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Il nome di Gesù era davvero quello?

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Daniel R. Esparza - pubblicato il 18/07/19
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La profezia non dice che si sarebbe chiamato “Emmanuele”?Gli studiosi seri concordano sul fatto che Gesù è storicamente esistito, che era un ebreo della Galilea che venne battezzato da Giovanni Battista e subito dopo iniziò il proprio ministero. Concordano anche nell’affermare che predicava oralmente, che ci si riferiva a lui come a un “rabbino” e che non ha lasciato documenti scritti da lui.

La maggior parte di questi studiosi afferma anche che Gesù venne imprigionato, giudicato e giustiziato dalle autorità romane. La ricerca scientifica, archeologica, storica e bibliografica afferma quindi che c’è stata una figura storica di nome Gesù vissuta circa duemila anni fa.

Ma si chiamava davvero Gesù? Se tutti i Vangeli, i primi testi cristiani e gli storici antichi si riferiscono a lui come a “Iesous” (traslitterazione greca del nome ebraico originale “Joshua”), alcune apparenti discrepanze nei Vangeli stessi possono illuminare la questione.

Vangeli

Diamo un’occhiata ai Vangeli di Matteo e Luca.

Il Vangelo di Matteo inizia con una genealogia di Gesù che parte da Abramo passando per Davide fino ad arrivare a Giuseppe, presentando così Gesù come membro della Casa di Davide. Matteo indica anche che Giuseppe non era il padre naturale di Gesù. Solo in un’occasione nel Vangelo di Matteo ci si riferisce a Gesù come al “figlio del falegname” (cfr. Matteo 13, 55). Dall’altro lato, il suo Vangelo dice chiaramente che Maria era promessa a Giuseppe quando questi la trovò “con il figlio dello Spirito Santo”. Giuseppe stava per rompere il fidanzamento quando un angelo gli apparve in sogno, rivelando l’origine divina del bambino. In Matteo 1, 20-23 si legge:

“«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio,
al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi»”.

Ma perché l’angelo sta dicendo a Giuseppe di chiamare il bambino “Gesù” se la profezia dice chiaramente che si chiamerà Emmanuele? Sembra esserci un po’ di confusione, visto che l’angelo dice a Maria nel Vangelo di Luca (cfr. Lc 1, 30-31):

“L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù”.

Emmanuele

Gli angeli si sono sbagliati?

Non necessariamente. C’è una differenza tra “come sarà chiamato” (“Emmanuele”) e il “nome propriamente” (“Gesù”). Per risolvere questo apparente rompicapo, dobbiamo guardare più da vicino il nome Emmanuele e la tradizione biblica.

La prima volta in cui il nome “Emmanuele” appare nella Bibbia è ai capitoli 7 e 8 del Libro di Isaia. A prima vista, in questa occasione il nome non ha alcun significato messianico. Appare semplicemente elencato tra altri nomi, come segno della protezione di Dio sulla Casa di Davide durante un periodo di guerra.

“Isaia disse: «Ora ascoltate, o casa di Davide! È forse poca cosa per voi lo stancare gli uomini,
che volete stancare anche il mio Dio? Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché sappia rigettare il male e scegliere il bene»”.

Anche se si discute su cosa volesse dire il profeta, la tradizione rabbinica e alcuni studiosi ritengono che stesse sottolineando il fatto che il nome “Dio con noi” era un gesto di ringraziamento per la protezione di Dio nei tempi difficili. Il Vangelo di Matteo intende questo testo in modo diverso, come profetizzando la venuta del Messia, l’Incarnazione di Dio, letteralmente “Dio con noi”.

Gesù

E allora perché il nome Gesù?

Il nome Yeshua (la forma originale del nome ebraico, essendo una derivazione di Yehoshua) era relativamente popolare nella Giudea dell’epoca di Gesù. Nelle opere di Flavio Giuseppe, storico del I secolo, troviamo almeno 20 persone diverse di nome Iesous. Oltre a questo, non è il primo personaggio a chiamarsi Yeshua (Joshua) nella Bibbia (si ricordi il libro di Giosuè nell’Antico Testamento). Il nome, etimologicamente, significa “Dio salva”, “Yahweh è salvezza”, “Yahvè salva”. Questo è davvero il nome che tutti i Vangeli usano per riferirsi a Gesù.

Ciò vuol dire che Gesù aveva due nomi?

No. Un ebreo dell’epoca di Gesù aveva solo un nome, a volte seguito da “figlio di” e dal nome del padre (è così che Filippo si riferisce a Gesù, “Gesù figlio di Giuseppe di Nazareth”, nel Vangelo di Giovanni) o dalla città natale della persona (come in Marco 10, 47, “Gesù il Nazareno”).

La risposta è che “Emmanuele” sia più un titolo che un nome, esattamente come “Cristo”.

Il testo di Isaia spiega anche che il Messia sarà chiamato “Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre eterno, Principe della pace” (Isaia 9, 5). Geremia dice esplicitamente che il re che regnerà saggiamente sarà chiamato “il Signore è nostra giustizia”. Naturalmente nessuno di questi nomi in sé è reale. Sono attributi che descrivono chi è il Messia. In ebraico, “essere chiamato” e “essere” in genere significano la stessa cosa, e quindi “essere chiamato Emmanuele” significa alla fine che “sarà il Dio che vive con e tra noi”. Per natura è l’Emmanuele, per nome è Gesù, “il nome che è al di sopra di ogni altro nome” (cfr. Filippesi 2, 9).

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