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Come leggere i Salmi che sembrano esaltare la violenza?

WHORE OF BABYLON
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Philip Kosloski - pubblicato il 20/05/19
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Cosa deve fare un cristiano quando legge dei Salmi in cui ci si rallegra per l’uccisione di altre persone?Se i Salmi presentano spesso splendide immagini di un’anima unita a Dio, ne riferiscono anche di inquietanti. Ad esempio, il Salmo 137 afferma: “Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra” (Salmo 137, 9).

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Estrapolato dal contesto, questo versetto è decisamente inquietante e sembra contraddire tutta la fede cristiana! In che modo i cristiani devono leggere questo e altri passi simili?

In primo luogo, si deve dire che i Salmi vanno letti in base al loro genere letterario. Il Catechismo della Chiesa Cattolica lo afferma chiaramente quando parla delle intenzioni dell’autore:

“Per comprendere l’intenzione degli autori sacri, si deve tener conto delle condizioni del loro tempo e della loro cultura, dei « generi letterari » allora in uso, dei modi di intendere, di esprimersi, di raccontare, consueti nella loro epoca. « La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa nei testi secondo se sono storici o profetici, o poetici, o altri generi di espressione »” (CCC, n. 110).

I Salmi non volevano essere un resoconto storico degli eventi, né sono stati progettati per essere un trattato teologico. Spesso sottolineano semplicemente le lotte del cuore umano, come spiega ulteriormente il Catechismo:

“Le espressioni multiformi della preghiera dei Salmi nascono ad un tempo nella liturgia del Tempio e nel cuore dell’uomo. Si tratti di un inno, di una preghiera di una lamentazione o di rendimento di grazie, di una supplica individuale o comunitaria, di un canto regale o di pellegrinaggio, di una meditazione sapienziale, i Salmi sono lo specchio delle meraviglie di Dio nella storia del suo popolo e delle situazioni umane vissute dal salmista. Un Salmo può rispecchiare un avvenimento del passato, ma è di una sobrietà tale da poter essere pregato in verità dagli uomini di ogni condizione e di ogni tempo” (CCC, n. 2588).

Tenendo questo a mente, il salmista esprime chiaramente la sua rabbia di fronte a un’ingiustizia che ha ricevuto. Si sente sconsolato e sconfitto, e desidera che il suo nemico sia completamente sopraffatto. È un sentimento comune che molti di noi sperimentano quando subiscono un’ingiustizia. In questo modo riusciamo a identificarci col salmista e a comprenderne il risentimento.



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Allo stesso tempo, questo Salmo particolare dovrebbe anche essere letto nel contesto. Subito prima del versetto in questione, il salmista scrive: “Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto” (Salmo 137, 8).

Se storicamente ci si riferiva a Babilonia e all’odio degli ebrei nei confronti della Nazione che li aveva schiavizzati, spiritualmente c’è anche un altro significato, che indica un motivo dell’inclusione nella Bibbia.

È vero che Dio non gioisce per la morte di un peccatore, ma desidera fortemente la morte del peccato. Questo può chiarire il passo precedente, in cui si vede come i “piccoli” di cui parla il salmista si riferiscano alla “figlia di Babilonia”.

Nella Bibbia Babilonia è spesso associata a Satana e al male, come indica il Libro dell’Apocalisse, che parla di “Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra” (Apocalisse 17, 5).

In questo caso, Babilonia ha un significato spirituale secondario che si riferisce al male, e può richiamare il fatto che Dio cerchi la distruzione dell’influenza di Satana su di noi. Se c’è un nemico a questo mondo che dovremmo voler vedere distrutto, è il diavolo insieme ai suoi figli demoniaci.

Visto che i salmi sono stati scritti come poesie, sono accettabili varie interpretazioni e vari significati, perché non sono mai stati intesi come un “catechismo” di teologia morale. Contengono gli scritti di un individuo ispirato, che ha espresso i suoi onesti sentimenti. Possiamo imparare molto dai salmi, ma dovremmo sempre tenere a mente le intenzioni originarie dell’autore.

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