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Le sette tentazioni con cui il diavolo ha provato a piegare Madre Yvonne

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/04/19
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La eroica resistenza della religiosa francese, vissuta nel ‘900, morta in odore di santità. Vediamo cosa le accadde

Madre Yvonne Aimée era una religiosa agostiniana che visse a Malestroit, in Francia, dal 1927 al 1951. Considerata come eroina della resistenza, ella fu decorata a diverse riprese, e addirittura pure pubblicamente dal generale De Gaulle che le aveva il 24 giugno 1945 conferito la Croce di Guerra e il 22 luglio 1945 l’aveva fatta cavaliere della Legione d’Onore.

La sua carità senza limiti le fece curare sotto lo stesso tetto sia i feriti tedeschi, che occupavano il suo convento-ospedale, e sia quelli della Resistenza che ella nascondeva.

Il libro “Ma mère selon l’Esprit” (Mia madre secondo lo Spirito), redatto da padre Paolo Labutte (figlio spirituale di Madre Yvonne), elenca i fenomeni soprannaturali come bilocazione, stigmatizzazione, premonizioni e xenoglossalia che hanno segnato profondamente la vita di questa religiosa. La loro autenticità è stata riconosciuta da monsignor Picaud, vescovo di Bayeux e Lisieux all’epoca.

La croce

Don Marcello Stanzione in “Madre Yvonne Aimee di Gesù di Malestroit – La lotta di una suora mistica contro Satana” (Edizioni Segno) racconta la lotta che questa suora francese ha dovuto combattere contro Satana durante tutto il corso della sua vita. E’ stata una delle mistiche moderne più perseguitate dal diavolo.

il cinque luglio del 1922 il Signore le fa vedere la croce. Una croce, semplicemente con queste parole: “La vuoi portare?” E Yvonne subito ha risposto “Sì”, senza alcuna esitazione. Da allora, per lei, inizia un duro percorso segnato da più incontri con Satana.


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Prima fase delle tentazioni: paura e percosse

Il demonio si mostra prima, il 22 agosto 1922, sotto forma di apparenze astiose e bestiali, per intimidirla e spaventarla. Yvonne non nasconde il suo spavento poiché la sua sensibilità ricettiva era viva. Passa ben presto alla violenza lo stesso giorno. L’ha picchiata con il bastone che era nella sua camera. Ha lacerato il suo corpo con colpi e graffi profondi; l’ha permeata di punture particolarmente dolorose. Ma lei non cede, nonostante le violenze che subisce.

Seconda fase: assalti interiori

Dal 27 ottobre 1922, l’impresa di Satana è esercitata nella psiche più intima, fino al livello spirituale. Yvonne spiega: «Il demonio mi attacca in un’altra maniera. Dopo essersi attaccato al corpo ora vuole attaccarsi all’anima». Nel luglio 1923, moltiplica le sue variazioni su questo registro.


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Terza fase: l’autodiffamazione

L’interiorizzazione che conduce ad attaccare la sua psiche e quindi la verità; si accusa di aver fatto ricorso a delle manovre per farsi riconoscere come una santa. Il demonio utilizza la prudenza ecclesiastica per creare dei contrasti, delle repressioni traumatiche contro Yvonne.

Nel 1924, fu separata dal suo primo padre spirituale. Gli fu proibito l’accesso a Malestroit. Infine tra il 1928 e il 1929, l’opposizione progressiva di Madre Maddalena (la Superiora che era stata la sua prima guida a Malestroit, e che se ne era presa cura con amicizia e ammirazione) le fece lasciare la comunità. Ma le astuzie del demonio si ritorcono talvolta contro di lui come un boomerang. Privando Yvonne del suo primo padre spirituale, il padre Crété, se ne procurò un altro, più sicuro, più equilibrato per questa nuova fase: monsignor Picaud.



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Quarta fase: abbandono e disperazione

Nello stesso periodo l’avversario diabolico approfitta dei tormenti della sua notte spirituale per farla precipitare in uno stato di disperazione. Si sente odiata da Dio al punto che i suoi slanci verso la trascendenza le sembrano delle bestemmie.

Scrive Yvonne: «Quando dico delle parole d’amore al mio piccolo Gesù, mi sembra di dirgli parole di odio». «Quando abbraccio la sua statua, credo di fare un sacrilegio». Questa tentazione multiforme che culmina nello stato di abbandono è come nell’antica tradizione cristiana sotto forme diverse, da Paolo di Tarso a Paolo della Croce, da Santa Bernadette a Santa Teresa di Lisieux e molti altri come pure a madre Teresa di Calcutta.

Quinta fase: aria di omicidio

Yvonne continua a respingere disperatamente questi assalti. In seguito, nel marzo 1924, si manifesta la rabbia del demonio. Incapace di corromperla o perfino di destabilizzare la sua preda, Satana, l’angelo decaduto, assassino dall’inizio alla fine di molti attacchi, prende forma somatica, associa materializzazione energetica e suggestione interiore per sedurre, poi per violentarla. Esasperato per lo smacco, l’omicida incallito la fa cadere alla fine dal balcone, l’8 marzo 1924, poi dalla cima del tetto, il 17 marzo: choc brutali di cui risentirà per il resto della sua vita, ma Yvonne non morirà.



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Sesta fase: intenzioni suicide

Una volta ancora il demonio ha fallito, ma la sua intelligenza, fa ancora meglio: che Yvonne si elimini da sola suicidandosi, con prove a sostegno e con il suo sfolgorio che si spegnerà con questo peccato pubblico e una sepoltura privata di funerali religiosi, all’epoca di regola. Aveva iniziato dal 1923, l’11 dicembre, con tentativi passeggeri.

Dopo averla immersa psicologicamente nella disperazione, fa bruciare in lei il fascino vertiginoso delle acque della Senna. Lo nota lei stessa: «Soffro, assalita dalle tentazioni. Mi sembra di peccare di continuo e di rimanere nel peccato, mancanza di energia per la lotta. L’altro giorno passavo sul ponte Mirabeau, ho rischiato di gettarmi nella Senna, e non oso dire quello che avevo voglia di fare o, almeno, quello che sono spinta a fare, è odioso, abominevole. Mi sembra che tutti i peccati capitali siano in me». Questo testo è doppiamente indicativo. È assalita dai desideri di suicidio e schiacciata dalla fatica e dalla depressione. Si sente abbandonata. Eppure i venti del suicidio si placheranno.



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Settima ed ultima fase: la maschera di Satana

Il 10 dicembre 1926, due anni dopo gli assalti violenti del demonio, accadde un piccolo episodio, ma più radicalmente drammatico per Yvonne, tanto ambiguo e incomprensibile, tanto da suscitare in lei le angosce più eccessive.

Nel momento in cui tutto andava male per lei, perché la sua entrata a Malestroit sembra radicalmente preclusa, il padre Crété, supporto nei suoi combattimenti, si ritorce contro di lei invitandola a dubitare in maniera radicale delle grazie più pure e intime che avesse riconosciuto sin dall’inizio con ammirazione. «Tutto ciò non è altro che seduzione e trappola del demonio», la percuote. «Esaminatevi, umiliatevi, diffidate del demonio e di voi stessa», le ripeteva nella sua lunga lettera del 10 dicembre 1926.

L’escamotage era quello di far dubitare Yvonne di se stessa: è il diavolo che ti fa credere di essere una suora perfetta, questo in sostanza il messaggio che fuoriesce da quelle lettera che sarebbe stata ispirata da un autore anonimo a Padre Crete. Un autore anonimo di cui Padre Crete non seppe mai dare ulteriori spiegazioni. Furono i dubbi più atroci per Yvonne, che neppure stavolta cederà alle lusinghe di Satana “mascherato” da ispiratore del testo di Crete.


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