A largo della Libia si rovescia un gommone. Le testimonianze dei soccorritori. Il ministro chiede di distribuire i naufraghi nei Paesi della Ue
Almeno 115 morti, tra cui donne e bambini, altre 135 persone soccorse e ricerche che proseguono senza sosta. Sono i numeri forniti dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, del naufragio del 25 luglio al largo delle coste di Al Khoms, un porto a circa 100 chilometri a est di Tripoli in guerra.
Altri numeri vengono dati dalla cosiddetta Guardia costiera libica, che parla di 116 dispersi e, nel pomeriggio di venerdì 26 luglio, riferisce di aver recuperato decine di corpi. Ma i dati e la dinamica non sono ancora chiari. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, principalmente eritrei e sudanesi, una delle barche naufragate, che trasportava almeno 250 persone, si è ribaltata a causa di un guasto al motore (Il Fatto quotidiano, 26 luglio).
70 corpi galleggiavano
Il primo aiuto ai migranti è arrivato da un pescatore, che ha avvistato i naufraghi e ne ha soccorsi quanti poteva. Poi ha avvisato la Guardia Costiera libica che ne ha tratti in salvo 137; 70, invece, i corpi galleggiavano intorno al relitto.
Il comandante della motopesca bloccata in mare aperto ha detto: «Non li avremmo mai lasciati alla deriva, torneremo a casa dalle nostre famiglie dopo che avremo conosciuto la loro sorte» (Ansa, 25 luglio).
Secondo i sopravvissuti c’erano tre o quattro gommoni con a bordo oltre 300 persone, inclusi donne e bambini, salpati mercoledì sera dalle coste libiche e diretti verso le coste italiane.
“Sono sotto shock”
Le équipe di Msf hanno fornito cure mediche a due gruppi di sopravvissuti, rispettivamente di 82 e 53 persone. «Abbiamo dato prima assistenza e stabilizzato le condizioni più urgenti e abbiamo trasferito 7 persone in ospedale per cure mediche salvavita. I pazienti sono sotto shock e hanno sintomi da pre-annegamento, come ipossia e ipotermia», si legge in una nota (Quotidiano.net, 26 luglio).
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Per ora i sopravvissuti non sbarcano in Italia
Intanto i sopravvissuti sono stati trasferiti sulla Nave “Gregoretti” della Guardia Costiera Italiana. Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato chiaro ha bloccato ogni ingresso nei porti italiani.
«Il governo – fa sapere il Viminale – ha ufficialmente interpellato la Commissione europea affinché coordini le operazioni di ricollocazione degli immigrati che attualmente sono a bordo di una nave della Guardia Costiera italiana. Si tratta di 135 persone. In attesa di risposte ufficiali, non è stato indicato alcun porto di sbarco».
🚫 Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave.
Vediamo se alle parole seguiranno dei fatti. Io non mollo.https://t.co/Q2MQTVO1LH— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 26, 2019
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