«In molti casi la musica punk è una preghiera ardente». E racconta del rapporto tra la cantante e Papa Francesco
«Ho incontrato Dio ascoltando la tua musica». Quando Padre Massimo Granieri inviò questo sms a Patti Smith pensava che il numero del telefonino che gli avevano dato fosse uno scherzo, «o che comunque non mi avrebbe mai risposto».
Invece, non solo il numero era esatto, ma l’indomani ricevette la risposta della “sacerdotessa del rock”. Accettava di incontrarlo durante il suo soggiorno a Taranto in occasione del concerto al Medimex 2019 di Taranto. Che così diventò il primo festival ad accogliere un inviato dell’Osservatore Romano, il quotidiano del Papa (www.sicilianpost.it, 11 giugno).
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“La musica non è più un demonio”
È stata la segreteria vaticana a fornirgli il numero del cellulare della poetessa americana, è stato lo stesso Papa ad aver acconsentito al viaggio del giornalista nel mondo della musica giovanile in Puglia. Una inversione di marcia dopo gli anatemi nei confronti della musica rock, spesso accostata a Satana. «Oggi in Vaticano c’è più attenzione nei riguardi delle problematiche giovanili e la musica non è più considerata un demonio. Basti pensare che Bergoglio in Argentina dava lezioni di tango» spiega Granieri.
La canzone per Papa Francesco
Padre Massimo evidenzia che «c’è molta sintonia tra Patti Smith ed il pontefice». «Lei – dice – ha scritto e interpretato il brano “These are the Words” per la colonna sonora del film “A man of his word” di Wim Wenders, tradotto in italiano “Papa Francesco – Un uomo di parola”. A un concerto l’ho sentita ringraziare Bergoglio per l’impegno a difesa della Terra e degli immigrati».
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Un “ragazzone punk”
Padre Massimo, riporta sempre Sicilian Post, ha 49 anni ed è prete dal 2003. Ma fino al 1998, quando cominciò il suo percorso religioso come diocesano passionista, è stato un ragazzone punk.
«Era il 1989 quando mi trovai per la prima volta tra le mani la copertina di “Radio Ethiopia”, avevo 19 anni. Fu il primo episodio tangibile della rivelazione di Dio nella mia vita e della sua volontà di coinvolgermi nello sforzo di accompagnare l’essere umano in qualsiasi situazione si trovi. Difficile a credersi è stato il punk a incrociare i miei passi con quelli del Signore», scrive nel libro “Il Vangelo secondo il rock”, introducendo la sua storia.
San Paolo e le citazioni bibliche
«Il punk di Patti Smith era sì di rottura, ambiva a rivoluzionare la vita, ma in senso positivo, costruttivo, ed aveva una intensità religiosa», non era «distruttivo o iconoclasta di gruppi come i Sex Pistols (…) Lei credeva che la musica potesse guarire e cambiare il mondo. Mi procurai il suo disco successivo, “Easter”, e scoprii che sulla copertina Patti citava ancora una volta San Paolo. Le sue citazioni bibliche mi hanno incuriosito. Allora non capivo che, anche per chi non crede, un simile grido è una viscerale invocazione a Dio. Oggi so bene che quello che nel punk è un pugno in faccia al nemico, in molti casi è una preghiera ardente, l’espressione di un grande bisogno di consolazione».
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Il poster di Jimi Hendrix e il crocifisso
Nove anni dopo, nel 1998, entra in convento portando con sé il poster di Jimi Hendrix, che appende sul letto, al posto del crocifisso che sposta di fianco. E cinque anni dopo viene ordinato sacerdote. Va ad esercitare a Bisignano, in provincia di Cosenza, in quella Calabria dove cominciò la storia della sua famiglia. «Io sono nato in Inghilterra, a Leicester, ma a 3 anni sono tornato in Italia con la famiglia per andare a vivere a Bisignano», paese di origine del padre, che aveva lasciato da giovane per andare a cercare un lavoro oltre Manica.
Mamma rock
La cultura musicale rock gli è stata iniettata dalla madre, inglese, che ascoltava Pink Floyd, Jimi Hendrix, David Bowie e Jefferson Airplane. «Sin da piccolo mia madre mi portava ai concerti. Il primo che vidi fu quello di Joe Cocker». Il papà ascoltava la tarantella, lui e mamma il rock.
https://www.youtube.com/watch?v=Y6wrs4tNwjM
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