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Don Di Noto: Vorrei, ma non posso mostrarvi l’orrore della pedofilia in rete

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 20/05/19
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Vorrei, ma non posso mostrarvi il volto della pedofilia e della pedopornografia.

Vorrei, ma sono ostacolato dalle leggi in vigore. Ma se la croce, a cui tanti guardavano con dolore e anche con disprezzo, cambiò il cuore degli uomini, l’Innocente degli innocenti, allora sì, sarei tentato di mostrare al mondo che cosa i pedofili e i pedopornografi facciano su bambini, neonati e prepuberi. Verrei, credetemi, subito, immediatamente indagato per aver violato le leggi dello Stato. Eppure, migliaia di denunce e segnalazioni inoltrate in tutto il mondo non muovono neanche le coscienze più sveglie: immaginate quelle sopite, narcotizzate e compiacenti. Indifferenti e sorde.

Ho lucida consapevolezza di quello che scrivo e posso documentarlo senza mezzi termini e senza timore di essere smentito. Eppure questa malsana, non corretta e provocatoria idea, mi interpella ogni giorno ed è evangelicamente eversiva. Mi scorre nel sangue, nella mente, nella carne: non certo per provocazione (non c’è nessun bisogno!), ma per iniziare un percorso di giustizia per gli innocenti, per far luce sull’oscurità permanente degli abusi sessuali sui minori e della sua costante e continua, assurda e inquietante, silente e connivente corruzione. Silenzio e complicità calano vergognosamente sul traffico di esseri umani, di bambini, sotto gli occhi di tutti.

Un gruppo di pedofili (tutti italiani, ne abbiamo contati una quarantina nel deep web, in una chat dedicata ai loro traffici inenarrabili, chat che abbiamo denunciato), scrivevano di non essere troppo preoccupati perché difficilmente verranno identificati; anche se il sottoscritto gli fa un po’ timore, ma mi ammirano (scrivevano), tanto: “la Chiesa e lo Stato, sono loro che lo delegittimano, non certamente noi!!!”. Una frase inquietante, profondamente diabolica e raffinata nel male. Ed essere ammirato da loro, pedofili, mi inquieta e tanto.

Decine di milioni di bambini, abusi inenarrabili, che l’esibizionistico mondo perverso e corrotto, on più parallelo, della pedopornografia e pedofilia ha impunemente impiantato. Soldi, soldi, carne innocente che con inquietante complicità dei colossi del web, dei Server Provider, che si lavano le mani quando altri segnalano queste nefandezze. E non li rimuovono. Punto. Ma non offrono, mettono a disposizione qualora venissero richiesti (non ci sono leggi ad hoc nei vari e numerosi Stati), le targhe identificative (i file di log) per l’individuazione di milioni di soggetti che posseggono, divulgano, producono e lucrano (con evidenti scambi commerciali veicolati con moneta bitcoin e in euro, carte di credito).

Vorrei, ma non posso, accendere una luce nell’oscurità di queste nefandezze su bambini già violentemente abusati. Sottratti e traumatizzati psicologicamente e fisicamente per tutta la vita. Un danno permanente.
Vorrei, ma non posso, esporre con rispetto i loro volti e chiedere a tutti: chi li ha visti? Chi li conosce?
Vorrei, ma non posso, esporre i volti dei carnefici che con supponenza e garantiti da una impunità evidente, disarmante per chi chiede giustizia, sono fortemente protetti da una legge sulla privacy nel mondo che nessuno, o pochi, metterebbero in legittima discussione.
Ecco: vorrei ma non posso, perché nonostante l’orrore sui bambini, gli stessi che ogni giorno incontro, curo e sostengo, li devo educare alla giustizia e alla verità. Non credo di essere contro il Vangelo. Non credo proprio.

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