Avete gettato la spugna e non provate a fare più niente? Pensate che cambiare sia impossibile?Ci sono cose di noi stessi che non possiamo cambiare – chi siamo, la nostra storia personale… Come dice la nota preghiera della serenità,
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscere la differenza.
(Reinhold Niebuhr).
Ci sono però cose della nostra vita che si possono (e si devono) cambiare, e tuttavia è facile gettare la spugna e rassegnarsi. Questo atteggiamento emerge quando si è cercato di fare qualcosa in varie occasioni e il risultato ottenuto è nullo o contrario a quello che si cercava. Questo crea nella persona la convinzione che non potrà mai cambiare, e si finisce per perdere la sensazione di essere padroni di se stessi, cosa che può portare ad affondare e a demotivarsi.
Credete che ci sia qualche ambito della vostra vita in cui riconoscete una situazione del genere? Ad esempio, imparare una lingua, tornare in forma, abbandonare qualche brutta abitudine o magari modificare qualcosa della propria personalità che fa soffrire o fa soffrire gli altri.
Quando arrivate a credere che nulla di quello che fate serve e optate per un atteggiamento di sconofitta, siete arrivati a generalizzare una paura concreta elevandola alla categoria dell’inarrivabile. Il problema non è rendersi conto di non poter cambiare determinate cose, ma credere che sia quello che succederà sempre.
Questa convinzione non è innata, si impara, e quindi può essere modificata. Per questo bisogna essere consapevoli della realtà e imparare nuovi modi di comportamento che aiutino a risolvere i problemi e a sentirsi capaci di cambiare e di essere padroni di se stessi.
Ecco le circostanze dell’infanzia che possono aver promosso questo atteggiamento:
- Punizioni reiterate: è stato dimostrato che chi è stato esposto a sanzioni ripetute e inevitabili ha un senso di impotenza, confusione e incapacità di saper migliorare le sue circostanze e affrontare le sfide in età adulta.
- Eccessivo controllo: vivere in un contesto eccessivamente controllato, in cui i genitori sono iperprotettivi nei confronti del figlio (“Fai fare a me che tu non riesci”) non permettendogli di sperimentare e imparare dalle conseguenze delle sue azioni, dà luogo in molti casi ad adulti con una bassa autostima.
- Atti imprescindibili: l’assenza di un ordine logico tra la condotta del bambino e le risposte altrui, ad esempio umiliazioni e abusi a scuola, potenzia nell’adulto un atteggiamento di fuga di fronte alle difficoltà.
Cosa si può fare di diverso rispetto a quello che si fa?
- Osservatevi da fuori e riconoscete in quali aree vi sentite così: al lavoro, in situazioni di grande pressione, di fronte a nuove sfide… Siate onesti, non ingannatevi e non giustificatevi.
- Pensate e scrivete le aree in cui avete il controllo e vedete risultati: alzarvi ogni giorno, pulizia, pasti, sport… Questo vi permetterà di tenere le redini e di essere consapevoli della vostra capacità di essere responsabile di ciò che vi accade.
- Aumentate la complessità degli atti. Vi aiuterà a generare più risorse e ad essere consapevoli del fatto che siete riusciti a risolvere le cose più semplici.
- Rinnovate il vostro repertorio di frasi, sostituite “Perché provarci se non serve?” con “Sono capace, ci sono cose che sto facendo bene”. Parlatevi in un altro modo, vogliatevi bene quando vi parlate. Ricordate le situazioni che stanno già cambiando nella vostra vita.