E’ un’incredibile storia quella di don Probo Vaccarini, parroco di San Martino in Venti a Rimini
E’ un prete, ma ha quattro figli maschi. E tutti e quattro fanno i preti. E’ una storia incredibile quella di don Probo Vaccarini, che oggi festeggia un secolo nella Cattedrale di Rimini, con una celebrazione speciale officiata dal vescovo Francesco Lambiasi.
7 figli, 4 preti
Probo è nato il 4 giugno 1919 e come tanti suoi coetanei ha conosciuto l’orrore della guerra. Tornato dalla Russia ha fatto per molti anni il geometra, si è sposato e ha messo su una famiglia numerosa, con sette figli. I suoi quattro maschi sono tutti diventati sacerdoti: don Giovanni parroco a Miramare, don Giuseppe parroco a Borghi e don Gioacchino, a Montetauro, sempre nel Riminese.
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La morte della moglie
Poi, quando aveva 51 anni, la sua adorata moglie Anna Maria è morta, e lui ha deciso di impegnarsi ancora più a fondo dentro la Chiesa, diventando accolito, poi diacono e ricevendo la guida della parrocchia di San Matteo in Venti, nella sua Rimini.
Padre Pio
Devoto di padre Pio, che ha conosciuto e frequentato personalmente (portando tanti fedeli riminesi dal frate di Pietrelcina), don Probo racconta di aver sentito la chiamata proprio durante una messa a San Giovanni Rotondo. E così nel 1988, a 69 anni, ottenuto il nulla osta da parte del Vaticano e incoraggiato dai figli, Probo Vaccarini è diventato sacerdote.
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“Fresco di ordinazione”
«Sono stato padre e marito, prima di diventare prete – ha detto in un’intervista rilasciata nell’occasione del compleanno al settimanale diocesano riminese ‘Il Ponte’ – Sacerdote, chi l’avrebbe mai pensato? Eppure mi sento come un prete fresco di ordinazione”. Trent’anni dopo, a cento anni oggi, come allora, don Probo va alla sua parrocchia di San Martino in Venti: celebra messa, funerali, matrimoni, battesimi. E confessa. Per ognuno don Probo ha una parola» (Ansa, 2 giugno).
La “pastorale dei vedovi”
Non si può, però, attribuire il fenomeno dei vedovi e delle vedove consacrate alla crisi delle vocazioni sacerdotali e religiose, scrive Avvenire (4 giugno), esso piuttosto si ripresenta grazie ad una più matura visione della pastorale vocazionale. Da tempo si va ripetendo che la pastorale nel suo insieme è pastorale vocazionale; se così è non può stupire che essa abbracci anche le condizioni dei vedovi e delle vedove verso i quali va l’attenzione dei non pochi vescovi, che hanno istituito l’’Ordo viduarum’ nella loro diocesi.
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