Sette anni nell’industria del cinema hard e nell’inferno delle droghe, poi l’incontro con la Chiesa e poi molte ricadute. Alla fine, Brittni ha ceduto allo sguardo di Dio su di lei: “È Gesù che mi ha strappato i peccati”.
Prima di amare Gesù, io non amavo me stessa. Solo scoprendo come Dio mi vede ho potuto anche amare chi ero. Sono rimasta per molto tempo in un luogo in cui non conoscevo il mio valore e ciò che meritavo. Dio dice che io ho un valore immenso anche dopo tutto quello che ho fatto, dopo tutti i miei peccati.
È il passaggio decisivo della testimonianza dell’americana Brittni De La Mora davanti alla telecamera di Life Today; è un capovolgimento che è anche un nuovo inizio. Nessuno ha una condotta candida, c’è chi si pente sinceramente dei propri peccati e riesce a lasciarseli alle spalle perché restano archiviati nel passato. Non lei. Ci sono quasi duecento film hard in circolazione che la vedono protagonista col nome d’arte Jenna Pristley; non ha diritti su quelle pellicole, ma non è più la pornostar di allora.
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La conversione nel suo caso non può essere solo una faccenda superficiale, perché «tutti i peccati le stanno davanti» (trema al pensiero che i suoi figli possono imbattersi nei video di Jenna Pristley) eppure il passato non ha più il potere di ingabbiare la sua persona. Anche se lo ripetiamo spesso, che Cristo ci abbia liberato dai peccati è una realtà che vince anche tutta la documentazione mediatica del traviamento di una persona. Nel 2018 la De La Mora ha portato la sua testimonianza anche in Italia, a Napoli.
Essere guardata, essere amata
Conferma una cosa rivoluzionaria, Brittni: solo dopo aver visto come Dio ci guarda possiamo amarci. È uno sguardo difficile da capire nel contesto mondano: ciascuno si conosce meglio di tutto e di tutti, è questo il pregiudizio. Invece siamo molto miopi su noi stessi, sia per superbia sia per eccesso di modestia, riduciamo la nostra persona a una misura egocentrica manchevole di molto. Per vedersi davvero occorrono gli occhi di un Padre.
Ecco perché la famiglia è l’alveo che introduce il bambino alla realtà: il padre e la madre sono figure legate all’origine del mondo. I genitori sono l’eco di Dio che guardando ogni cosa disse che era buona; l’essere è buono, la presenza è una cosa buona. La ferita iniziale nella vita di Brittni accadde proprio nella dimensione domestica: sua madre, da piccola, le ripeteva che la odiava e desiderava non fosse mai venuta al mondo. Tradito questo bisogno primario di essere amato come presenza, il cuore si arrabatta come può.
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Se manca il pane, ci si accontenta delle briciole. E così, ricostruendo il proprio percorso distruttivo, Brittni riconosce di aver cercato altrove l’amore che le era mancato in famiglia, in ogni altrove: va al college e si mantiene da sola, fa la spogliarellista e ha rapporti promiscui. Un giorno un produttore cinematografico la avvicina e le dice: “Sei bellissima, meriti di diventare una star”. Ecco il surrogato malvagio dello sguardo paterno che colpisce a morte usando l’arma dell’apparente premura: lei ha 18 anni, capisce benissimo che le viene proposta una carriera nell’ambito dei film per adulti e accetta.
Sapevo cosa mi proponevano, ma sentivo anche che mi stavano nutrendo, si curavano di me. E ho pensato che fosse ciò a cui dovevo appartenere. (da Life Today)
Per sette anni Brittni resta nell’inferno dell’industria pornografica e abusa di droghe. Un momento di lucidità la strappa all’abisso, telefona a sua nonna e le confessa: “Se non esco da qui, uccido me stessa”. Da questa embrionale e balbettante preghiera la provvidenza di Dio comincia a lavorare, ed è – come sempre – un duello senza esclusioni di colpi con la libertà umana. Chiedere aiuto è un inizio clamoroso, ma non basta.
È Lui che strappa di dosso i peccati
Dopo quella telefonata, la nonna si precipita da lei e la allontana da Los Angeles, portandola a San Diego. Grazie al nonno, e spinta da una curiosità personale, Brittni comincia ad andare in chiesa; la Bibbia la stordisce di bello, se ne innamora e legge tantissimo. Con un percorso vagliato insieme ai ministri della Chiesa si avvicina ai Sacramenti, ma la tentazione bussa alla porta e lei cade di nuovo.
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Un uomo ritorna alla carica e le promette di fare di lei una star molto più celebre di quello che già era stata; lei gli crede e riprende a girare film porno. Ma riconosce di non essere più sola come prima, la voce dello Spirito Santo si fa sentire nella coscienza. La preghiera le fa vivere in modo amaro il suo lavoro e matura l’idea di smettere del tutto. Raccontando questo passaggio della sua vita, Brittni è molto chiara nel dire che l’intuizione avuta in fondo a quel nuovo tunnel di buio non può essere stata solo frutto della sua testa, lo Spirito – azzarda lei – deve averla illuminata: decide di chiamare sua madre, propria l’ultima persona a cui lei si sarebbe rivolta per chiedere aiuto. La mamma è da lei in venti minuti, e la porta via. Ma il tira e molla con le ricadute nella voragine non è finito; finisce davvero in un giorno preciso, l’ 11 dicembre del 2012: è a bordo di un aereo diretta a Las Vegas su un set hot e sfogliando la Bibbia legge questo brano:
Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza. Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. (Apocalisse 2, 21-22)
Si sente chiamata in prima persona, si vede con gli occhi di Dio. Ed è un Dio che chiama per nome il suo male ma la attende con pazienza per darle il volto che si merita. Tipico della struttura emotiva americana è questo rapporto potente con la Parola, un po’ distante dalla nostra tradizione. Da Quel momento Brittni chiude per sempre con la pornografia e si affida totalmente alla proposta cristiana, entrando nella chiesa protestante di Cornerstone a San Diego.
Non è un cammino facile, l’onta che porta su di sé le pesa sul cuore; si vergogna le prime volte che entra in chiesa e pensa: “Qui sono tutti perfetti, io non ci posso stare”. Ma è proprio a partire da questa inadeguatezza ferita che si fa strada l’ipotesi della testimonianza che deve dare: il perdono è qualcosa di radicale, ha la pretesa di cambiare completamente l’essere umano. Possono restare strascichi di sensi di colpa che però devono fare i conti con l’ultima parola di di Dio. Lui è disposto in ogni momento a ricominciare da capo con noi.
È il malato che ha bisogno di Lui. È lui che mi ha tirato fuori dai miei peccati. (da Life today)
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Verginità e matrimonio
Molti giornali hanno riportato la notizia di questa conversione clamorosa; e il tono ammiccante si percepisce tra le righe, in certi pezzi scritti si ode proprio il risolino dell’autore in sottofondo. La pornostar che diventa donna di chiesa. Chissà quanti sottintesi molto facili da indovinare ci sono dietro la scelta editoriale di affiancare le foto hard di Brittni a quelle attuali di moglie e madre. Rinfacciare, deridere sono verbi molto umani.
Sì, ho proprio scritto madre e moglie. 8 mesi dopo il suo abbraccio incondizionato a Dio, lei ha conosciuto un pastore protestante di nome Richard di cui si è innamorata e di cui è diventata moglie. Ora sono madre e padre. La scelta che certo ha fatto sghignazzare chi non frequenta il vento forte della promessa cristiana è quella della verginità prima del matrimonio; Brittni e suo marito sono rimasti casti fino alle nozze. La parola verginità in bocca a una pornostar fa morir dal ridere i non credenti e forse fa rabbrividire pure certi bigotti. Magari usiamo un sinonimo meno puro, più edulcorato, che lasci presagire un po’ dello sporco che la donna ha avuto addosso; è questa la tentazione.
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La proposta cristiana è aperta a tutti, ma solo alcuni la possono vivere appieno; è questa la nostra riduzione umana. Ma Dio ha disarcionato da cavallo sulla via di Damasco un persecutore di cristiani e, insieme al perdono, non gli ha offerto un centesimo in meno di Bene rispetto a quel che offrì all’encomiabile Giovanni. Noi soppesiamo, Lui squarciò il velo del Tempio.