L’esperienza di una donna che ha trovato nei bambini a lei affidati nelle comunità alloggio che dirige in Lombardia, l’energia per vincere la battaglia più dura.Giuseppina Carmela Socci è una molisana, ex-caposala, oggi impegnata a gestire in Lombardia comunità alloggio per minori in affidamento per gravi problematiche familiari. Sette anni fa, in seguito al dolore in un braccio, scopre di avere un cancro al seno di cinque centimetri che aveva già infiltrato i tessuti circostanti. Lo shock della diagnosi è ancora più grande perché Giuseppina ha sempre fatto regolarmente la prevenzione specifica:
Quel giorno, ricordo ancora, rimasi di stucco e pensai che la mia vita dovesse finire lì. Mi guardai intorno e pensai che la morte fosse la cosa che più d’ogni altra mi faceva paura. Così continuai a lottare. (Ansa.it)
“Credi? Allora arriva fino in fondo a questa storia”
Dopo lo shock iniziale emerge la spinta a combattere passando attraverso il doloroso momento dell’impatto emotivo:
Ho pianto per tre giorni di fila, quando davanti allo specchio del bagno mi domandai: ‘Credi? Allora arriva fino in fondo a questa storia’. (Ibidem)
L’intervento chirurgico di mastectomia con ricostruzione dal muscolo grande dorsale viene effettuato immediatamente, ma il post-operatorio si complica con un sieroma, una infezione e il linfedema, che la costringe ad effettuare decine e decine di evacuazioni di liquido dalla schiena, fino a che l’intervento attento di una fisiatra non l’aiuta a superare, dopo sei mesi, il problema.
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Dove ci sono bambini c’è la vita!
Dove ha trovato Giuseppina la forza per andare fino in fondo in questa durissima battaglia? Certamente nella fede e in suo marito, ma un ruolo molto importante lo hanno avuto i suoi 35 “figli adottivi” passati per la casa famiglia di Bergamo in cui opera.
I minori che accoglievo sono stati una fonte di energia. Dove ci sono bambini c’è la vita: anche in un giorno in cui non te la senti loro vogliono giocare. Sono bimbi in affido, dunque in una situazione temporanea di difficoltà. La loro presenza, per me, ha significato tanto. (Ansa.it)
Quando si ammalò la mamma di un bambino riuscii ad aiutarli con la mia esperienza
E con uno di essi Giuseppina ha stabilito un vincolo speciale per una coincidenza particolare:
Con uno di loro sono legata perché, qualche anno dopo di me, anche sua mamma ebbe l’esperienza di un tumore al seno. Lui la incoraggiò raccontandole la mia storia. Visse con me il periodo della mia malattia e respirò l’aria di chi ce la può fare. Io e sua mamma siamo rimaste in contatto e quando il figlio aveva dubbi (come nel caso della caduta dei capelli) chiedeva a me cose per capire cosa stesse succedendo. La mamma ha fatto poi la mastectomia e la chemioterapia. Oggi anche lei ce l’ha fatta.
In un’epoca di così bassa natalità quale l’attuale, come si registra specialmente nel nostro Paese, questa bella storia ci ricorda (e repetita iuvant) quanta forza straordinaria i bambini offrano agli adulti per combattere le difficili battaglie quotidiane, ma ancor più quelle, apparentemente impossibili, per difendere la loro stessa vita, in un circolo virtuoso dove dare e ricevere si integrano e si fondono inestricabilmente.
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