La famiglia della ragazza, cittadina vaticana, scomparsa nel 1983: svolta storica
Svolta sul caso di Emanuela Orlandi. La segreteria di Stato vaticana ha autorizzato l’apertura delle indagini sulla vicenda della ragazza, cittadina vaticana, scomparsa nel giugno del 1983.
“Auspichiamo una piena collaborazione”
A confermarlo all’Adnkronos (10 aprile) è l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò: «Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle Autorità vaticane – sottolinea – auspicando in una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostra attività di indagini difensive».
«Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato finalmente il momento per giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela», commenta sempre all’Adnkronos Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.
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Il “giallo” delle ossa
Qualche settimana fa la vicenda della Orlandi era tornata all’attenzione dei media nazionali. In un primo momento si era pensato che alcuna ossa rinvenute nella Nunziatura Apostolica, in Vaticano, potessero appartenere alla ragazza, o alla sua amica Mirella Gregori.
Antichi romani
In realtà erano di due antichi romani. Il giallo, come sottolineava anche nella trasmissione Chi l’ha Visto? (30 gennaio), è stato risolto e gli scienziati di un istituto specializzato di Caserta sono riusciti a ottenere anche due parti di Dna.
Le ossa sono di un periodo compreso tra il 90 e il 230 dopo Cristo. Si tratterebbe di costole, denti, frammenti di cranio, femore e mascella di due antichi romani dell’età imperiale (Aleteia, 31 gennaio).
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