Il miracolo della vita accolto come un’occasione per ritrovare l’orizzonte più umano che esista: essere figli di un Amore eterno.
Piccola anima,
Inutile presentarmi perché tu già conosci e probabilmente già puoi insegnarmi molto più di quello che potrei anche solo provare a scrivere. Rifletto tanto, rimugino troppo (come dice il papà) e la tua presenza nella nostra vita mi sta aiutando a fare pulizia interiore. Incredibile! Ora che sento che il mio corpo non è mio e forse mi rendo conto che non lo è mai stato veramente, rimango concentrata sull’unica parte eterna della nostra essenza. L’unica che né cellulite, né smagliature, né taglie di jeans aumentate o nottate insonni potranno mai portarmi via.
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Te, che sei “tutta anima”, mi insegni a riscoprire la mia. Mi stai insegnando a rispettare i miei ritmi, a conoscermi meglio, a mettermi in gioco con l’Amore, a parlare a Dio con semplicità: sì, perché sembra sia necessario chiedere tante cose, ma io e il papà non riusciamo a chiedere quasi nulla in questo momento. Ringraziamo e basta e forse allora stiamo imparando un po’ a pregare, lo vedrai te, quando sarai con noi qua fuori, chissà che ne penserai. Sai, qua fuori si sono inventati tantissime cose per voi piccole anime, passeggini, culline, navicelle (la terra è un pianeta dove non è necessaria la navicella spaziale, ma così le chiamano!), lenzuolini, giochini, pappe di ogni genere e tanto, tanto altro. Per ora noi non abbiamo nemmeno la cameretta, ma ci stiamo lavorando! Tutte cose belle, io stessa mi perdo a guardare nastrini, camicette e gonnelline, ma non voglio rischiare nemmeno un attimo di perdermici al punto tale da non ricordare l’essenza, quella bellissima scoperta che sto facendo insieme a te e al papà.
Non so se un giorno mi chiederai se ti abbiamo voluto, una delle domande più gettonate qua fuori è proprio questa infatti. Ce ne sono anche altre…e ti sembrerebbero ancora più assurde se potessi sentirle. Beh, se un giorno mi farai questa domanda non so se sarà un bel segno, forse vorrebbe dire che questa società sarà stata in grado di entrare nella tua anima pura instillando il dubbio dell’Amore. È sicuro che incontrerai questo dubbio, né il tuo papà, né la tua mamma, né nessun altro potranno proteggerti perché la difesa la costruirai piano piano dentro di te. Noi possiamo solo imparare a non soffocare la parte più pura di te che molti adulti perdono con la crescita.
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Si mette al mondo una persona diversa da noi stessi e voglio che questa rimanga sempre una convinzione ben salda, quindi, incontrerai i tuoi dubbi e farai il tuo percorso. Ma voglio che tu sappia una cosa. I tuoi genitori hanno conosciuto un Amore così grande da non poter far altro che accogliere i doni di questa vita e di quella Eterna, tra i quali rientri sicuramente te. Non si può decidere se volere o meno l’affidamento di un’anima, pensa che io a volte non so nemmeno se sia più adatto leggere un libro o guardare un film (il papà la sera mi chiede spesso di scegliere un film ma in certi momenti soffro di indecisione cronica, per i film, pensa te!), pagare la ricarica del cellulare al tabacchi o tramite conto corrente, cucinare una torta o una crostata e ora che gli ormoni sono ancora più in subbuglio mi scordo tante di quelle cose che sarebbe assurdo inserirle in una lista. Semplicemente Dio ha dei tempi sacri che più adatti a noi non potrebbero essere. E se ci siamo sposati un anno fa è proprio per questa cosa qui, che te intuisci sicuramente meglio.
Ma c’è una chiave di lettura più profonda. Non preoccuparti, qua fuori non viviamo abbandonati al caos totale. Se impariamo ad ascoltarci, se ci esercitiamo ad essere presenti davvero, se ci conosciamo, allora possiamo dare ascolto a Qualcuno che guida la nostra vita e mettiamo un passo avanti all’altro fino ad arrivare in posti straordinari e meravigliosi, inaspettati e inattesi. Per ora credo che i passi più difficili li stai facendo te, venire al mondo non dev’essere una passeggiata e io evidentemente sono il tuo canale privilegiato. Evidentemente Qualcuno ci ha dato più fiducia di quanto noi stessi avremmo mai potuto immaginare. Questo fatto mi onora e mi sbalordisce ogni giorno in cui apro gli occhi, ma vivo quest’esperienza in tutta la sua profondità e questo è quello che conta.
Ci divertiamo a leggere ogni settimana i tuoi cambiamenti e devo dire che avanzi velocemente verso questo mondo. Non troverai un mondo orribile e te lo dico a cuore aperto, anche se probabilmente ti diranno sempre il contrario. Un’altra cantilena che va di moda qui fuori è “così così, alti e bassi, si tira avanti”.
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Ma sappiamo tutti di non volere un tipo di vita così e ricordati che possiamo scegliere di essere una voce fuori dal coro lamentoso. Il mondo è un luogo meraviglioso, la vita è bellissima, ma noi il più delle volte siamo ciechi e sordi. No, non mi riferisco a chi davvero non ha la capacità di udire o di vedere, anzi, loro forse hanno allenato meglio quella parte di noi che ascolta e vede davvero. Noi persone considerate “normodotate” siamo cieche e sorde, il più delle volte. Viviamo ovattati nella nostra bolla di verità in cui ci alleniamo a raccontarci in continuazione alcune cantilene “alti e bassi”, “si va avanti”, “un tempo si stava meglio”, “godiamoci il momento”, ecc. ecc. Frasi insensate, vero?
Ma sai, quando ci disabituiamo ad ascoltarci nel profondo, quando tutto diventa meccanico, quando la nostra anima è soppiantata dai mille ruoli che assumiamo ogni giorno, quando non osserviamo davvero la bellezza negli occhi di chi ci sta accanto, viviamo solo di barlumi di euforia, di eccitazioni da prima volta e poi risprofondiamo nella depressione. Nulla può avere un sapore nuovo se la novità non ci appartiene come categoria. Allora cerco di far tesoro di questo momento, questo preciso istante in cui scrivo al pc e ti ascolto nella mia pancia, per allenarmi alla novità e per non doverti dire un giorno “ah, bei tempi quando avevamo ancora qualcuno che scorrazzava per la casa, ora è più triste”,perché ogni momento che vivo è il più bel tempo che mi viene donato. Far sì che ogni momento che si vive sia il migliore della propria vita ci tiene incollati al presente e ci identifica come persone in cammino, felici. Lo dicevamo l’altra sera a tavola.
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Non saranno i piedi gonfi, gli occhi stanchi, il portafoglio semivuoto, la paura del domani a portarci via la gioia immensa di vedere il miracolo della vita così da vicino. Grazie.
Mi fu rivolta la parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimé, Signore Dio, ecco io non so parlare,
perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane,
ma va’ da coloro a cui ti manderò
e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temerli,
perché io sono con te per proteggerti». (Geremia 1,4-9)
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