Abbiamo bisogno di nutrire, dissetare e allenare la nostra anima nella ricerca continua del Suo volto e nella scoperta della nostra comunione. Domani a Milano, grazie al lavoro delle amiche milanesi, una giornata di vera ricchezza spirituale.La scoperta che cambia la vita è che Dio si è fatto carne, per renderci possibile lo stare uniti a lui come i rami della vite alla vite, che sono la stessa cosa, perché non c’è la vite e i rami, la vite sono i rami, ed è una cosa da far venire le vertigini. Quindi tutto, anche la nostra carne, ha a che fare con lui. Non c’è niente che non lo riguardi, niente di estraneo. E allora ha senso cercarlo in ogni cosa, desiderare di incontrarlo in ogni momento della giornata, è quella tensione che rende la nostra vita appassionante e avventurosa. Ogni cosa è appassionante e maestosa, perché parla di Dio, anche le parti meno sbrilluccicanti della giornata, anche una dichiarazione dei redditi, un bollettino del condominio o un bottone da attaccare o un panino da farcire.
Per ascoltarlo quando parla, nascosto dietro un filo che non entra nella cruna (assolutamente no, non ho bisogno degli occhiali da anziana), nascosto in quella telefonata molesta (quando capire quando c’è una povertà da accogliere e quando una chiacchiera vana da troncare richiede un radar raffinatissimo), annidato in fondo alla cesta dei panni, serve un cuore allenato alla ricerca, uno spirito addestrato come quelli del reggimento incursori paracadutisti, e, come sa bene chi ha fatto sport, l’allenamento non è uno stato in cui ci si attesta una volta per tutte, ma una condizione temporanea da alimentare sempre. È quello che Madeleine Delbrel chiama l’equilibrio della bicicletta: il cristiano sta in piedi solo se si muove. La ricerca di Dio è una tensione, più che uno stato, ed è una tensione a cui non possiamo stancarci di rimanere attaccati, perché appena ci stanchiamo cadiamo.
Ogni tanto occorre fare il pieno, ricaricarsi, o, se vogliamo mantenere il paragone sportivo, fare un periodo di ritiro come le squadre di calcio, che nelle fasi critiche della stagione vanno qualche giorno lontano da casa, doppio allenamento e super riposo.
Ecco, per molti di noi, che hanno famiglia e lavoro, non sempre è possibile fare un ritiro di allenamento speciale del cuore. Però una giornata, quella forse sì ce la possiamo ritagliare ogni tanto, per rinsaldarci nella nostra vocazione di monaci, ed essere sempre più bravi a riconoscere le pareti e le colonne e i confini del nostro chiostro quotidiano.
Come saprà chi bazzica questo blog, la prima giornata a cui abbiamo invitato gli amici in quello che abbiamo chiamato il nostro Monastero Wi-Fi (ma chissà quanti altri monasteri ci sono nel mondo!), insomma il primo Capitolo Generale, è stato lo scorso 19 gennaio a Roma, nella Basilica di San Giovanni al Laterano, e il prossimo sarà sempre a Roma, sempre, a Dio piacendo, nell’Arcibasilica Papale di Gesù Santissimo Salvatore e dei santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano il 19 ottobre. Nel frattempo stanno sbocciando tante piccole occasioni di preghiera comune, in giro per l’Italia (Genova, Firenze, Roma – il primo lunedì del mese ai Santi Quattro; ma prometto che al più presto darò altre informazioni), che vanno a fecondare realtà già esistenti nelle parrocchie, o ne fanno nascere di nuove.
Poi, Capitolo Generale a parte, come sapete, le amiche milanesi si sono messe all’opera, e hanno proposto una giornata, diciamo di allenamento speciale, sulla falsariga di quella romana, che fosse un po’ più raggiungibile dalle “consorelle” e “confratelli” del nord (infatti so già di diverse amiche, bionde e non, che non erano potute venire a Roma, e che invece saranno a Milano).
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La struttura sarà quella che chi era a Roma o chi ci ha seguito in collegamento già conosce.
La prima catechesi di don Vincent Nagle sarà (o dovrebbe essere, perché Vincent è meravigliosamente imprevedibile) su come trovare Dio nelle cose della vita che ci fanno soffrire, o ci danno fastidio, o ci scomodano. Poi ci sarà la messa celebrata da don Antonello Iapicca, sacerdote del cammino neocatecumenale missionario in Giappone (che però da lì manda le sue catechesi a mezzo mondo). Pausa pranzo con rosario guidato (possibilità di pranzo al sacco prenotabile iscrivendosi) da don Luca Civardi. Dopo pranzo la seconda catechesi, stavolta di padre Giuseppe Barzaghi, a cui avevo chiesto di spiegarci come vivere la spiritualità nel quotidiano, e che ci parlerà dell’intelligenza del rosario (non vedo l’ora!). Infine l’adorazione guidata da don Armando Bosani, un sacerdote che si spende per promuovere questa forma di preghiera. In mezzo, prima durante e dopo, più baci e più abbracci possibili.
Se non volete far morire di infarto la mia amica Raffaella e tutte le altre del team, per favore iscrivetevi (monasterowifimilano@gmail.com) se non lo avete ancora fatto. Siamo già oltre seicento. Le Milano’s Angels si sono attrezzate per badare ai vostri bambini, ma non sarà un aspetto facile da gestire, quindi se vi è possibile lasciarli con qualcuno che li faccia stare bene e divertire, forse per loro potrebbe essere meglio. Se invece questo tema vi impedisse di venire, venite e portateli, ce la caveremo. L’iscrizione è gratuita, ma come immaginate ci sono delle spese (i viaggi dei relatori, l’affitto della struttura, le baby sitter), e abbiamo deciso di fidarci della Provvidenza, quindi magari chi potrà metterà qualcosa in un cestino. Se dovessero avanzare dei soldi (intanto a dire il vero speriamo che bastino a coprire il fabbisogno) abbiamo pensato che li destineremo fino all’ultimo centesimo ad Aiuto alla Chiesa che soffre, per aiutare i tantissimi, troppi nostri fratelli cristiani perseguitati nel mondo. Loro sono le vere colonne della Chiesa, e quindi di ognuno dei nostri monasteri.
Vorrei solo aggiungere che mi sembra che questa avventura, qualunque cosa ne verrà, anche se dovesse finire a breve, sia di una bellezza commovente, per due motivi. Innazitutto perché è specchio della ricchezza dei carismi della Chiesa, una in Cristo: noi fedeli “modello base” possiamo attingere alla ricchezza di tutta la Chiesa, nelle sue facce, nelle sue anime, senza avvertire la minima divisione né il desiderio di prevalere; possiamo godere della spiritualità oratoriana di padre Maurizio Botta, e poi attingere alla radicalità neocatecumenale di don Pierangelo Pedretti e don Antonello Iapicca, al genio inimitabile di don Fabio Rosini, alla profondità di una monaca agostiniana come suor Fulvia Sieni, all’intelligenza e alla fede ciellina di un sacerdote della fraternità San Carlo come don Vincent Nagle, alla predicazione magistrale, impeccabile ma creativa di un domenicano come padre Barzaghi, alla forza francescana e all’ingegno unico di padre Emidio Alessandrini, e poi a don Armando Bosani e don Luca Civardi (che non conosco ancora, ma mi sono fidata delle amiche). E chissà quali altre cose prepara per noi il Signore (tanto per cominciare sto puntando a un gesuita, a un monaco camaldolese e a un carmelitano, avevo invitato un sacerdote dell’Opus Dei che però era impegnato e diversi diocesani, oltre a quelli che ascolteremo lunedì e mi piacerebbe piano piano ascoltare tante spiritualità diverse…). Tutti insieme, e questo è un segno che è un’opera di Dio, perché se non sbaglio uno abbastanza importante ha detto che ci riconosceranno da come ci ameremo. Quindi facciamoci riconoscere dall’amore, dal saper andare oltre le appartenenze.
L’amore, poi, è quello che vedo nelle amiche milanesi che esattamente come le genovesi/toscane/romane a Roma si sono smazzate tutto il lavoro (sotto la guida di una negriera bergamasca che sta lavorando come una matta), tutte nel silenzio, nell’ombra, tutte senza apparire, tutte mettendoci di tasca propria, il proprio tempo, i soldi e l’energia, gratis e per amore di Dio. Posso avere un piccolo moto di orgoglio femminile (non femminista)? Noi donne che cerchiamo il Signore siamo capaci di fare squadra, di servire, non abbiamo bisogno di marcare il territorio (ogni riferimento agli uomini non è puramente casuale), di dire alle altre come si fanno le cose, di apparire o di emergere. Le mie amiche stanno facendo a gara per chi scompare di più, e, ecco, volevo solo dire che per me questo è un segno che questa cosa è del Signore, con un tocco della sua Mamma, che da dietro intrallazza perché tutto si risolva nonostante le nostre goffaggini.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG DI COSTANZA MIRIANO