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“Non vedo l’ora che lo Spirito Santo venga su di me”. La volontà di Teresa, morta di cancro a 15 anni

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/08/19
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Che brividi ad ascoltare e leggere la testimonianza di fede di questa ragazzina della provincia di Caserta. “Mamma, se ho questo dolore, è perchè le mie sofferenze non sono abbastanza per essere la prediletta di Gesù”. Anche lei aveva parlato della malattia come “dono”

«Salve don Bartolo, volevo dirvi che oggi mi sento meglio e ringraziarvi per la giornata fantastica che mi avete regalato ieri. La messa mi ha liberato dall’ansia che avevo, mi serviva veramente prendere il corpo di Cristo. Spero, anzi devo riuscirci, a farvi una pizza squisita e io le promesse le mantengo».

Questo è uno degli ultimi messaggi che Teresa Ruocco aveva inviato a don Bartolo Calderone, il parroco di Provinciale missionario del Preziosissimo sangue.

Teresa è una bambina di 11 anni, originaria di Frignano, in provincia di Caserta. Il 28 marzo 2012, due giorni dopo il suo ottavo compleanno e una serie di fastidi alla gamba sinistra che avevano imposto lunghi accertamenti, le fu diagnosticato il sarcoma di Ewing IV stadio, con metastasi ai polmoni (Gazzetta del Sud, 24 agosto).

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Youtube – Tv2000

La Prima Comunione

Fu l’iniziò di una lenta agonia. I genitori hanno raccontato la storia su Tv2000.  «La mia malattia è un dono, ripeteva Teresa – afferma mamma Laura – voleva testimoniare a tutti i costi che con la preghiera, con il sorriso, si riusciva a sconfiggere ogni male. Il 4 agosto fece la comunione e per lei fu un evento importantissimo».

La bambina, molto devota a Gesù, aveva visto nel Signore un punto di riferimento nel momento più delicato della sua vita. Parlò della Prima Comunione in un tema a scuola e in una pagina del diario. Scrisse alla vigilia dell’evento: “Non vedo l’ora che venga domani per ricevere lo Spirito Santo che scende su di me“, che era il Corpo del Signore, disegnando tutta una serie di cuoricini accanto a queste parole.



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Il peggioramento

Ripeteva spesso: «Gli altri vedendo me capiranno che Dio esiste per davvero», e poi ancora «io ho una missione». E davanti ai momenti di sconforto delle persone che le volevano più bene, specialmente il padre e la madre, diceva: «non temete noi siamo “beati” perché nel Vangelo è scritto che chi soffre è beato».

Il 18 novembre 2014 subì una lobectomia, un intervento al polmone per niente facile per una bimba di 10 anni. Nonostante tutto, dopo 4 giorni in ospedale, tra drenaggio e dolori, venne dimessa; mostrava a tutti con coraggio la ferita e li rincuorava dicendo che per lei non era niente e che non avevano motivo di preoccuparsi.


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L’incontro con il Papa

A Napoli, nel marzo 2015, strinse la mano al Papa durante il suo primo viaggio apostolico a Napoli. Per lei fu un evento tanto gioioso! La sua salute, poi, peggiorò sempre più.

Il 4 giugno 2015 le fu diagnosticata una grande metastasi al cervello che la paralizzò parzialmente. Ormai non c’erano più speranze di guarigione.

«Una mattina era dolorante, aveva gli occhi chiusi – ricorda la mamma – e aveva un dolore forte dietro la testa. Apri’ gli occhi e disse: “Mamma, se ho questo dolore, è perchè le mie sofferenze non erano abbastanza per essere la prediletta di Gesù”.

“La sua morte fu un trionfo…”

Nel libro “La mia malattia è un dono” (edizioni Tau) di Don Luigi Epicoco si legge:

Teresa, non smise di rivolgere il suo pensiero a Gesù, di nutrirsi del suo Corpo, di ascoltare la Sua Parola! Di pregare per chi versava in situazioni peggiori delle sue. La sua, più che una morte fu un trionfo, una festa, un’esaltazione di quella santità battesimale, così come profetizzò il papa San Pio X «vi saranno molti santi tra i fanciulli».

Teresa Ruocco morì sorridendo ai suoi genitori e ai parenti radunati attorno al suo letto, il 29 luglio 2015, alle ore 16.00, al termine della recita del Santo Rosario nella sua casa di Frignano. Ed è proprio vero pensare che alle volte Iddio concede alle giovani anime che volano in Paradiso, il compito di edificare e confortare familiari, amici e fedeli, con la loro breve vita e confermarli nella fede con la loro intensa seppur giovane spiritualità. Della sua breve esistenza non vi sono episodi straordinari, ma tutto nella vita quotidiana fu eccezionale in lei, come la delicatezza e il candore della sua anima, l’ardente devozione a Gesù e la bontà e l’attenzione verso il prossimo (Papaboys.org, 2017).


NADIA TOFFA
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