Cristo ha insegnato chiaramente ai suoi discepoli come raggiungere la felicità in questa vita e in quella che verràGesù è venuto in questo mondo per aprirci le porte del Paradiso e mostrarci il modo di entrarvi. Non ha promesso che seguire questa strada sarebbe stato tutto rose e fiori, e ci ha avvertiti del fatto che per seguirlo avremmo dovuto prendere su di noi la nostra croce.
In mezzo alla nostra lotta, però, Gesù ha promesso di benedirci e di insegnarci il segreto della felicità in questa vita e in quella che verrà. Non è un segreto facile da apprendere, ma porta a una gioia e a una pace che il mondo non può donarci.
Ecco cosa ha detto:
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
(Matteo 5, 1-12)
In alcune traduzioni della Bibbia, la parola “beati” viene tradotta con “felici”. Se questo termine può sembrare superficiale, possiede invece una verità profonda. Dio desidera la nostra felicità e ci mostra il modo per raggiungerla.
Il mondo ci insegnerà che la felicità si trova “dentro”, mentre Gesù ci dice chiaramente che consiste nel servire gli altri.
La vera felicità non si trova nelle cose passeggere, e ci lascia con una pace che dura e persiste in ogni prova. Calma le nostre paure e realizza i nostri desideri più profondi.
Se vogliamo raggiungere la felicità che desidera il nostro cuore, dobbiamo seguire le parole di Gesù e concentrarci sugli altri piuttosto che su noi stessi.