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La Via Crucis è stata pregata per la prima volta con un pellegrinaggio in Terra Santa

Via Dolorosa FIFTH STATION
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Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 08/04/19
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Forse la Madonna stessa è stata la prima a seguirlaÈ una tradizione molto antica: ogni venerdì di Quaresima, i cattolici di tutto il mondo si riuniscono per meditare sulla Passione e morte di Gesù in una devozione chiamata Via Crucis.

Alcuni stanno in piedi e si inginocchiano nei banchi mentre il sacerdote avanza lungo le 14 stazioni con un servitore dell’altare, altri si spostano da una stazione all’altra, all’interno di una chiesa o all’aperto, magari su una collina che ricorda il Calvario. In altri luoghi, la tradizione vuole che uomini e donne vestano come i personaggi della Passione e mettano in scena la sofferenza e la morte di Gesù.

La Via Crucis, però, non è sempre stata un evento parrocchiale o una devozione praticata al sicuro nel conforto della propria città. Questa devozione, per come la conosciamo oggi, deriva da un atto di adorazione ben più pericoloso: un pellegrinaggio a Gerusalemme sulle orme di Gesù per pregare sulla Passione nel luogo stesso in cui Egli l’ha sperimentata.

C’è una tradizione che indica che Maria stessa ha pregato la Via Crucis a Gerusalemme dopo l’Ascensione di Gesù. Qualche secolo dopo i pellegrini medievali si recavano in Terra Santa – viaggiando per mesi sostenendo spese ingenti e affrontando grandi rischi – per calpestare la terra su cui era passato Gesù. Entravano nella città santa e cercavano i luoghi importanti nella vita di Cristo, soprattutto delle sue ultime ore.

In quella che la tradizione riteneva la sala in cui si era svolta l’Ultima Cena, potevano gioire del dono dell’Eucaristia e lavare i piedi dei fratelli e delle sorelle. Nel Getsemani potevano deporre i propri desideri davanti al Signore e pregare: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.

Sulla Via Dolorosa potevano camminare accanto a Gesù sofferente. Potevano scuotere la testa di fronte alla condanna codarda di Pilato, domandandosi quando anche loro avevano ordinato la crocifissione di Gesù per preservare i propri interessi. Potevano immaginarsi prendere sulle spalle la propria croce accanto a Gesù. Potevano quasi vedere il Signore cadere tre volte e il dolore di Maria quando ha incontrato suo Figlio, e pregare per la grazia di aiutare gli altri a portare le proprie croci. Con la Veronica, potevano promettere di aiutare chi soffriva nella vergogna. Con le pie donne, potevano ascoltare l’avvertimento doloroso del Signore relativo a ciò che sarebbe successo a quanti non l’avessero seguito.

Potevano girare lo sguardo pieni di vergogna immaginando Gesù privato delle vesti, trattenere il respiro quando il martello inseriva i chiodi nella Sua carne sulla cima del Calvario e inginocchiarsi di fronte alla morte del Signore. Potevano infine testimoniare il dolore e la resa della madre addolorata di Dio al momento di ricevere il Suo corpo, prima di andare al Santo Sepolcro per vedere il Signore deposto, apparentemente per non rialzarsi più.

Il numero delle stazioni è stato variabile per molti secoli, includendone dozzine a noi non familiari e tralasciandone molte di quelle tradizionali che costituiscono la devozione odierna. L’obiettivo del pellegrinaggio non era la rigida osservanza di un rituale, ma un incontro con la persona di Cristo avvicinandosi a Lui nella Sua sofferenza. Per questo, la gente percorreva migliaia di chilometri, sapendo che alcuni sarebbero morti prima di poter rivedere la propria casa.

Man mano che i viaggi in Terra Santa diventavano sempre più pericolosi, quanti riuscivano a tornare cercarono di presentare a chi non riusciva a compiere il pellegrinaggio questo potente metodo di preghiera. I Francescani, a cui erano stati affidati i luoghi sacri della Terra Santa, cercarono così nel XV e nel XVI secolo di erigere delle Via Crucis sul ciglio delle strade. Le 14 stazioni che conosciamo sono state istituite nel XVII secolo.

L’idea sottostante era sempre la stessa: meditare sulle ultime ore della vita di Cristo, rivedersi in Gesù, nei suoi oppressori, nei suoi amici e nella folla urlante. Ci sono innumerevoli immagini delle Stazioni, ciascuna delle quali attira l’attenzione su un aspetto diverso della sofferenza di Gesù, e altrettanti testi da usare per la preghiera. Le parole e le opere d’arte non sono però il fulcro della Via Crucis, e nemmeno le croci di legno disseminate in una chiesa o in uno spazio esterno.

Il cuore della Via Crucis è l’invito ad avvicinarsi al Cristo sofferente, a camminare accanto a lui come pochi dei suoi amici hanno fatto quel terribile pomeriggio in cui ha guadagnato per noi la salvezza. Quando preghiamo la Via Crucis, consoliamo il cuore di Gesù e arriviamo ad amarlo più pienamente, perché comprendiamo meglio tutto ciò che ha sofferto per amor nostro.

Non stupisce che tanti milioni di persone l’abbiano pregata nel corso dei secoli. Qual dono migliore potremmo offrire al nostro Signore crocifisso?

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