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Ecco Sabrina, la prima pilota non vedente d’Italia!

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Sabrina mentre pilota

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/04/19
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Caparbia, volenterosa, ha lottato per realizzare il suo sogno. E ce l’ha fatta

Volare da non vedenti è possibile. Ma cosa accade quando a pilotare l’aereo è una persona cieca? Sebbene questa possa sembrare una domanda retorica non lo è affatto: Sabrina Papa, originaria di un paesino del Salento, è stata la prima donna in Italia a poterlo fare.

Quei voli nel Salento

Come racconta la donna, volare è sempre stato il suo sogno: da piccola abitava nei pressi dell’aeroporto militare di Lecce-Galatina e quando sentiva il rumore dei velivoli sperava che uno di quelli la potesse portare via con loro per permetterle di poter sfiorare l’aria con un dito.

Questa passione ha permesso alla donna, non vedente dalla nascita, di poter superare qualsiasi tipo di barriera, anche quella di pilotare un aereo.

La storia di Sabrina ha ispirato “Chiudi gli occhi e vola“, lungometraggio, selezionato per il FilmStrip International Film Festival 2019 (Puglia.com, 9 aprile).



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L’unico aereo non in tandem

Tutto è iniziato con un post su facebook dei “Baroni Rotti, associazione sportiva di piloti disabili. Incuriosita, la donna li ha chiamati e ha iniziato a frequentare il Club Arrow di Sutri (Rm), volando come passeggera.

Quel circolo ha aerei in tandem, tranne uno. È sempre stato il preferito di Sabrina, perché è seduta davanti. Tecnicamente, però, una persona cieca non può comandare un aereo in Italia. Per superare quest’ostacolo, dopo averle fatto memorizzare i comandi, l’istruttore Sergio Pizzichini ha noleggiato un aereo assumendosi la responsabilità dei voli di prova. Poi, tramite la voce e i gesti delle sue mani sulle spalle della donna, le suggeriva quale usare.



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La scuola di Tolosa

Oggi Sabrina studia anche a Tolosa dove è più semplice apprendere la teoria grazie a manuali Braille e grafici in rilievo. Lì c’è l’associazione “Les Mirauds Volants” che ha scoperto metodi diversi e usa il Sound Flyer, apparecchio che indica i dati necessari ai piloti, perché possano condurre il mezzo in autonomia e sicurezza.

Lei invece, assieme allo staff, ha dovuto inventare tutto. Lungo il percorso le complicazioni non sono mancate. Ma volare era il suo sogno fin da bambina. E ci è riuscita! (Corriere.it, 9 aprile).


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