Va ricordato che la responsabilità dell’educazione cristiana spetta in primo luogo ai genitoridi Lino Rampazzo
Molti conoscono la famosa frase di Cicerone “La storia è maestra di vita”. Per questo, prima di rispondere in modo specifico alla domanda del titolo attraverso la storia, vedremo com’è nata nella Chiesa la funzione di padrini. L’antico teologo e scrittore Ippolito di Roma (170-235 d. C.) si riferisce alla funzione del padrino in un’epoca in cui la maggior parte dei candidati al Battesimo era costituita da giovane e adulti. La generalizzazione del Battesimo dei bambini sarebbe avvenuta in seguito.
Nella Chiesa delle origini, chi chiedeva di essere battezzato doveva prepararsi attraverso il catecumenato. Si trattava di una lunga preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, ovvero Battesimo, Cresima ed Eucaristia. La preparazione aveva luogo in modo continuo, progressivo e dinamico, sulla base di tappe che includevano catechesi e celebrazioni. Queste ultime coinvolgevano tutta la comunità. A Roma la preparazione poteva durare anche tre anni.
Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, “dalle origini della Chiesa, il Battesimo degli adulti è la situazione più normale là dove l’annunzio del Vangelo è ancora recente. Il catecumenato (preparazione al Battesimo) occupa in tal caso un posto importante. In quanto iniziazione alla fede e alla vita cristiana, esso deve disporre ad accogliere il dono di Dio nel Battesimo, nella Confermazione e nell’Eucaristia” (n. 1247).
Padre nella fede
In base alla mia esperienza personale, posso affermare che in un Paese dell’Africa centrale in cui ho vissuto per un anno e mezzo il catecumenato degli adulti durava anche quattro anni. Ecco allora la funzione del padrino. Secondo Ippolito di Roma, nei primi secoli della Chiesa il padrino presentava ufficialmente il candidato perché fosse battezzato e lo accompagnava, sia nel periodo di preparazione al Battesimo che in seguito. In fondo, il padrino era un padre nella fede.
Nelle regioni in cui il Battesimo dei bambini è diventato la forma abituale della celebrazione del sacramento, si è trasformato in un atto unico che integra, in modo molto abbreviato, le tappe preliminari dell’iniziazione cristiana. Per la sua stessa natura, allora, il Battesimo dei bambini richiede una catechesi successiva. Non si tratta solo della necessità di un’istruzione posteriore ad esso, ma dello sviluppo necessario della grazia battesimale nella crescita della persona. È lo spazio proprio della catechesi.
Ricordo l’espressione di monsignor Cândido Padin, vescovo di Lorena e di Bauru, che definiva i fedeli poco praticanti “cattolici dell’IBGE” (Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica). Sono quelli che nelle statistiche si dichiarano cattolici ma non hanno convinzioni profonde. Ma qual è la realtà dei nostri Paesi, in cui la maggior parte della popolazione riceve il Battesimo da bambini? Spesso il padrino è un parente o un amico di famiglia, e non sempre è un cristiano convinto.
Cosa accade quando i padrini cambiano religione?
Innanzitutto, la prima responsabilità dell’educazione cristiana spetta ai genitori. Nel nuovo rituale del Battesimo si percepisce che l’impegno della formazione cristiana dei bambini è assunto in primo luogo dai genitori, e solo dopo dai padrini.
Al di sopra di tutto, comunque, il nostro impegno di fede è con Gesù Cristo. Se i nostri genitori e padrini cambiano religione, siamo comunque chiamati a testimoniare la fede in Gesù e nella sua Chiesa fino alla morte.
A chi ha avuto un padrino che ha cambiato religione voglio offrire questo esempio: la madre di un mio amico ha cambiato religione, ma lui è un cattolico così credente che ha emesso i voti religiosi di castità, obbedienza e povertà.
Si possono fare tuttavia molte considerazioni su chi ha partecipato alla celebrazione di un Battesimo come padre, madre, padrino, madrina o semplice amico di famiglia. Mi limiterò, però, a quanto segue: pensiamo a chi ha la responsabilità di organizzare la celebrazione del Battesimo, in primo luogo il sacerdote e i fedeli che lo aiutano in questo evento importante.
Ancora una volta, porto una storia ad esempio. Un brillante professore, pagano, aveva sentito parlare del vescovo della città che pronunciava belle omelie. Volle quindi ascoltarle, ma perché era attirato dall’oratoria. A poco a poco, però, riuscì a penetrare nel messaggio di fede del vescovo e decise di convertirsi. Era Sant’Agostino, che si convertì dopo aver ascoltato Sant’Ambrogio di Milano.
Pongo allora una domanda: se un pagano come Agostino si è convertito grazie alla predicazione di Ambrogio, perché non considerare la possibilità della conversione di almeno alcuni “cattolici dell’IBGE” che come padrini o semplici amici dei genitori del bambino partecipano a una celebrazione del Battesimo ben preparata?