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Cosa mi hanno insegnato sulla vita e sulla famiglia America’s Got Talent e Kodi Lee

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Catholic Link - pubblicato il 06/06/19
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di Alvaro Díaz

Immagino che molti di voi abbiano già avuto l’opportunità di guardare questo video sulle reti sociali, perché in poco più di una settimana l’esibizione di Kodi Lee è diventata virale.

Kodi è un ragazzo di 22 anni che si è presentato alle audizioni di America’s Got Talent, il famoso programma che ha iniziato una nuova stagione. Kodi ha interpretato il brano A Song For You, di Donny Hathaway, e la particolarità del suo talento non è solo la sua splendida voce, ma anche il suo coraggio nel salire sul palco essendo cieco e autistico.

Credo che il video parli da sé. È difficile che non commuova chi lo guarda, ma al di là dell’aspetto toccante credo che sia una testimonianza che può aiutarci a pensare ad alcuni aspetti importanti.

Kodi Lee, il valore innegabile di ogni vita

Tenendo conto del fatto che nella nostra epoca si mette in discussione il valore della vita parlando di “standard di qualità” – le facoltà mentali, lo stato di salute ottimale, la capacità produttiva e l’efficienza -, mi sembra che Kody abbia molto da dire a chi ancora dubita del fatto che la vita per essere degna e preziosa debba basarsi sui paradigmi richiesti dalla società. Molti dei bambini abortiti perché non hanno tutte le loro facoltà, perché non sono “completi”, non potrebbero essere come questo cantante? Non devono essere famosi, né fare molte cose perché l’esistenza valga la pena e si possa scommettere su di lei; il semplice fatto di esistere conferisce loro un valore, una digngità, perché sono stati voluti dal Creatore.

La maternità richiede coraggio

Prima della sua esibizione, Kodi è stato portato sul palco dalla mamma Tina, che lo ha presentato e ha detto ai giurati: “Attraverso la musica e l’interpretazione è riuscito a sopportare il fatto di vivere in questo mondo, perché quando sei autistico è molto difficile fare quello che fanno gli altri. In realtà gli ha salvato la vita”.

Penso che questa madre sia molto coraggiosa, perché testimonia una scommessa sulla vita del figlio, lo promuove, lo valorizza e soprattutto lo ama, come evidenziano il suo affetto, la sua tenerezza e la disponibilità ad accompagnarlo. Chissà come saranno stati la sua gravidanza o i primi anni trovandosi di fronte alle limitazioni di suo figlio. Ciò che conta è la perseveranza, il suo coraggio nell’assumere le sfide e le difficoltà e dire al mondo attraverso suo figlio che vale la pena di dire “Sì” alla vita.

Purtroppo alcune donne durante la gravidanza sentono la pressione altrui, il senso di colpa, il rifiuto, l’enorme peso delle difficoltà che possono avere, vedendo magari nell’aborto una strada per alleviare questo dolore. Altre madri, di fronte alle difficoltà o alle malattie dei figli piccoli, forse non dimostrano lo stesso affetto, arrivando anche a maltrattarli o abbandonarli. Per vivere pienamente la vocazione alla maternità servono decisamente coraggio e impegno. Come non pensare alla Vergine Maria, che ha sperimentato il rifiuto, l’emarginazione e il dolore durante la sua gravidanza? Nonostante questo è stata coraggiosa, e soprattutto non ha smesso di confidare in Dio. Essere madre vuol dire questo.

In questo senso, mi è sembrato molto significativo anche il gesto del giudice che ha consegnato il Gold Buzzer (con cui il candidato passa automaticamente al turno successivo), che ha detto che era appena diventata madre e ha riconosciuto che “è il lavoro più difficile che ho fatto e allo stesso tempo il più gratificante. Vuoi dare ai tuoi figli solo la luna, le stelle e l’arcobaleno”. Nella maternità non è tutto facile, ma chi è madre sa quanto gratifichi questa missione.

I piccoli gesti che trasformano il mondo

Mi ha colpito molto la frase che il giudice ha detto alla fine a Kodi Lee, “Hai cambiato il mondo”, e forse ha ragione. È evidente che questa storia diventata tanto facilmente virale non è semplicemente un video simpatico. Il fatto che non ci lasci indifferenti è perché in fondo quello che il nostro cuore vuole di più, anche se magari non ne siamo del tutto consapevoli, è trovarci di fronte a queste manifestazioni di autenticità, di semplicità, coraggio e umiltà; valori che a volte passano inosservati e che ci siamo abituati a non vedere più tanto spesso, espressioni dell’umanità che emergono sempre più difficilmente nel nostro mondo a volte tanto concentrato su ciò che è banale e superficiale. Con il semplice fatto di esistere e di essere se stesso, Kodi ha dimostrato di avere molto da donare, e la sua storia ci conferma che sono i piccoli gesti che nascono dalla spontaneità e dal desiderio di donarsi agli altri che trasformano davvero e sono ciò di cui il mondo ha bisogno.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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