa verità per cui Cristo è la nostra luce sta dietro all’uso delle candele nella celebrazione dell’Eucaristia, di alcuni sacramenti e altri riti come i funerali. Durante un Battesimo, si accende una candela dal cero pasquale in quella chiesa per indicare che la persona che viene battezzata riceve la luce di Cristo. Non è solo un pensiero pio. Accendere la candela è una parte importante del rito del Battesimo, in cui una persona spiritualmente muore e risorge con Cristo. Ricevendo la luce di Cristo durante la cerimonia sotto forma di candela accesa, all’individuo viene donata simbolicamente la luce di Cristo perché possa vivere la sua identità battesimale di figlio di Dio.
Anche nei funerali viene acceso il cero pasquale, che viene posto vicino alla bara come promemoria del Battesimo della persona e della partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Quella persona è morta e risorta con Cristo nel Battesimo, e accendendo il cero pasquale al suo funerale professiamo la speranza nella vita eterna in Cristo risorto.
Come avrete probabilmente notato, le candele vengono usate molto anche durante la celebrazione della Messa. Forse quello che non avete notato è in quanti modi diversi vengono usate le candele durante la celebrazione eucaristica. La radice di questa pratica è sempre il fatto che la candela accesa vuole simboleggiare la luce di Cristo, ma il numero delle candele, e in certi casi anche la loro tipologia, in genere ha ulteriori significati.
Ad esempio, dovrebbero esserci almeno due candele accese durante la celebrazione di qualsiasi Messa, ma il numero può aumentare fino a quattro o anche a sei durante le Messe domenicali e nei giorni festivi. Se è il vescovo locale a celebrare la Messa, si deve accendere una settima candela, da mettere sull’altare.
I cambiamenti nel numero delle candele usate serve sia a indicare il carattere festivo della Messa che viene celebrata in quel giorno che a ricordarci che c’è qualcosa di diverso, e forse di speciale, in quella celebrazione eucaristica particolare. Durante il periodo liturgico pasquale, ad esempio, il cero pasquale viene acceso in ogni Messa per indicare la gioia del periodo pasquale e attirare continuamente l’attenzione sulla commemorazione della morte e resurrezione di Cristo e su quello che significano per noi.
L’utilizzo delle candele durante l’adorazione eucaristica segue un’idea simile. La norma è quella di accendere da quattro a sei candele durante l’esposizione del Santissimo Sacramento nell’ostensorio, mentre per l’esposizione nel ciborio sono rischieste almeno due candele accese.
Ci sono anche costumi moderni associati alle candele, come l’uso di una candela dell’unità durante i matrimoni. Pratiche di questo tipo non fanno parte della tradizione cattolica. L’immagine dietro una candela dell’unità è sicuramente bella, ma se pensiamo davvero al rito del matrimonio e alla profondità e alla ricchezza che già contiene, non serve aggiungere alla Messa e al rito del matrimonio qualcosa che non vi appartiene. Detto questo, non mi oppongo all’idea che una coppia accenda una candela del genere al di fuori della celebrazione della Messa e del rito del sacramento del matrimonio.
Candele devozionali
Come esseri umani siamo esseri sacramentali, il che è un bel modo di dire che ci piacciono le cose che possamo toccare, vedere, odorare e così via. È per questo, ad esempio, che facciamo dei regali alle persone. Un regalo è un’espressione tangibile della celebrazione di un’occasione speciale e dell’amore che proviamo per chi lo riceve. La mancanza di un dono non significa che non amiamo quella persona, ma quando facciamo un regalo dimostriamo a livello esteriore quello che proviamo per quella persona dentro di noi.
Allo stesso modo, c’è una dimensione sacramentale nell’accendere una candela e pregare di fronte a un’immagine o a una statua di Cristo o dei santi. Accendere una candela non è essenziale per la nostra preghiera, né rende le preghiere più preziose agli occhi di Dio. Bruciare una candela davanti a un’immagine o a una statua non è una forma di adorazione di un idolo, ma ci fa approfondire la nostra devozione nei confronti di Dio. Rappresenta il nostro desiderio di far sì che le nostre preghiere sia per noi che per gli altri restino davanti a Dio mentre la candela brucia, anche dopo che abbiamo finito di pregare e siamo andati via.
Accendere semplicemente una candela e andarsene non funziona, dobbiamo anche pregare. Dopo tutto, c’è un motivo per cui queste candele vengono definite “votive”. Il termine “votivo” deriva dalla parola latina votum, che tra le altre cose significa “preghiera”.
Un elemento bellissimo del fatto di accendere una candela in una chiesa è che continua a bruciare molto dopo che abbiamo lasciato la chiesa. Se siete mai entrati in un santuario famoso, avete probabilmente notato file e file di candele che ardono in parti diverse della chiesa. Avete mai pensato a come ciascuna di quelle candele rappresenti la preghiera di qualcun altro? Pensateci – ogni candela è stata accesa da qualcuno che è giunto lì pieno di fede e speranza, offrendo a Dio unna preghiera per qualcosa di cui aveva bisogno o per ringraziare il Signore. Non è ovviamente questo il motivo per il quale usiamo le candele, ma è una splendida testimonianza di fede e dedizione a Dio. Forse la prossima volta che vedrete una candela ardere in una chiesa varrà la pena di sussurrare una breve preghiera per la persona che l’ha accesa, unendo le vostre preghiere alle sue.
Fa’ splendere la tua luce!
La cosa sorprendente è che la luce di Cristo, rappresentata attraverso le fiammelle di lampade e candele, non simboleggia soltanto Gesù, ma indica anche il suo invito a ciascuno di noi ad essere “luce del mondo” (Matteo 5, 14). Nostro Signore ci dona la Sua luce perché sia la nostra, perché possiamo condividere la nostra luce (che è in realtà la Sua) con chi ci circonda. E allora accendete una candela quando pregherete oggi. Concentratevi sulle fiammelle delle candele la prossima volta che andrete a Messa, riflettendo su come quella luce simboleggi per voi la presenza di Cristo. E fate sì che tutto questo vi aiuti a portare nuova luce – la luce di Cristo – nella vostra vita e in quella di chi vi circonda.
Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.