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Il legame tra gli angeli e la Medaglia Miracolosa

MIRACULOUS,MEDAL
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don Marcello Stanzione - pubblicato il 26/04/19
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“Ecco la santa Vergine, eccola!”. La visione di Suor Caterina Laboure fu “mediata” da un essere celesteIl 23 luglio 1894, il Papa Leone XIII, su richiesta del superiore generale dei Lazzaristi, istituì una festa in onore della medaglia miracolosa. Allo stesso tempo, la Sacra Congregazione dei Riti approvava un ufficio con delle lezioni che riportano le circostanze nelle quali la medaglia fu proposta alla venerazione dei fedeli. “La santa Vergine, vi è detto, si degnò di apparire ad una pia religiosa chiamata Caterina Labouré, della comunità delle Figlie della carità; ella le diede l’ordine di provvedere a che una medaglia fosse coniata in onore dell’Immacolata Concezione”. Così l’apparizione è autentificata da Roma e diventa oggetto di un pubblico ufficio. Ora, come ebbe luogo quell’apparizione? Fu un angelo che condusse la giovane suora ai piedi della santissima Vergine. Ascoltiamo questo racconto d’una incantevole semplicità. Dettato dalla suora stessa su ingiunzione dei suoi superiori.


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Il 18 luglio 1830, vigilia della festa di San Vincenzo de Paoli, ella si era coricata come normalmente. “Verso le undici e mezza, ella si sente chiamare col suo nome i “suor Labouré”, accentuato tre volte di seguito; durante quel tempo, svegliandosi del tutto, ella socchiude la tendina dal lato da dove parte la voce; che vi scorge? Un bambino d’una incantevole bellezza; egli potrà avere dai quattro ai cinque anni, è vestito di bianco e, dalla sua capigliatura bionda, come da tutta la sua persona, fuoriescono raggi luminosi che illuminano tutto quello che lo circonda: “Venite, dice con voce melodiosa, venite in cappella, la Santa Vergine vi aspetta”. Ma, pensava in se stessa suor Caterina (che dormiva in un grande dormitorio), mi sentiranno, sarò scoperta…”. “Non temete, riprese il bambino, rispondendo al suo pensiero, sono le undici e mezza, tutti dormono, vi accompagno”.

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Xhienne | CC BY-SA 2.5

“A quelle parole, non potendo resistere all’invito di quell’amabile guida che le è inviata, suor Caterina si veste in fretta e segue il bambino, che camminava sempre alla sua sinistra, portando raggi di chiarore ovunque egli passava; ed ovunque anche le luci erano accese, a grande meraviglia della suora. La sua sorpresa raddoppiò vedendo la porta aprirsi dacché il bambino l’ebbe toccata con la punta del dito, e trovandovi l’interno della cappella tutto illuminato” il che, diceva lei, le ricordava la messa di mezzanotte”. Il bambino la condusse fino alla balaustra della comunione; ella vi si inginocchiò, mentre che la sua guida celeste entrava nel santuario dove stette in piedi, sulla sinistra.



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“I momenti d’attesa sembravano lunghi a suor Caterina; infine, verso mezzanotte, il bambino la prevenne dicendo: “Ecco la santa Vergine, eccola!”. Allo stesso istante, ella sente distintamente dal lato destro della cappella un leggero rumore, simile al fruscio d’una veste di seta. Ben presto una signora, d’una grande bellezza, viene a sedersi nel santuario, al posto occupato normalmente dal direttore della comunità, dal lato sinistro. La sede, l’attitudine, il costume, ossa una veste bianca un po’ gialla con un velo blu, ricordavano la rappresentazione di Santa Anna come la si vede in un quadro posto al di sopra. Ciò nonostante non era lo stesso volto, e suor Caterina era là, lottando interiormente contro il dubbio. Subito il bambino, prendendo la voce di un uomo, parlò molto fortemente e fece sentire parole severe, chiedendole se la Regina del Cielo non era padrona di apparire ad una povera mortale sotto una tale forme come le piaceva. A quelle parole, ogni esitazione cessa, e, non seguendo più che il movimento del suo cuore, la suora si precipita ai piedi della santa Vergine, posando familiarmente le mani sulle sue ginocchia, come lo avrebbe fatto con sua madre”.

Segue un lungo e familiare colloquio tra la Regina del Cielo e l’umile suora. “Non saprei dire, spiegò lei, quanto tempo sono rimasta presso la Santa vergine; quello che so, è che dopo avermi parlato per molto tempo, ella se ne è andata scomparendo come un’ombra che svanisce… Essendomi rialzata, io ritrovai il bambino al posto dove era prima l’apparizione; egli mi disse: “ella è partita”; e mettendosi di nuovo alla mia sinistra, mi ricondusse alla stessa maniera di come mi ci aveva portata, effondendo un chiarore celeste… Io credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, perché lo avevo molto pregato a che mi ottenesse il favore di vedere la santa Vergine… Giunta al mio letto, sentii suonare le due, e non mi sono riaddormentata”.



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