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Il bello e il buono (anzi gustoso) del Cilento. Tra tradizione e innovazione

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 24/06/19
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Masilicò è una start up nel campo dell’e-commerce, ma è anche una preziosa alleata della tradizione enogastronomica del CilentoC’è chi parla di buona cucina o di cucina e salute solo in vista della prova costume, la nostra preoccupazione per la salute è subordinata alla nostra preoccupazione di sfigurare in spiaggia, eppure nel paese della dieta Mediterranea, mangiare male è un insulto ai nostri nonni. Il cibo come parte di un percorso di vita, fatto di bellezza, di gusto, ma anche della consapevolezza delle nostre radici, se il filosofo Feurebach diceva “siamo quello che mangiamo”, chissà che non avesse in mente anche la storia gastronomica italiana. Proprio pochi giorni fa mi capitava di spiegare a due signore americane di come in Italia ci siano almeno 250 tipi diversi di pane, da Nord a Sud, di come il sapore e la consistenza varino in base all’acqua, della presenza di sale o meno nell’impasto, nei ritmi di levitazione, nei tipi di farina e così via. La sorpresa e la meraviglia nei loro volti fanno capire subito che questo patrimonio non va sciupato, che il pane è il simbolo più semplice ma più coerente di questa nostra straordinaria cultura che dal niente – la cucina italiana è una cucina povera – sa estrarre i sapori più buoni del mondo. Ma bisogna avere cura di questa storia, di questi nostri territori e della nostra tradizione, innovando i processi ma senza abbandonare la qualità o lo spirito con cui venivano fatti.

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Tra le tante perle di cui l’Italia è ricca, una delle più famose per i sapori, i colori e le lunghe tradizioni contadine che hanno insieme cura della terra e cura della persona, c’è il Cilento, nella provincia di Salerno, un luogo che – giustamente – è stato nominato come patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. In questa terra benedetta da Dio c’è una giovane ma dinamica azienda che nasce con la testa a Salerno ma con il cuore proprio nel Cilento da due fratelli, Osvaldo e Angela Maria Pierro, che innamorati di questa terra che frequentavano fin da bambini, si sono gettati con coraggio nel settore agroalimentare e hanno fondato Masilicò, un portale di e-commerce che da meno di un anno cerca, raccoglie e vende le cose più buone del Cilento, spedendole in Italia e non solo. La qualità è la cifra di questa azienda, che cerca di preservare le tradizioni contadine della regione, distribuendo solo prodotti che non subiscano procedure industriali: artigiani della terra.

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©Masilicò
Raccolta dei pomodori a Capaccio (tipicità il “giallo lungo di Capaccio”)

Parliamo con Osvaldo che ci spiega come è nata questa passione, “da un uliveto nella casa di famiglia” racconta, da quegli alberi secolari si fa strada l’interesse per questo settore e per le tradizioni della Campania con una missione specifica “andare alla ricerca di eccellenze del territorio campano, per sponsorizzare questo patrimonio dell’umanità che è la dieta mediterranea” una dieta di longevità che non fa mai mancare il sapore in tavola, insomma davvero un dono della Provvidenza si potrebbe dire. E’ per questo che sul sito di Masilicò non ci sono solo le cose da comprare, ma anche le ricette per esaltarli, perché quello che va distribuito non è un prodotto: è uno stile di vita. “Far arrivare alla conoscenza, perché per noi questi prodotti sono anche cultura e tradizione – dice ancora Osvaldo – e sul nostro portale per questo motivo ci sono anche delle ricette. Scoprire qualcosa sul Cilento e la dieta mediterranea e assaporarlo tramite noi” dice Osvaldo, che conclude “non vogliamo vendere un prodotto, ma condividere una esperienza”

Conservare gli antichi sapori diventa una missione, dare spazio alle piccole aziende agricole che ancora hanno una lavorazione artigianale, vuol dire sostenerle e permettere che questi saperi e questi sapori non si perdano. Un esempio per tutti? Il fico bianco del Cilento DOP:

«Raccolto rigorosamente a mano per evitare di danneggiarne la buccia. Una volta disposti sulla “grata“, ben distanziati per una buona circolazione dell’aria, i contadini rigirano i fichi una volta al giorno per farli dorare dal sole»

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©Masilicò
Essiccatura al sole dei fichi

«Dopo essere stati sterilizzati, inizia la lavorazione artigianale durante la quale i fichi vengono pressati a mano con la tecnica detta “impaccare”. L’usanza di impaccare i fichi ha attraversato le generazioni, tramandata da madre in figlia, giungendo a noi inalterata nello spirito della tradizione artigianale. In seguito i fichi vengono farciti con mandorle o noci, aromatizzati con scorza di limone e finocchietto selvatico e, infine, ricoperti di cioccolato fondente, zucchero di canna o lasciati dorare semplicemente in forno» (dal sito di Masilicò)

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©Masilicò
“Impaccatura” dei fichi secchi

Ma fiore all’occhiello di questa esperienza è la l’olio, direttamente prodotto da Masilicò, e simbolo – dicevamo – di questa vocazione dei fratelli Pierro per il Cilento

«Si tratta di un olio aromatico e saporito – si legge sul sito di Masilicò – che si ottiene principalmente dalla premitura di olive delle varietà Pisciottana, Rotondella, Ogliarola, Frantoiana, Salella e Leccino. Questo olio è frutto di tradizioni millenarie, soprattutto per quanto riguarda le fasi di raccolta, trasporto e conservazione, per essere ammesse alla produzione di olio DOP le olive devono essere raccolte rigorosamente a mano con il solo aiuto di scuotitori e pettini vibranti. Dopodiché sono molite entro 48 ore dalla raccolta».

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©Masilicò

 

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