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I fenomeni di ipertermia di Padre Pio sono scientificamente inspiegabili?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 10/04/19
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Febbre fino a 52 gradi che dopo poche ore sparisce. Estasi mistiche o cause mediche? Abbiamo indagato su questi fenomeni che si sono manifestati per tutta la vita sul corpo del santo di Pietrelcina

E’ sopravvissuto a febbri altissime, oltre i 50 gradi. Una condizione che si è protratta nel tempo, non è stata associata ad episodi sporadici.

Le ipertermia di Padre Pio sono un fenomeno scientificamente spiegabile? Abbiamo indagato su questo tema che ha visto, nel tempo, tesi molto diverse tra gli studiosi.

L’ipetermia è, innanzi tutto, una condizione in cui il corpo si trova a una temperatura elevata: questa può avere diverse cause e si verifica quando l’organismo assorbe o produce più calore di quanto possa disperdere realmente. Si tratta, quindi, di una vera e propria emergenza medica che necessita di un intervento tempestivo, in quanto si può giungere velocemente alla morte.

I sintomi dell’ipertermia si verificano quando il corpo umano raggiunge e supera la temperatura di circa 40°C.

FATHER PIO

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La prima volta all’ospedale militare

La sua prima ipertermia si manifesta nel 1916 all’ospedale militare di Napoli, quando i medici gli effettuano una visita di controllo: la febbre gli sale così forte che il termometro non riesce a misurarla perché va oltre quei gradi segnati sulla sua scala.

Anche successivamente, durante il servizio militare, si rivelano questi fenomeni di alte temperature che raggiungono persino i 52 °C.

Le prime indagini mediche

Il primo medico che misura con esattezza il grado della temperatura della ipertermia di padre Pio è un medico foggiano, quando il frate è in un convento di quella città luogo ed è continuamente ammalato; quel medico utilizza un termometro da bagno con il quale registra una temperatura di 48 °C.

Scientificamente, quelle anomali temperature sono studiate, nel 1920, dal dottor Giorgio Festa, perché, avendone sentito parlare, non crede che un fenomeno sia possibile per un essere umano.

Ha un suo metodo di studio: misura la temperatura a Padre Pio due volte al giorno ed ordina ai superiori del convento che nessuno debba farlo in sua assenza.


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Sofferenza senza delirio

Nel suo rapporto, il dottor Festa, afferma che vi sono giorni in cui la febbre di Padre Pio va dai 36.oo  ai 36.5 °C, ed altri giorni in cui riscontra 48-48.5 °C -. Quando queste forti temperature compaiono, il corpo del frate è molto sofferente e si agita nel letto, ma non c’è ombra di delirio o quegli scombussolamenti che, in genere, si manifestano dopo stati febbrili forti.

Padre Lorenzo

Padre Lorenzo da San Marco in Lamis, superiore dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, conferma, in data 16 giugno 1921, al Visitatore Apostolico, che, più volte, ha personalmente misurato la febbre a Padre Pio, anche in presenza dei dottori Francesco Antonio Gina ed Angelo Merla, rilevando temperature di 43°C., di 45° C. e di 48° C. per uno o due giorni; poi tutto si normalizza, tanto che al terzo giorno era di  nuovo dentro al confessionale (www.santuariditalia.it).


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La tesi degli scettici

Fin qui, quello che accadeva a Padre Pio durante le ipertermie, documentato anche dai medici. Questo fenomeno ha fatto molto discutere perché secondo i detrattori del frate cappuccino era legato a problemi psichici. Vediamo le loro tesi nel libro “Padre Pio da Pietrelcina – Analisi di un mito” di Pier Angelo Gramaglia.

«Tale patologia – si legge – venne sempre, e forse sistematicamente, elusa nell’interpretazione di padre Pio, che tra l’altro non mostrò di conoscerne né la fenomenologia né la diagnosi, e da lui e dai suoi direttori spirituali fu sempre descritta come ricorrente presenza mistica e soprannaturale della fiamma bruciante dell’amore di Dio, infusa per divina presenza di Cristo nel suo cuore di eletto. Nella psicologia del nostro frate tale fatto assumeva infatti un’importanza eccezionale, poiché egli interpretava il fenomeno come un segno di inusuali esperienze mistiche. Parlava infatti nelle sue lettere di fiamme divine al cuore e di sete soprannaturale che lo divorava».



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Cause psicologiche

«In realtà – prosegue Gramaglia – l’ipertermia ha per lo più cause neuropatologiche e può accompagnare le reazioni emotive di individui che subiscono facilmente stati di dissociazione, perdendo nel delirio febbricitante conseguente il senso del limite tra fantasia allucinata e realtà. L’ipertermia provocava anche deliri, grida e crisi isteriche, sempre acriticamente intese quali esperienze soprannaturali e di eventi carismatici (ma i referti del dottor Festa negano deliri ndr). Non potrebbe tutto ciò spiegare alcuni discutibili stati di alterazione mostrati dal santo frate in confessionale, e da lui motivati quali reazioni nei confronti di presunti penitenti insinceri?» (www.cdbchieri.it).

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San Padre Pio (1887 – 1968)

Cosa dice la medicina

Da un punto di vista le cause che generano le ipertermia sono molto chiare. Il problema è legato al sistema neurodegenerativo, però le cause più comuni sono: colpi di calore provocati da una prolungata esposizione al sole e al calore; effetti collaterali a determinati farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale; droghe, come cocaina, ecstasy e anfetamine.

È, inoltre, possibile provocare appositamente l’ipertermia come forma di terapia per trattare alcuni tipi di malattie e di cancro. Si parla, invece, di ipertermia maligna quando avviene una reazione ad alcuni tipi di anestesia: in questo caso vi è, però, una predisposizione genetica che è, dunque, trasmessa per via ereditaria. (www.tantasalute.it).


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Tra ammissioni e contraddizioni

Ora, le cause delle ipertermie, conosciute da un punto di vista medico, si possono conciliare con il caso di Padre Pio? La risposta è decisamente no. Non c’è alcun riscontro che una sola delle cause di ipertermia citate, sia riconducibile al santo di Pietrelcina.

Una utile chiave di lettura la offre Luigi Borriello in “Dizionario dei fenomeni mistici cristiani”. Parlando del caso di Padre Pio evidenzia i contributi su questa vicenda di due autorevoli studiosi: Pier Angelo Gramaglia e Luigi Cancrini: «Nonostante i due studiosi riconoscano il fatto dell’ipertermia oltre i limiti compatibili con la vita, tuttavia gli stessi, come se il sopravvivere di Padre Pio oltre i 44 gradi si potesse considerare un evento normalissimo, affermano che la causa del suo “incendio di amore” fosse di origine isterica e cioè che il fenomeno venisse prodotto attraverso il meccanismo della “conversione somatica”, dallo stress che gli causava il dover ritornare in convento, lasciando le sicurezze del luogo natio».

Oltre ogni limite umano

«E’ evidente che – prosegue Borriello – secondo una corretta metodologia clinica, prima di avventurarsi in diagnosi fantasiose e di mostrarsi scandalizzati del fatto che un uomo così “istrionico e psichicamente dissociato” sia stato fatto santo, occorrerebbe, ripeto, spiegare perché questa persona, che essi considerano uno squilibrato, non sia morta, visto che le sue temperature corporee hanno superato quei gradi che rappresentano il limite compatibile con la vita umana. Se è inconfutabile che l’isterico, in quanto essere umano, non possa sottostare alle normali leggi della fisiologia, è evidente quanto siano scientificamente “assurde” tali opinioni».

In sostanza la scienza non riesce a spiegare ragionevolmente il caso di Padre Pio.


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