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Come essere un monaco quando si vive nei sobborghi

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padre Michael Rennier - pubblicato il 22/05/19
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6 pratiche che possono aiutarvi a diventare veri contemplativiIl monaco Thomas Merton ha scritto che “nella vita contemplativa c’è sempre una tentazione a perdere tempo”.

Pensare alle grandi domande è qualcosa che cade sempre nel dimenticatoio, perché può sembrare poco pratico cercare la grazia in ogni momento. È anche inquietante perché riconosce il pericolo che si annida dietro ogni angolo.

Annie Dillard cita Merton nel libro Pilgrim at Tinker Creek, che nel 1975 ha vinto il Premio Pulitzer e descrive eventi che hanno luogo nel suo sobborgo della Virginia.

Si potrebbe dire che sia ingenuo pensare di praticare la contemplazione nei sobborghi – dopo tutto, quel tipo di cose è per i monaci sulle cime delle montagne o per gli artisti nei loft urbani. Io, però, dico che è una componente non solo possibile, ma anche necessaria della felicità. La contemplazione ci fa rallentare di modo che possiamo vedere la presenza di Dio dietro tutte le distrazioni quotidiane. Se non siamo stati posti su questa terra per cercare il senso dell’esistenza, allora perché siamo qui?

Ecco sei suggerimenti utili, in parte ispirati dal libro della Dillard, su come essere contemplativi urbani:

Coltivare una semplicità sana

Quando porto i miei figli a fare una passeggiata nel quartiere, trovano uova di pettirosso, vedono le formiche succhiare le gocce dei lecca-lecca e prendono ogni sassolino che vedono perché potrebbe essere un diamante. La Dillard ricorda come avesse l’abitudine di nascondere dei centesimi lungo i marciapiedi per farne dei tesori che altri potessero trovare. Se ci fermiamo a guardare e a contemplare, la bellezza del mondo diventa uno specchio attraverso il quale vediamo più chiaramente quanto sia realmente splendido.

Accettare la propria vita

Permettere ai doveri familiari e lavorativi di diventare una scusa per ignorare la contemplazione è fin troppo facile. Ad esempio, potrei mettere insieme facilmente una lista di lamentele: i bambini sono troppo chiassosi, il mio lavoro è stressante, vivo in un quartiere rumoroso, qualcuno deve pulire la casa e preparare la cena, non ho abbastanza tempo per un ritiro spirituale. Le cose, però, non devono essere così complicate. Sedetevi in cortile e guardate un albero. Assomiglia a milioni di altri, ma per noi che guardiamo proprio quello diventa speciale, un miracolo unico, come la nostra vita.

Praticare la presenza

La Dillard scrive che “la bellezza e la grazia sono all’opera indipendentemente dal fatto che le percepiamo. Il minimo che possiamo fare è cercare di essere lì”. Intorno a noi succedono tante cose, che ce ne rendiamo conto o meno. Non perdiamocele.

Coltivare una ricca vita interiore

In passato vivevo a Cape Cod, vicino all’oceano, circondato ovunque dalla bellezza della natura. La apprezzavo, ma solo ora mi rendo conto di quanto sia stato fortunato a trascorrere parte della mia vita lì. Anche i dintorni più ispiratori possono diventare ordinari senza una vita interiore. Per contrasto, anche l’ambiente più mondano può splendere di gloria. Scoiattoli e formiche sono interessanti quanto orsi ed elefanti, e un semplice balcone può promuovere la contemplazione quanto una spiaggia di Cape Cod.

Non farlo da soli

Il meraviglioso risultato del fatto di condurre una vita ordinaria è che siamo circondati da persone, e le persone non sono mai ordinarie. La fonte della contemplazione è l’amore, e quindi più ci circondiamo di persone che amiamo, più la nostra anima si amplierà per accoglierle.

Mantenere una distanza critica

Un aiuto pratico eccellente alla contemplazione è trascorrere qualche momento ad analizzare la propria giornata, ricordando non solo cosa è accaduto, ma anche il significato di ogni evento. Com’è stato presente Dio nella mia vita oggi? Dove ho visto la grazia? Alla fine della giornata, prendete in considerazione ogni momento, positivo o negativo, e offritelo a Dio.

È così che iniziamo a vedere che la nostra vita non è solo una serie di compiti, ma uno splendido arazzo. Ciascuno di noi è prezioso, e siamo posti esattamente dove dovremmo essere. Indipendentemente dall’ambiente o dalle circostanze, che ci troviamo in città, in periferia o in campagna, c’è sempre un mistero interiore da contemplare.

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