3 suggerimenti che possono migliorare la vita familiareSono mamma da quasi 14 anni, e c’è una verità che ho imparato che eclissa tutte le altre: non so niente.
Davvero. Tutte le idee preconcette che avevo sul modo in cui crescere i bambini quando ero incinta del mio primo figlio sono state sfatate nel primo paio d’anni di maternità. Poi, quando ho sentito che stavo iniziando a trovare il mio ritmo, è arrivato un altro figlio, completamente diverso dall’altro. Tutto ciò che pensavo di aver imparato col primo figlio è stato rapidamente eclissato mentre mi ritrovavo ancora una volta al punto di partenza.
Nel corso degli anni ho imparato qualche verità fondamentale sulla genitorialità, come il fatto che i pidocchi capitano a chiunque e che un buon pettine è un investimento più che valido.
Quando si parla di disciplina, però, ammetto che se la mia filosofia è accurata e completa, a livello di esecuzione ho qualche carenza. Questo ha portato a una disciplina errata e di reazione che risulta inefficace nella migliore delle ipotesi e controproducente nella peggiore. Ha insegnato ai miei figli che ascoltare e obbedire non è sempre necessario. In base alle situazioni e ai limiti della mia attenzione, l’ascolto può essere opzionale.
Ovviamente è un problema. Mi sono sforzata di affrontarlo per anni, ma solo di recente ho avuto successo, ed è accaduto quando ho finalmente smesso di cercare di cambiare i miei fallimenti e ho imparato a servirmene. E allora, se anche voi state cercando di capire come far ascoltare i vostri figli (e cosa fare quando non lo fanno), ecco qualche semplice idea da cui trarre spunto.
1) Quali sono le regole?
Una delle cose con cui lotto di più è la coerenza. Ho spesso stabilito delle regole seguendole per settimane, a volte anche mesi, prima di essere trascinata in un periodo tumultuoso e di permettere che venissero meno. In genere è per convenienza – se siamo in ritardo, o qualcos’altro ha la precedenza, sorvolo sulla regola che al momento sembra meno importante. Non è del tutto sbagliato se accade in modo occasionale, anche perché avere molti figli richiede un certo grado di adattabilità, ma adattarsi troppo comunica ai bambini che le regole non sono tali, ma solo aspettative che cambiano col vento.
Questo è ingiusto nei confronti di tutta la famiglia. Mina la pace e la stabilità che aiuterebbero a far sì che quei periodi della vita siano meno tumultuosi, e impedisce ai bambini di imparare a soddisfare le aspettative e a rispettare i confini. Il primo passo che ho compiuto, quindi, è stato quello di stabilire regole chiare e pratiche (leggi limitate). È importante essere pratici al momento di fissare delle regole. Prendete due o tre cose che contano di più nella vostra famiglia e iniziate da lì. Potete sempre costruire sulle regole, ma non potete gettare una base che sia al contempo forte ed eccessivamente complicata.
2) Cos’è il sistema?
Essere genitori è vivere in un turbine. È una situazione piena di distrazioni e interruzioni, il che rende difficile essere coerenti anche alle persone più lucide e precise. Per chi come me è super-adattabile e cambia facilmente priorità, è fondamentale stabilire un sistema per far sì che i figli siano responsabili (ed esserlo a propria volta). Ho scelto di scrivere delle regole e delle aspettative quotidiane su una lavagnetta vicino alle scale, di modo che tutta la famiglia possano consultarle facilmente.
L’altra cosa che ho fatto è stato inserire delle conseguenze nelle regole. Ad esempio, i miei figli hanno compiti mattutini da realizzare prima di poter giocare all’aperto, guardare la televisione o usare dispositivi elettronici. Se scelgono di fare una di queste tre cose prima di aver completato i loro compiti mattutini, perdono il tempo dedicato a quell’attività per il resto della giornata. Averlo scritto dove tutti possono vederlo ha fatto meraviglie sia per me che per i bambini – non devo ricordare loro ciò che ho detto di fare, e loro non devono chiedere costantemente privilegi finché non se li sono guadagnati; tentativi di scambio o di forzare la mano sono praticamente negati. Indico la lavagna e dico: “È scritto proprio qui. Non posso cambiare le regole”. Visto che non c’è niente che amano di più che spettegolare l’uno sull’altro, riferiscono rapidamente ogni infrazione… cosa che ho scelto di accettare, perché fa sì che ciascuno sia responsabile.
3) Dov’è il tuo cuore?
La disciplina reattiva – soprattutto se deriva va rabbia o frustrazione – non insegna niente ai bambini, e danneggia il rapporto che si ha con loro. Spesso i genitori si sentono delusi quando i figli non li ascoltano e infrangono le regole, ma se quella delusione si manifesta come rabbia vuol dire che si sta perdendo qualcosa di importante nella “traduzione”.
Tutti noi ci sentiamo delusi quando infrangiamo una regola e dobbiamo subirne le conseguenze. È un’esperienza umana comune, ed è importante condividerla con i figli. Quando mio figlio deve dire al suo migliore amico che non può andare in bicicletta con lui perché ha infranto le regole, mi sento delusa per lui e glielo dico. Gli dico quanto sono triste per il fatto che non possa andare in giro con il suo amico, e lascio che si rattristi per questo senza ricordargli immediatamente che se l’è cercata. Esprimere empatia è molto più potente che infliggere una punizione, perché aiuta a rafforzare il rapporto con il figlio piuttosto che metterselo contro. I figli imparano che tutti devono subire le conseguenze delle proprie azioni, e sono molto più rapidi e disponibili a cambiare il proprio atteggiamento in risposta alle conseguenze che si verificano naturalmente piuttosto che a quelle che sentono imposte in modo ingiusto.
Ovviamente ci saranno sempre questioni difficili da affrontare, soprattutto quando i figli crescono, ma fissare delle regole e stabilire un sistema per la loro applicazione e reagire in modo empatico anziché agonistico nei confronti dei figli può aiutare a dare alla propria famiglia una base solida per affrontare qualsiasi cosa si presenterà in futuro.