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Santa Rosa da Viterbo, l’adolescente coraggiosa che proclamò la verità ai politici della sua epoca

SAINT ROSE OF VITERBO
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Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 27/06/19
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Si mise nei guai con le autorità ma diceva “Faccio ciò che mi ha detto Gesù”Non è facile immaginare una ragazzina che viene esiliata dalla sua città perché parla contro i politici, ma è esattamente quello che è accaduto a Santa Rosa da Viterbo (1235-1252). In lei non c’era nulla dell’attivista politico, era una giovane che aveva donato completamente il suo cuore a Cristo, e a volte questo porta le persone a fare cose inimmaginabili.

Rosa appartiene alla categoria dei santi che sembra non abbiano mai peccato. Si inginocchiava in preghiera prima ancora di riuscire a stare in piedi da sola e si dice perfino che abbia risuscitato delle persone dai morti quando aveva appena 3 anni. A 7 viveva come un’eremita e si sottoponeva a penitenze così dure che si ammalò gravemente. Durante quella malattia, però, le apparve la Vergine, che le disse di diventare laica francescana e di rimanere nel mondo come testimone.

Se la sua vita immacolata può non essere replicabile, il suo coraggio può ancora ispirarci. La chiamata di Rosa ad essere un esempio per chi la circondava non si limitava a recitare il Rosario e ad essere gentile con gli altri. Il Signore esortava il suo cuore a parlare contro l’ingiustizia, soprattutto l’occupazione della sua patria da parte dell’imperatore scomunicato Federico II. Per anni, il noto megalomane aveva cercato di conquistare i territori papali, e nel 1240 era riuscito nell’intento.

Il Signore iniziò a parlare al cuore di Rosa, che quando ebbe 12 anni non riuscì più a rimanere in silenzio e scese in strada a predicare. Ovviamente non parlava solo di questioni politiche, ma anche di peccato e pentimento, di misericordia e giustizia, dell’autorità del Papa e della necessità che i cattolici si sottomettessero, predicando poi contro l’occupazione.

Più predicava, più interesse suscitava nelle forze antipapali, al che il padre iniziò a preoccuparsi. Pregò Rosa di non predicare più, dicendole che se avesse continuato a farlo l’avrebbe picchiata, ma lei replicò: “Se Gesù ha potuto essere picchiato per me, io posso esserlo per Lui. Faccio quello che mi ha detto, e non devo disobbedirgli”. Ci volle l’intervento del parroco per far cedere il padre pio ma preoccupato.

Per vari anni l’adolescente denunciò l’imperatore e i ghibellini (membri del partito antipapale) a lui vicini, finché i nemici non sopportarono più la situazione e ordinarono che Rosa venisse uccisa. Consapevole che la ragazza era speciale, il sindaco decise allora di esiliarla insieme ai suoi genitori. Mentre si spostavano di città in città, però, Rosa continuava a predicare. Il 5 dicembre 1250, poco dopo l’inizio del suo esilio, Rosa dichiarò che l’imperatore Federico non sarebbe rimasto ancora molo a questo mondo. Otto giorni dopo l’uomo morì.

Anche se ora era al sicuro, Rosa doveva fare ancora qualcosa prima di tornare a casa. Lei e i suoi genitori si fermarono a Vitorchiano, cittadina in cui molti vivevano sotto l’influenza di una donna che metteva in pratica la magia nera. Rosa predicò il pentimento alla gente e la vide tornare a Dio, ma la donna rimase ferma nelle sue convinzioni. Confidando nel fatto che Dio provasse il suo potere, Rosa organizzò un’enorme pira funeraria e ci si mise in cima predicando per tre ore, colpendo anche la donna che aveva donato la sua vita al demonio, che finì per inginocchiarsi pentita.

Ci si potrebbe aspettare che dopo questi gesti una volta tornata a casa Rosa fosse l’idolo della città, e invece la sua povertà significava che per lei rimanevano chiuse ancora molte porte, compresa quella del convento. Quando chiese di entrare tra le Clarisse Povere, le venne detto che una ragazza senza dote non sarebbe stata accettata. “Non mi avrete ora”, rispose lei sorridendo, “ma forse sarete più disponibili quando sarò morta”.

Forse un giorno Rosa sarebbe riuscita a fondare una comunità religiosa, ma morì a 17 anni, pochi anni dopo essere tornata nella sua città natale. Poco dopo la sua morte apparve al Papa in sogno e gli chiese di spostare il suo corpo nel convento che aveva rifiutato di accoglierla. Come aveva predetto, la comunità fu lieta di accoglierla.

Santa Rosa da Viterbo ha vissuto proclamando la verità, indipendentemente dalle conseguenze – e ce ne furono. Il 4 settembre, giorno della sua festa, chiediamo la sua intercessione per tutti coloro che sperimentano il rifiuto per il loro impegno nei confronti della verità. Santa Rosa da Viterbo, prega per noi!

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